Non capita spesso che Paolo Lorenzi perda dei match da favorito. Per questo, sorprende parecchio la sua sconfitta all’esordio nell’ATP 250 di Shenzhen, battuto al tie-break del terzo set da Zhizhen Zhang, appena dentro ai primi 500 giocatori della classifica mondiale. Anche se il tennis mostrato dal 20enne cinese merita ben altra categoria.Quando un top-50 perde da un giocatore che naviga ben lontano dal tennis che conta la notizia scatta in automatico, indipendentemente dal nome dei protagonisti. Ma diventa ancor più rilevante se il primo è Paolo Lorenzi, vista la legge non scritta che accompagna la carriera del toscano, e l’ha spinto verso risultati un tempo impensabili. Il teorema è tanto banale quanto difficile da applicare: supera molto raramente i giocatori più forti di lui (negli ultimi tre anni ha battuto un solo top-20), ma allo stesso tempo non perde quasi mai con chi gli sta dietro in classifica. Un principio ribaltato dal suo match d’esordio all’ATP 250 di Shenzhen, dove a sorpresa il numero due d’Italia si è arreso per 4-6 6-3 7-6 al cinese Zhizhen Zhang, ventenne di Shanghai numero 495 della classifica mondiale. Uno scivolone pericoloso se si guarda solamente alla classifica e ai trascorsi del giocatore di casa, praticamente abituato a giocare solamente a livello Futures e con giusto qualche esperienza nel circuito maggiore nei tornei della sua Cina, un po’ meno se si osserva il match nel suo insieme. Perché malgrado Lorenzi fosse un po’ scarico e in difficoltà a trovare la sua classica intensità, la partita l’ha vinta l’avversario, mostrando un tennis a tutto campo e privo di grossi punti deboli, che vale molto di più di quanto dica la sua attuale classifica. Capita spesso che i tennisti asiatici riescano grazie ai tanti tornei Challenger sparsi nel continente a costruirsi un buon ranking, ma che poi dimostrino di non meritarlo non appena si trasferiscono in Europa, faticando a tenere costantemente certi livelli. Il caso di Zhang, invece, va all’opposto: probabilmente gli manca la continuità per esprimersi sempre a certi livelli, ma a qualità tecniche il cinese è sembrato tutto tranne un giocatore capace in carriera di vincere solo tre (tre!) match a livello Challenger.SE NE VA UNA GRANDE OCCASIONE
Zhang aveva già fatto vedere qualcosa di buono superando le qualificazioni (nelle quali era in gara come wild card!) e poi lasciando cinque game a Dutra Silva al pirmo turno, e si è ripetuto meritando il successo in una battaglia di due ore e mezza, vinta di tennis e di testa, a dimostrazione che nel canonico “ormai giocano tutti bene” ripetuto spesso dai giocatori ci sia almeno un fondo di verità. Si è capito sin dalle prime battute che il match di Lorenzi non sarebbe stato una passeggiata, in barba alle quasi 460 posizioni che separano i due nel ranking ATP. Ma con un break sul 3-3 l’azzurro si era aggiudicato il primo set, e quando ha avuto una palla-break nel settimo game del secondo l’epilogo sembrava dietro l’angolo. Invece “Paolino” ha messo in rete un comodo rovescio, il cinese classe '96 ha deciso che era il momento di giocarsi il tutto per tutto e ha tirato fuori dal cilindro un tennis ancora più propositivo, mostrando la capacità di fare tutto in maniera più che dignitosa. Ha continuato a servire bene, è cresciuto col rovescio e ha ribaltato il match con un parziale di sei giochi a uno, salendo 3-1 al terzo. Lì è venuta fuori l’esperienza di Lorenzi, che l’ha fatto giocare il più possibile, ha recuperato lo svantaggio e l’ha obbligato ad andare a vincersi la partita, ma per sua sfortuna Zhang l’ha fatto benissimo. Ha cancellato alla grande due palle-break sul 3-4, si è preso il tie-break e l’ha giocato da tennista navigato, senza un filo di braccino e con la giusta dose di coraggio. Basta vedere come ha giocato il match-point più importante della sua carriera, sul 6-4, seguendo a rete la seconda di servizio e chiudendo con la volèe vincente. Shenzhen gli porta bene: aveva già raggiunto il secondo turno (sempre da qualificato) nel 2015, e due anni dopo ha fatto ancora meglio, e con Henri Laaksonen da affrontare nei quarti può sognare la semifinale. Un’occasione che doveva essere di Lorenzi, invece è scivolata via con un k.o. da dimenticare. Anche se, fa un po’ strano dirlo, i suoi demeriti non sono più dei meriti dell’avversario.
ATP 250 SHENZHEN – Secondo turno
Zhizhen Zhang (CHN) b. Paolo Lorenzi (ITA) 4-6 6-3 7-6
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