Al toscano basta superare due giocatori fuori dai primi 100 per agguantare a Quinto la sua quarta semifinale in carriera nel circuito maggiore ATP: fortuna, ma il merito è anche suo e il servizio funziona a meraviglia. Tornerà n.1 d’Italia. Fuori invece Gaio, battuto in due set dal Re di Quito, Victor Estrella. Curiosità statistica: l’Ecuador Open ha gli stessi semifinalisti del 2016.
Ormai non fa quasi più notizia trovarlo lì, perché Paolo Lorenzi ha abituato i suoi tifosi a risultati importanti. Ma quella agguantata all’Ecuador Open di Quito è pur sempre la sua quarta semifinale in carriera nel circuito maggiore, la seconda consecutiva ai 2.750 metri di altitudine della città sudamericana. È passata un po’ sottotraccia perché il toscano non ha dovuto battere avversari particolarmente pericolosi, ma questo è l’effetto del suo grande 2016. Si è garantito la possibilità di essere fra le teste di serie nella gran parte degli ATP 250, e vista l’entry list non eccezionale del torneo di Quito è finito addirittura fra i meritevoli di un “bye” al primo turno. È stato preziosissimo: gli ha permesso di smaltire il viaggio in ritardo dall’Argentina, adattarsi alle condizioni di gioco particolari, e pure trovarsi di fronte due giocatori (prima Mattew Ebden e poi Rajeev Ram) fuori dai primi 100 del mondo e peraltro più competitivi lontano dalla terra battuta, anche se l’altura rende i campi molto veloci. Così, battendo per 6-3 6-4 il sosia (nei colpi, nelle movenze e in nient’altro) di Pete Sampras, “Paolino” ha è conquistato la semifinale, bissando il risultato di dodici mesi fa e riprendendosi immediatamente la poltrona di numero uno azzurro. A causa dei 90 punti di Quito 2016, usciti dal ranking con una settimana d’anticipo dal ranking, Fognini l’aveva superato di una manciata di posizioni, ma per il momento l’attacco è respinto.
IL SERVIZIO CONTINUA A CRESCERE
Pare che a certe altitudini l’azzurro si trovi a meraviglia: ben sei dei suoi titoli a livello Challenger sono arrivati in Colombia, e nel complesso il suo tennis guadagna molta incisività, perché il servizio funziona meglio. A fine 2016 l’aveva indicato come il colpo fondamentale da migliorare nell’anno nuovo, per riuscire ad avere sempre più punti gratuiti, e per il momento può essere molto soddisfatto. L’ha mostrato in Coppa Davis contro Guido Pella e l’ha ribadito nelle prime due uscite in Ecuador, non cedendo mai la battuta e perdendo complessivamente appena sei punti con la prima di servizio. Resta il problema sulla percentuale di prime in campo, sotto al 50% in entrambi gli incontri. Contro Ram è stata addirittura del 41, eppure l’azzurro ha controllato il rivale di superiorità lasciandogli giusto tre palle-break (cancellate). Segno che forse l’atteso passo avanti in battuta sta arrivando: è solo questione di mettere a punto la percentuale. Gli servirà nella serata (italiana) di sabato contro lo spagnolo Albert Ramos, buon ribattitore ma soprattutto tennista molto solido dalla “baseline”. L’altura darà un primo aiutino all’azzurro, e quello di provare a giocare il minor numero possibile di scambi potrebbe diventare un fattore determinante.
GAIO PERDE MA SORRIDE
È invece terminata nei quarti di finale la corsa di Federico Gaio, battuto con un doppio 6-4 dal Re di Quito, Victor Estrella Burgos. Il duello profumava di occasione, forse lo era perché il dominicano non è più forte di Melzer, ma rompere il suo incantesimo con il torneo ecuadoriano sembra impossibile. Da quando l’appuntamento è nato, nel 2015, “Viti” non ha mai perso, accumulando un bilancio positivo di tredici vittorie consecutive. Quella di giovedì contro la prima testa di serie Ivo Karlovic (che ha colto l’occasione per fare un altro record di ace: 39, mai così tanti per nessuno in un match di 3 set sulla terra) potrebbe averne lanciato l’ennesima campagna trionfale, ed è una grande notizia soprattutto per la sua classifica, visto che la “scadenza” dei punti del 2016 l’ha fatto sprofondare fuori dai primi 150 giocatori del mondo. La stessa soglia che invece Gaio vede di buon occhio, e soprattutto da sempre più vicino. Un break per set gli è costato un rapido KO nonostante una differenza minima, ma grazie ai 57 punti raccolti in Sudamerica il faentino migliorerà sensibilmente il suo best ranking, salendo alla posizione numero 156. E ripartirà con nuove sicurezze, lasciando al torneo ecuadoriano una curiosa statistica: i semifinalisti sono gli stessi dello scorso anno, quando Estrella eliminò Ramos e Bellucci batté Lorenzi. Stavolta i due finalisti uscenti si scambiano gli avversari.
 
ATP 250 QUITO – Quarti di finale
Paolo Lorenzi (ITA) b. Rajeev Ram (USA) 6-3 6-4
Victor Estrella Burgos (DOM) b. Federico Gaio (ITA) 6-4 6-4