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In quattro partite Berrettini non ha sbagliato un colpo, e dopo le vittorie di spessore su Rublev e Lopez non poteva arenarsi contro Zopp, come lui alla prima semifinale nel Tour, ma con 8 anni in più – e varie possibilità in meno –sulla carta d’identità. Detto, fatto: 6-4 7-6, senza perdere il servizio (come già nei match precedenti) e finale in cassaforte, al termine di un match che doveva iniziare alle 11 e invece è scattato alle 15.45, con l’enorme rischio di venire direttamente rimandato a domenica a causa della pioggia. La lunga attesa non ha tolto la concentrazione a Berrettini: ha aperto il match con un robusto passante di rovescio, ha tolto immediatamente il servizio a Zopp e tanto gli è bastato per vincere il primo set, contro un avversario andato via via crescendo. L’estone ha avuto due palle per rientrare sul 5-5, ma Matteo le ha cancellate con attenzione e coraggio, e grazie alla solita combinazione servizio-diritto si è preso il set, costruendo un buon 50% del suo successo. La parte mancante l’ha aggiunta nel tie-break del secondo parziale: con un gran passante di diritto ha rotto l’equilibrio salendo sul 5-3, e anche se i primi due set-point (6-4) se ne sono andati con altrettanti errori di diritto, frutto di un po’ di tensione, è riuscito a tenere i nervi saldi. Se n’è guadagnato un terzo e l’ha giocato con una freddezza da campione: ha servito un kick profondo e poi si è inventato una precisa smorzata, imprendibile per l’avversario.
“Negli ultimi punti ho accusato un po’ di tensione – ha detto Matteo –, anche perché era la mia prima semifinale nel circuito. Ma sono molto contento di come sono andate le cose. Giocare due finali (sarà in campo anche nel doppio, con Daniele Bracciali, ndr) è una sensazione incredibile. Siamo stati fortunati a riuscire a finire la partita, e ho sentito tanto sostegno da parte del pubblico italiano, quindi grazie a tutti. Ora devo cercare di rimanere concentrato in vista delle finali di domani: spero di poter competere al meglio”. Dispiace che questa settimana con Berrettini non ci sia Vincenzo Santopadre (Matteo è accompagnato dalla fidanzata Lavinia e da Marco Gulisano), l’uomo che l’ha plasmato con attenzione, pazienza e cura, guidandolo verso tutte le scelte giuste che stanno fruttando risultati sempre più importanti, tanto da aver condotto alla nascita di una nuova accademia a Roma, costruita ad hoc su di loro. Grazie alla finale raggiunta Berrettini si è garantito un ritocco al best ranking, visto che salirà almeno al numero 67 ATP, ma il suo risultato allo Swiss Open guadagna ancor più valore se paragonato a livello di tempistiche a quelli dei nostri migliori giocatori attuali. Fabio Fognini la sua prima finale ATP l’ha giocata a 25 anni, Seppi a 23 anni e 5 mesi (proprio a Gstaad, nel 2007), mentre Matteo se l’è guadagnata a 22 anni e 3 mesi, dopo aver iniziato a frequentare a tempo pieno il circuito maggiore solamente lo scorso marzo. Un dato davvero incoraggiante.
ATP 250 GSTAAD – Semifinale
Matteo Berrettini (ITA) b. Jurgen Zopp (EST) 6-4 7-6