Periodo complicato per Paolo Lorenzi: dopo la splendida seconda settimana allo Us Open, il toscano ha raccolto tre primi turni di fila, come non gli accadeva dall’estate del 2016. A Pechino si arrende a Leonardo Mayer dopo una battaglia di tre ore, e non stringe la mano al giudice di sedia per una chiamata dubbia nell’ultimo game.A suon di risultati e simpatia, Paolo Lorenzi è diventato uno dei giocatori più apprezzati dal pubblico italiano, e con un comportamento spesso esemplare si è guadagnato il rispetto dei colleghi. Difficile ricordare una sua polemica, una racchetta volata via o anche solo un singolo comportamento al di sopra delle righe, ma a volte anche ai più educati capita di perdere la pazienza. Al toscano è successo (in parte) all’esordio nell’ATP 500 di Pechino, durante la battaglia di tre ore persa per 7-6 5-7 6-4 contro l’argentino Leonardo Mayer, e chiusa senza stringere la mano al giudice di sedia. Una scelta che ha destato curiosità proprio perché il protagonista è Lorenzi, e la cui ragione si trova giusto un minuto prima del match-point, mentre l’azzurro provava (invano) a riaprire l’incontro. Con Mayer al servizio sul 5-4, Lorenzi – che nel game precedente aveva cancellato un match-point – si è guadagnato una palla-break per rimettere tutto in discussione, ma l’ha fallita spedendo in rete un rovescio. Sul successivo 40-40, l’argentino ha mancato la prima di servizio e Lorenzi non ha risposto sulla seconda, spostandosi proprio dalla traiettoria della palla, sicuro che avesse rimbalzato fuori dalle righe (in lunghezza). Il problema è che la chiamata del giudice di linea non è mai arrivata, il giudice di sedia non è intervenuto, e visto che sul quarto campo per ordine di importanza dell’Olympic Green Tennis Centre (intitolato alla memoria dell’ex presidente ATP Bred Drewett, scomparso nel 2013) non è presente occhio di falco il punto è finito direttamente nelle tasche di Mayer. Lorenzi si è avvicinato al giudice di sedia, indicando con sicurezza un segno lungo, ma sul cemento l’impronta lasciata dalla palla non ha valore, e l’arbitro non ha potuto cambiare la decisione. Lorenzi ha reagito in maniera pacata, senza alzare la voce, ma dopo il servizio vincente che ha consegnato il successo all’argentino ha preferito non stringere la mano all’arbitro, dirigendosi direttamente verso la sua panchina. TRE SCONFITTE DI FILA AL PRIMO TURNO
Quello di non stringere la mano al giudice di sedia è un gesto che va sempre condannato, ma conoscendo Lorenzi viene spontaneo credere che per arrivare a tanto abbia avuto i suoi bei motivi. Di certo, la mancata stretta di mano è anche figlia del momento: l’aver appena perso un match di tre ore anche a causa di un episodio freschissimo ha sicuramente influito, come il fatto che gli sia costata l’ennesima sconfitta al primo turno. Dopo il meraviglioso ottavo di finale allo Us Open, dove ha tenuto testa per quattro set al futuro finalista Kevin Anderson, il toscano sta attraversando un periodo avaro di risultati. Non gli capitava dall’estate scorsa (ma sull’erba, da sempre la superficie meno amica) di arrendersi al primo turno per tre tornei di fila, e il rammarico aumenta perché è arrivato vicino al successo in tutti e tre. Con Damir Dzumhur a San Pietroburgo ha mancato un vantaggio importante sia nel primo sia nel secondo set (anche se poi il bosniaco ha finito per vincere il torneo, quindi qualche merito ce l’avrà avuto anche lui), la scorsa settimana a Shenzhen è crollato al tie-break del terzo set contro il cinese Zhizhen Zhang, e stavolta ha lottato invano per tre ore. Tuttavia, per parlare di piccola crisi è presto, perché il modo di stare in campo e l’attaccamento alla partita sono sempre encomiabili, e sembra mancare davvero solamente il risultato. Per riconquistarlo restano quattro tornei. Lo scorso anno ci aveva detto che non avrebbe firmato per chiudere un’altra stagione al numero 35, mentre le tre sconfitte consecutive (e i 135 punti da difendere da qui a fine anno) rendono quello di migliorarsi un obiettivo molto molto complicato da raggiungere. Ma con Lorenzi mai dire mai. Ai miracoli, ormai, ci ha abituato.
ATP 500 PECHINO – Primo turno
Leonardo Mayer (ARG) b. Paolo Lorenzi (ITA) 7-6 5-7 6-4