Il 23enne spagnolo si aggiudica la quarta edizione degli Internazionali di Cortina d'Ampezzo, superando in una finale da soli 55 minuti l'austriaco Gerald Melzer. Quello delle Dolomiti si conferma un Challenger fortunato per il giovane delle Baleari: lo scorso anno gli aveva regalato i punti necessari per l'ingresso fra i primi 100 del mondo.Il mondo del tennis è fatto anche di controsensi. A livello ATP c’è quello di Robin Haase, che è nato, cresciuto e vive nel Paesi Bassi, ma il suo miglior tennis lo gioca in altura, come testimoniato dai due titoli a Kitzbuhel e dalle due finali a Gstaad. A livello Challenger, invece, c’è quello di Roberto Carballes Baena, che è nato a Tenerife, nelle bellissime isole Canarie, ma deve dire un grazie enorme alla montagna, più precisamente alle Dolomiti degli Internazionali di Cortina d’Ampezzo. Nel 2016 raggiunse la semifinale, conquistando i punti necessari per sfondare il tanto agognato muro dei top-100, che specialmente a livello economico fa davvero la differenza fra i giocatori che riescono a guadagnare e quelli che invece devono costantemente lottare col portafoglio, e dodici mesi dopo ha fatto ancora meglio, laureandosi campione. Dopo Serbia (Krajinovic), Italia (Lorenzi) e Brasile (Souza), stavolta il gradino più alto del torneo ampezzano è toccato alla sua Spagna, diventata favorita con Marcel Granollers, e invece a segno con colui che Granollers l’ha fatto fuori, in una semifinale eterna da oltre tre ore di battaglia. Si pensava che le tante energie lasciate sul Centrale del Country Club potessero giocare un ruolo decisivo nella finale, invece Carballes Baena si è presentato in campo tirato a lucido, e ha avuto vita fin troppo facile contro la brutta copia di Gerald Melzer, protagonista di un match veramente sottotono. Basta guardare il punteggio: 6-1 6-0 in appena 55 minuti di (non) gioco. Melzer è riuscito giusto a vincere il secondo game dell’incontro, peraltro rimontando da 0-40, e poi ha raccolto soltanto le briciole, anche a causa di un atteggiamento piuttosto rinunciatario non appena si è accorto che difficilmente sarebbe riuscito a ribaltare l’esito del confronto.
UNA NUOVA CORSA VERSO LA TOP-100
E così Carballes Baena ha avuto vita facile, finendo con le braccia al cielo senza nemmeno sudare e mettendo in bacheca il suo terzo titolo Challenger in carriera, il primo dopo un digiuno di quasi due anni, dalla splendida campagna marocchina del 2015. Il 23enne residente a Granada, dove si allena sotto la guida di Josè Maria Arenas, arrivò in finale a Meknes e poi vinse prima a Kenitra e poi anche a Mohammedia, compiendo l’importante salto avanti nel ranking completato dodici mesi fa a Cortina. Col suo tennis spagnoleggiante, senza particolari punti deboli ma anche senza colpi in grado di rubare l’occhio allo spettatore non diventerà mai un fenomeno, ma può comunque puntare a tornare almeno fra quei top-100 accarezzati solamente per due settimane, prima che proprio i tantissimi punti da difendere in Marocco lo spingessero di nuovo lontano. A Cortina si è presentato da numero 158, ma grazie al titolo è sicuro di guadagnare una trentina di posizioni, segno che l’operazione per riportare il ranking a due cifre è ufficialmente iniziata. Chi invece la deve rimandare ancora è Melzer: nelle ultime settimane il suo 2017 sta prendendo una piega decisamente migliore rispetto alla prima metà dell’anno, ma l’unico game raccolto in finale è il triste simbolo di un match per lui mai veramente iniziato. Anche il fratello Jurgen, pur essendo arrivato nella top-ten, non era un maestro delle finali (a livello ATP ne ha vinte 5 su 13), ma se vuole tornare fra i primi 70 della classifica mondiale certi passi falsi Gerald non se li può proprio permettere.

ATP CHALLENGER CORTINA D'AMPEZZO – Finale
Roberto Carballes Baena (ESP) b. Gerald Melzer (AUT) 6-1 6-0