Esordio ATP con vittoria per l’ex baby fenomeno del tennis tricolore: a Marrakech pesca un Paul-Henri Mathieu in giornata storta, ma è bravo ad approfittarne e passa 7-6 6-3, cancellando palle-break su palle-break. Ci sono ancora tanti aspetti da migliorare, ma accorgersi di poter vincere anche a certi livelli può diventare fondamentale.Alla Tennis Training di Foligno coach Fabio Gorietti e il suo staff hanno fatto miracoli sia con Luca Vanni sia con Thomas Fabbiano, ma evidentemente non si vogliono accontentare. E ora sembra giunta la volta di Gianluigi Quinzi. Magari è soltanto un caso, ma la coincidenza non può non essere interessante: al primo torneo da quando il marchigiano ha cambiato (per l’ennesima volta) guida tecnica, ecco in serie la prima qualificazione per un torneo ATP e anche la prima vittoria, conquistata contro un giocatore dal passato brillante come Paul-Henri Mathieu. Risultati che solo qualche settimana fa sembravano lontanissimi, e invece sono diventati realtà all’ATP 250 di Marrakech, un torneo che peraltro il francese aveva pure conquistato, esattamente dieci anni fa, quando ancora si giocava sulla terra battuta di Casablanca. Per riaccendere di colpo tutte le speranze maturate quando “GQ” vinceva a Wimbledon juniores e arrivava al numero uno del mondo fra gli under 18 è presto, molto presto, anche perché nel 7-6 6-3 a favore dell’azzurro ci sono tanti meriti suoi quanti demeriti di Mathieu, incapace di far pesare la sua enorme esperienza (oltre che di sfruttare 6 set-point nel primo parziale) e troppo falloso nei momenti che contano. Ma la vittoria è comunque il primo segnale veramente positivo da un sacco di tempo a questa parte, e Quinzi l’ha conquistata sia sul campo sia psicologicamente, non dando troppo peso al fatto che dall’altra parte della rete ci fosse pur sempre un giocatore capace di vincere 4 titoli ATP e salire fino alla dodicesima posizione della classifica mondiale. La statistica comparsa a inizio match la diceva lunga: da una parte 578 partite a livello ATP, spalmate in 18 anni di carriera, dall’altra una, quella di oggi. Sarebbe dovuta arrivare prima? Probabilmente sì, ma intanto vincere alla “prima” non è cosa da tutti, specie in Italia: Fognini ce l’aveva fatta alla quinta, Seppi alla sesta, Bolelli alla settima, lui alla prima. Buon segnale. È il caso di ripeterlo: si tratta soltanto di un match vinto, peraltro contro un avversario che gli ha dato una bella mano, ma resta un successo che prima non era mai arrivato. Quinzi ha mostrato qualche segnale di crescita al servizio, anche se alla quindicina di ace va abbinata una continuità che nel primo set è mancata, mentre da fondo campo fatica a far male, con una palla che per permettergli di stare a certi livelli deve guadagnare ancora velocità. Ma quello che è piaciuto è la capacità di compensare le sue lacune con la grinta, la volontà di crederci sul serio, di stare nel match: si è accorto che Mathieu regalava tanto (fino a mancare la bellezza di 14 palle-break consecutive dal 4-3 del primo set), e anche se non è riuscito ad approfittarne di tennis l’ha fatto nel corpo a corpo, cancellando set-point in tre game diversi: prima sul 4-5, poi sul 5-6 e quindi nel tie-break, risolto per 10-8. E nel secondo parziale ha contenuto con attenzione l’iniziale tentativo di fuga di Mathieu, è scappato lui sul 3-0 e non si è più lasciato riprendere, salvando altre tre palle-break (da 0-40) nell’ultimo gioco. Prima della stretta di mano sembrava sorpreso, come se avesse aspettato talmente a lungo questo momento da non sapere come reagire. L’ha fatto con un urlo liberatorio, per scacciare i tanti cattivi pensieri delle ultime stagioni e ripartire con un successo che vale molto più dei 32 punti che il prossimo lunedì andranno a rimpolpare la classifica del ventunenne di Porto San Giorgio, permettendogli di portarsi molto vicino ai primi 250 del mondo, nella zona calda per le qualificazioni Slam. In questo caso punti e soldi contano zero: l’unica cosa di cui ha bisogno, dopo aver passato tanti periodi difficili, è di accorgersi di poter stare (e vincere) anche a certi livelli. Se riuscirà a capirlo e convincersene, anche se al momento i mezzi non sono ancora all’altezza, tutto il resto arriverà di conseguenza. Se c’è qualcosa che non è mai stato in discussione, fra le varie lacune tecniche, è che Quinzi sa come vincere le partire. Una qualità che il tempo non porta via.

ATP 250 MARRAKECH – Primo turno
Gianluigi Quinzi (ITA) b. Paul-Henri Mathieu (FRA) 7-6 6-3