Titolo numero 14 per il francese, secondo tennista più titolato del suo paese alle spalle di Yannick Noah. Ad Anversa ha sofferto per un set contro Diego Schwartzman, poi ha chiuso agevolmente. I problemi fisici degli ultimi mesi, sublimati dalla batosta in Davis, sembrano definitivamente alle spalle.

Una bella settimana per lavare via un periodo così così: Richard Gasquet si è aggiudicato la prima edizione dell’European Open di Anversa, lontano parente (per montepremi e campo di partecipazione) dell’European Community Championships che spopolava negli anni 80. Diciamo che, quando ha appreso che il suo avversario in finale sarebbe stato Diego Schwartzman, non si è certo strappato i capelli. Una sfida a David Goffin sarebbe stata certamente più complicata, se non altro per il fattore ambientale. Invece il piccolo argentino (il più basso tra i top-100) aveva azzeccato la gran sorpresa in semifinale, consegnandosi a un Gasquet più fresco e ben più abituato alle condizioni di gioco. E’ finita 7-6 6-1, 14esimo titolo in carriera, secondo nel 2016 dopo Montpellier. Il match è filato via rapido, soprattutto grazie all’efficacia di Gasquet con la prima palla (ha vinto l’88% dei punti). Eppure Schwartzman era partito piuttosto bene, con due fiammanti rovesci lungolinea. Per un attimo, ma solo per un attimo, ha dato l’illusione di poter ripetere il miracolo del giorno prima, quando aveva cancellato due matchpoint all’idolo di casa. Ma Gasquet, semplicemente, è più forte di lui. Il momento più emotivo del match è arrivato sul finire del primo set, quando sette punti consecutivi hanno permesso a Schwartzman di passare da 4-5 e 0-40 a 6-5.

“E’ stato un match duro, specialmente quando ho avuto tre setpoint di fila sul mio servizio – ha detto Gasquet – è stato importante vincere il tie-break, mi ha dato tanta fiducia in vista del secondo set. Ero il favorito, vincere è stato molto importante” ha detto Richard . Ormai 30enne, l’ex baby prodigio di Beziers ha utilizzato con efficacia il suo rovescio carico di topspin per tenere Schwartzman ben lontano dalla linea di fondo. Dai e dai, la tattica ha pagato e “Dieguito” si è sostanzialmente arreso nel secondo set. Ad ogni modo, nessun rimpianto per lui: “Ho giocato bene, è stata una bella settimana e ho raggiunto la mia prima finale indoor”. Chissà cosa si dirà di Gasquet quando si sarà ritirato:i francesi saranno contenti della sua carriera? O avrebbero voluto di più? La verità, probabilmente, è che non era così forte come qualcuno (forse lui stesso) aveva pensato. Intanto è il secondo francese più titolato dell’Era Open: il suo bottino è inferiore soltanto a quello di Yannick Noah (23 titoli, tra cui uno Slam). Ormai calato nel ruolo di immediato rincalzo ai migliori, si è risollevato dopo i problemi alla schiena e agli addominali che lo avevano rallentato negli ultimi mesi, e che lo avevano costretto a una brutta sconfitta contro Marin Cilic in Coppa Davis. La finale a Shenzhen era il segnale di una forma ritrovata. Adesso può chiudere al meglio la stagione con i tornei di Basilea (dove potrebbe pescare Wawrinka nei quarti) e Parigi Bercy.


Richard Gasquet (FRA) b. Diego Schwartzman (ARG) 7-6 6-1