Sconfitto al turno finale delle qualificazioni dell’ATP 500 di Vienna, Thomas Fabbiano è stato ripescato come lucky loser per il forfait di Grigor Dimitrov, e si è trovato di fronte lo stesso avversario: l’austriaco Dennis Novak. Ma due giorni più tardi ha rimediato una nuova sconfitta.Grigor Dimitrov gli ha regalato la più classica delle chance di rivincita, ma Thomas Fabbiano non è riuscito a sfruttarla. Un curioso incrocio della sorte non solo ha regalato al pugliese quel posto nel tabellone principale dell’ATP 500 di Vienna che era sfumato domenica al turno finale delle qualificazioni, ma l’ha anche messo di fronte allo stesso avversario che l’aveva stoppato, l’austriaco Dennis Novak, numero 291 della classifica ATP. Sembrava l’occasione perfetta per prendersi la vendetta, i 45 punti del secondo turno, e la sfida contro Kyle Edmund, magari sfruttando una maggiore abitudine a competere a certi livelli o una delle leggi non scritte del tennis, che dice che quando capitano incroci simili a vincere sia almeno due volte su tre lo sconfitto nelle qualificazioni. Invece, il 23enne di Wiener Neustadt, miglior amico di Dominic Thiem dai tempi della scuola tennis (sono nati ad appena sei giorni di distanza), non ha fatto differenza fra qualificazioni e main draw, e al 6-4 3-6 6-3 di domenica ha aggiunto un ancora più dolce 7-6 7-5, che gli ha regalato la seconda vittoria in carriera a livello ATP, e l’assegno più corposo della sua intera carriera. E pensare che in tutto il 2017 aveva giocato solamente tre tornei a livello Challenger, con scarso successo, tanto da scegliere di dedicarsi a tempo pieno ai Futures. Poi è arrivata una wild card per le qualificazioni dell’Erste Bank Open, la vittoria di sabato ai danni di un Andreas Seppi giunto in fretta e furia dalla Russia, e la doppietta contro Fabbiano, che mastica amaro per essere stato avanti di un break in entrambi i set. Tuttavia, nelle fasi calde il più bravo dei due è stato Novak, capace di alzare il livello e mostrare un tennis che può valere sicuramente di più della sua classifica attuale.
TOP-70 SENZA CHALLENGER? SI PUÒ
Dopo aver vinto con coraggio e diritto un tie-break che fino al 4-2 era stato favorevole a Fabbiano, l’austriaco è finito sotto per 3-0 nel secondo, ma si è subito rimesso in carreggiata. E malgrado la tensione gli abbia fatto un brutto scherzo quando ha servito per il match sul 5-4, è rimasto perfettamente in partita. Con un nuovo break ha obbligato di nuovo Fabbiano a inseguire, e al primo match-point ha chiuso i conti, praticamente in lacrime per l’emozione di un successo che in conferenza stampa ha definito il più importante della sua carriera. Per l’azzurro, invece, una battuta d’arresto che non ci voleva, sia perché il successo gli avrebbe dato l’ingresso fra i primi 70 del mondo e il best ranking, sia perché non capita spesso di trovarsi di fronte certi giocatori in un ATP 500. Ma a fine stagione certi risultati fanno meno male, specialmente se la stagione è stata ricca come quella del pugliese, che in Austria ha tagliato il traguardo dei 30 tornei disputati e si è regalato dei risultati mai raggiunti prima. Ora all’appello manca solo il Masters 1000 di Parigi Bercy, dove al momento è il primo giocatore fuori dal tabellone delle qualificazioni, prima dello stop per la preparazione invernale, in vista di un 2018 che a occhio e croce potrebbe diventare la stagione della verità. Ora che ha capito di poter stare fra i primi 100 del mondo, “Tommy” giocherà sempre con maggiore costanza nel circuito maggiore, proprio come fatto nella seconda parte del 2017. L’obiettivo può essere quello di confermarsi sugli stessi livelli di ranking anche senza i risultati dei Challenger, che al momento compongono i tre quinti del suo bottino complessivo. Sarebbe già un piccolo successo.

ATP 500 VIENNA – Primo turno
Dennis Novak (AUT) b. Thomas Fabbiano (ITA) 7-6 7-5