Continua anche nel 2017 l’incredibile favola ecuadoriana di Victor Estrella Burgos: tre finali in carriera nel Tour maggiore e tre successi consecutivi, tutti all’ATP 250 di Quito. Lorenzi va prima avanti di un set e un break, poi si guadagna un match-point nel tie-break del terzo, ma non può far altro che arrendersi. Estrella a Quito non ha rivali.
Chiamatelo rapporto speciale, o storia d’amore, o come preferite. Di certo, in ciò che si è creato fra Victor Estrella Burgos e l’ATP 250 di Quito non c’è nulla di casuale. Il (quasi) 37enne dominicano deve un buon 80% della sua carriera al governo dell’Ecuador, che nel 2015 ha deciso di portare nel Paese il torneo inaugurale della Golden Swing sudamericana. Indirettamente, gli hanno fatto il più bel regalo che potessero: in una carriera decollata tardissimo il buon “Viti” ha raggiunto per tre volte una finale nel Tour maggiore, sempre agli oltre 2.700 metri di altitudine della città ecuadoriana, e le ha vinte tutte completando un tris unico nella storia del tennis. Conquistando il titolo anche nel 2017, è diventato il primo giocatore di sempre capace di vincere tre titoli nello stesso posto senza conquistarne alcuno altrove. Magari qualcuno lo eguaglierà, ma difficilmente perderà il primato per colpa sua, perché pensarlo vincitore in qualsiasi altro torneo pare francamente impossibile. Eppure, quando mette piede a Quito diventa imbattibile. Nelle ultime tre stagioni sono stati in tanti a provarlo sulla propria pelle, per ultimo un generosissimo Paolo Lorenzi, che ha annusato a lungo la possibilità di mettere un secondo trofeo sulla scala di casa, accanto a quello conquistato nel 2016 a Kitzbuhel, ma alla fine ha dovuto cedere alla dura legge della Estrella dominicana, passato 6-7 7-5 7-6 in una finale da oltre 70 anni in due. Nell’intervista di fine 2016, il toscano ci ha confessato di non digerire solamente le sconfitte nelle quali non riesce a dare tutto, ormai non più di 2 o 3 a stagione. Stavolta il massimo l’ha dato, per oltre due ore e mezza, ma l’amarezza è comunque tantissima, per il match-point mancato nel tie-break del terzo set ma forse ancor di più per il modo in cui si è lasciato sfuggire il secondo parziale, aperto con un break che pareva risolutivo.ESTRELLA, CAMPIONE PER… UN PUNTO
Dopo un primo parziale sembra l’ombra di una palla-break, l’azzurro è riuscito a girare in suo favore il tie-break con un pizzico di fortuna: Estrella è inciampato nel colpire un diritto, lui l’ha punito con un winner ed è passato a comandare, prendendo la fiducia necessaria per giocare in maniera sempre più aggressiva. Si è avvicinato al campo in risposta, e sembrava aver veramente trovato la chiave per risolvere il match. Con un doppio fallo Estrella gli ha consegnato il primo break del match in apertura di secondo, lui è salito 2-0 e nel terzo game ha avuto una chance per il doppio break. L’ha mancata con un rovescio lungo, ma stava funzionando tutto talmente bene da non dargli troppa importanza. Invece col senno di poi è stato un errore determinante. Lorenzi è volato comunque fino al 4-2, ma era strano che bastasse così poco per rompere l’incantesimo del rivale all’Ecuador Open, e infatti Estrella è riemerso in tempo, “Paolino” è andato in panne con una seconda di servizio dal rendimento insufficiente e il match ha cambiato padrone in men che non si dica. Dal 4-2 Lorenzi nel secondo si è passati al 4-2 Estrella nel terzo, col dominicano galvanizzato dalla rimonta e l’azzurro sempre più provato. Ma era giusto che fosse il tie-break a decretare il vincitore, mentre il pubblico (finalmente numeroso dopo una settimana di spalti deserti) aveva già eletto Lorenzi come suo favorito, forse sperando finalmente di applaudire un campione differente. Nel tie-break un rovescio colpito male dall’azzurro ha dato il 4-2 al rivale, un errore di Estrella con lo slice ha rimesso le cose in parità, prima di un finale elettrizzante. Con un ace a 220 km/h, il diciassettesimo (!) del match, Lorenzi si è preso un match-point, ma Estrella gliel’ha cancellato e gli ha restituito la stessa identica situazione, sparando a sua volta un ace e salendo 7-6. E Lorenzi non è stato bravo quanto lui a superare il pericolo.LA PARIGI DI “VITI”, IL FUTURO DI LORENZI
Per suggellare il suo amore con l’Ecuador Open, Estrella ha disegnato sulla terra rossa del Centrale un cuore con la racchetta, il celebre gesto reso famoso da Guga Kuerten al Roland Garros, e poi ripreso nel 2016 da Novak Djokovic. Chissà se anche “Viti” gli ha chiesto una sorta di permesso come ha fatto “Nole”: di certo non gliel’avrebbe negato, visto che l’alchimia che si è creata col tennis en latitud di Quito (come da slogan dell’evento) non è poi così diversa da quella che permise all’ex numero uno brasiliano di trionfare per tre volte sul Philippe Chatrier. Si giocasse sempre in altura, probabilmente Estrella – che è nato e risiede sul mare! – sarebbe stabilmente nei primi 50 del mondo, ma il bello della sua favola è proprio questo: lontano da Quito ha giocato appena un’altra semifinale a livello ATP (a Bogotà, c’erano dubbi?), e solo le condizioni dell’Ecuador riescono a trasformarlo in un giocatore temibilissimo, quest’anno capace di salvare match-point in due match su cinque: prima tre alla prima testa di serie Ivo Karlovic, quindi quello a Lorenzi. Al di là di un po’ di sana delusione, il torneo di Lorenzi resta super positivo, come il feeling alla Estrella (o quasi) con l’altura. Non ha battuto dei fenomeni, anche se Ramos vanta un quarto di finale all'ultimo Roland Garros ed è fra i primi 30 del mondo, ma se si considera che è arrivato in Ecuador dalle condizioni totalmente diverse di Buenos Aires (dove tornerà da domani per l’ATP 250), e pure con un giorno in meno del previsto per adattarsi, aver chiuso la settimana con un trofeo in borsa – e riconquistando il ruolo di n.1 d'Italia – resta un risultato di spessore. “Adoro giocare qui – ha detto – e sono sicuro che tornerò anche il prossimo anno”. Scelta saggia, visto che i suoi risultati a Quito sono sempre andati in crescendo: quarti nel 2015, semifinale nel 2016, finale nel 2017. Vuoi vedere che nel 2018…
ATP 250 QUITO – Finale
Victor Estrella Burgos (DOM) b. Paolo Lorenzi (ITA) 6-7 7-5 7-6
Circa l'autore
Post correlati
Grazie Rafa, modello di talento e intelligenza
Un campione unico, buono, intelligente, amato da tutti, fan e avversari, anche il suo più grande foto Ray Giubilo...