Kei Nishikori non vince un torneo ATP da oltre due anni, ma il Giappone ha trovato il modo per consolarsi. Nel 2017 ha vinto il suo primo titolo Yuichi Sugita, mentre meno di dodici mesi dopo è il turno di Taro Daniel. Il 25enne di papà statunitense sbanca l'ATP 250 di Istanbul da numero 114 del mondo. È il quinto giapponese a vincere un titolo nel Tour.Toshiro Sakai, Shuzo Matsuoka, Kei Nishikori e Yuichi Sugita. Era il breve elenco dei tennisti giapponesi capaci fino a ieri di conquistare almeno un titolo nel circuito ATP, ma da oggi si è arricchito di un nome nuovo, con la Turchia a far ancora una volta da sfondo. Nel 2017 aveva portato fortuna a Sugita, campione nell’edizione inaugurale dell’ATP 250 di Antalya, mentre stavolta ha dato la più importante gioia in carriera a Taro Daniel, capace di trionfare a Istanbul da numero 114 della classifica mondiale, a conferma di un periodo in cui nel Tour maggiore stanno trovando spazio tante sorprese. La scorsa settimana era stata la volta di Marco Cecchinato, mentre sette giorni dopo è toccato al giapponese nato a New York e cresciuto (tennisticamente) nell’accademia di Pablo Lozano a Valencia, dove ha forgiato un tennis che funziona meglio sulla terra battuta. Gli è servito per spuntarla per 7-6 6-4 in finale contro il tunisino Malek Jaziri, un altro che di finali nel Tour non ne aveva mai disputata nemmeno una, e aggiungere un’altra grande soddisfazione alla prima parte del suo 2018, che l’aveva già visto cogliere una sorprendente vittoria a Indian Wells contro (la brutta copia di) Novak Djokovic. Tuttavia, l’ipotesi di un potenziale turning point era svanita in fretta, con quattro sconfitte nei cinque incontri successivi, compreso uno (l’ultimo) a livello Challenger. Ma in Turchia ha trovato un pizzico di magia, fino a conquistare più match ATP in un solo torneo (cinque) di quanti ne aveva vinti nell’intera stagione scorsa (quattro), e diventare il sesto tennista a vincere nel 2018 il suo primo titolo nel Tour, dopo Daniil Medvedev, Roberto Carballes Baena, Mirza Basic, Frances Tiafoe e Marco Cecchinato. Su 28 tornei disputati sin qui non sono affatto pochi. PRIMA SEMIFINALE, PRIMA FINALE, PRIMO TITOLO
E pensare che dopo i successi contro Matteo Berrettini e Aljaz Bedene il torneo di Daniel sembrava finito ai quarti di finale, quando si è trovato sotto per 4-0 al terzo contro Rogerio Dutra Silva. Il brasiliano ha avuto anche una palla del 5-0, ma con un’incredibile rimonta Daniel l’ha spedito a giocare le qualificazioni al Challenger di Roma Garden, e si è regalato la prima semifinale in carriera nel circuito maggiore. Non contento, ha fatto fuori in tre set anche Jeremy Chardy e contro Jaziri è riuscito a giocare il tennis che piace a lui, smorzando alla distanza l’estro del tunisino con un tennis di regolarità e tanti scambi lunghi, perfetti per sfinire un avversario che non ha nella condizione fisica la sua arma principale. Dopo aver conquistato al tie-break un delicato primo set, nel quale era stato comunque sempre lui a dare l’impressione di averne di più, Daniel ha trovato l’allungo definitivo nel quinto game del secondo parziale, dopo essersi già fatto rimontare da 2-0. Ha mancato un paio di match-point sul 5-3 e anche il primo al servizio sul 5-4, sprecato con un doppio fallo, ma sul secondo è riuscito finalmente a tenere i nervi saldi. Dopo uno scambio di 19 colpi a velocità da riscaldamento ha deciso di provarci, ha scelto di accelerare col lungolinea e il coraggio è stato ricambiato dal winner, che dopo 2 ore e 22 minuti gli ha consegnato un successo dai contorni simili a quello della scorsa settimana a Budapest di Cecchinato. Anche il siciliano, prima della sua settimana di gloria, a livello ATP non aveva mai raggiunto nemmeno una semifinale, mentre ora ha un trofeo che brilla in bacheca. E pazienza se Kei Nishikori ha abituato il Giappone a un altro genere di trionfi: in attesa che torni (ed è sulla buona strada) è doveroso sapersi accontentare.

ATP 250 ISTANBUL – Finale
Taro Daniel (JPN) b. Malek Jaziri (TUN) 7-6 6-4