Rafael Nadal conquista per la decima volta anche l’ATP 500 di Barcellona, confermando quanto di buono mostrato a Monte Carlo. Appena vede una chance non se la lascia sfuggire: è davvero tornato il Nadal dei tempi d’oro? Di sicuro le sue quotazioni per il titolo al Roland Garros continuano a calare.No, non c’è un errore nella data. E nemmeno il tennis è tornato indietro fino al 2006. Semplicemente, Roger Federer e Rafael Nadal sono ancora in pista: il primo più forte che mai, il secondo nelle migliori condizioni da parecchi anni a questa parte. Ecco così spiegato come la prima parte di questo 2017 ricalchi alla perfezione quella di undici anni fa, con lo svizzero dominatore sul cemento (Melbourne, Indian Wells e Miami) e il suo grande rivale imbattibile sulla terra, e capace di fare poker fra Monte Carlo, Barcellona, Roma e Parigi. In attesa di sapere come andrà fra Foro Italico e Roland Garros – anche se i dubbi sono sempre meno – Nadal ha dipinto metà quadro a suon di “decime”, portando in doppia cifra anche i suoi titoli all’ATP 500 di Barcellona. Mai nessuno aveva vinto un torneo per dieci volte: lui l’ha fatto in due diversi e anche consecutivamente, giusto per ricordare a chi se lo fosse dimenticato che sulla terra battuta il più forte è di nuovo lui. E mai nessuno aveva vinto un torneo su un campo intitolato a sé stesso: al Real Club de Tenis hanno voluto giocare d’anticipo, non aspettando il suo ritiro per dedicargli la vecchia “Pista Central” e lui li ha ricambiati con un nuovo titolo, il 71esimo di una carriera che si diceva fosse prossima a finire già anni fa, invece ha ancora tante pagine libere pronte da riempire. Per la settima volta è cambiato l’avversario della finale, dal Juan Carlos Ferrero del 2005 al Dominic Thiem di dodici anni dopo, ma il vincitore non cambia mai, e si è addirittura regalato la finale più semplice di tutte, spuntandola per 6-4 6-1 contro un avversario in partita solamente fino al 4-4 del primo set. Poi è scattata la legge-Nadal, quella che era sparita negli anni duri: basta mostrare una difficoltà e il match finisce lì.AVEVA RAGIONE MOYA?
Dal 4-4 al 6-4 6-1 è stata una passeggiata: l’ennesima, solita, imperiosa, dimostrazione di forza. Consistenza, continuità, solidità, e chi più ne ha più ne metta. Quando inserisce il pilota automatico, fargli il punto diventa impossibile. Thiem ci ha provato: ha spinto, spinto, spinto, ma ha raccolto oltre il doppio degli errori (36) rispetto ai vincenti (17), ed è sembrato addirittura senza particolari armi per fronteggiare “Rafa”. Lui che è uno dei più forti giocatori emergenti, e sulla terra è il primo alle spalle dei Fab Five. Nadal l’ha costretto a cercare soluzioni diverse, ma quando esce dai suoi classici schemi i risultati non sempre sono soddisfacenti, e per il momento il sorpasso (ammesso che mai arriverà) è ancora molto molto lontano. Il Re della terra resta Nadal, che in tutto il torneo ha perso il servizio solamente due volte e non cede un set da dieci incontri. Va detto che l’unico top-10 affrontato fra Monte Carlo e Barcellona è proprio Thiem, e la situazione potrebbe cambiare se dovesse fronteggiarli con continuità. Ma ciò che è certo è che l’equilibrio si è spostato di nuovo: non è più lui ad avere paura degli avversari, ma sono di nuovo loro a sperare di non incontrarlo. Un fattore che spesso ha la sua bella importanza. Completate due “decime”, a Nadal resta la terza e più importante, a quel Roland Garros che gli manca dal 2014. Ha visto vincere Wawrinka, ha guardato vincere Djokovic, ma sembrerebbe abbia deciso che tocchi di nuovo a lui. Quando a fine 2016 Carlos Moya scelse di dargli una mano per tornare grande, disse che su una cosa non aveva dubbi: “Rafa” sarebbe tornato a vincere uno Slam. Solo qualche mese fa pareva soltanto un’illusione, invece ora sono tutti concordi: il favorito è di nuovo lui. E non solo perché il livello degli altri non è lo stesso del 2016.
ATP 500 BARCELLONA – Finale
Rafael Nadal (ESP) b. Dominic Thiem (AUT) 6-4 6-1
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