Arriva da Gstaad il primo quarto di finale di Matteo Berrettini nel circuito ATP. Il romano aveva fallito la chance sette giorni fa a Bastad, ma era solo questione di tempo. In Svizzera fa fuori in due set Andrey Rublev, gestendo alla perfezione un match tutt'altro che semplice, e conferma progressi sempre più interessanti. Può fare altra strada.I giocatori lo dicono sempre: uno dei migliori aspetti del tennis è che ogni settimana c’è un’opportunità nuova. Matteo Berrettini aveva lasciato Bastad a testa bassa, battuto da Henri Laaksonen in un match del tutto anonimo, ma l’opportunità sfumata per regalarsi il suo primo quarto di finale a livello ATP è tornata appena sette giorni dopo allo Swiss Open di Gstaad, e stavolta il romano non ha fallito. Anzi, ha sorpreso, vincendo un gran bel match contro Andrey Rublev, numero 4 del tabellone. Il comodo successo di martedì contro Radu Albot invocava ottimismo, e all’indomani il 22enne laziale ha fatto ancora meglio, spuntandola per 6-3 6-3 in un match gestito benissimo dall’inizio alla fine, contro quello che – Zverev a parte – sembra l’elemento di maggior qualità della tanto decantata Next Gen. Eppure, sul campo intitolato a Roy Emerson il più forte è stato l’azzurro, bravissimo a non cedere il servizio e ad approfittare della condizione non ottimale del ventenne russo, rientrato la scorsa settimana dopo uno stop di quattro mesi per un problema alla schiena. La mancanza di ritmo si è vista, ma quello che conta è che Berrettini è stato perfetto nel capitalizzate tutte le occasioni concesse da Rublev, convertendo addirittura tre palle-break su tre. La prima gli è servita per spezzare l’equilibrio sul 4-3 del primo set, dopo che era stato lui il primo a concedere (e salvare) una palla-break, mentre con la seconda ha allungato nel terzo gioco del secondo set, dopo che un’interruzione per pioggia aveva fermato l’incontro sull’1-1 per una cinquantina di minuti. Al rientro in campo Berrettini è ripartito in quarta, armato del solito drittone, e una volta allungato non si è lasciato più riprendere.
MATTEO PUÒ FARE ALTRA STRADA
In generale, come detto e ripetuto più volte, dell’azzurro piace (tanto) la capacità di stare in campo e di gestire l’incontro, anche contro avversari – sulla carta – superiori. Un bell’esempio l’ha regalato il settimo game del secondo set: al servizio sul 4-3 l’azzurro ha concesso una palla-break spedendo lungo un diritto, ma si è difeso con un servizio che in altura (Gstaad si trova a 1.100 metri sul livello del mare) risulta ancora più incisivo. Matteo ha servito una prima a 213 km/h al corpo del russo, ha cancellato l’opportunità e poi ha chiuso la partita nel game successivo, con un nuovo break che gli ha regalato il primo quarto di finale in carriera nel circuito maggiore. Vien da dire che sarà il primo di una lunga serie, perché l’azzurro cresce a vista d’occhio settimana dopo settimana, e sta iniziando a inanellare con continuità dei successi di qualità, battendo avversari sempre più competitivi. Per questo, appare possibile anche il suo prossimo impegno, venerdì contro il vincitore del derby spagnolo fra il lucky loser Oriol Roca Batalla (giustiziere martedì di Paolo Lorenzi) e Feliciano Lopez. Le caratteristiche di gioco di quest’ultimo non devono ingannare: le condizioni di gioco dello Swiss Open rendono il suo tennis d’attacco ugualmente pericoloso che sui campi rapidi, tanto che delle sue tre finali in carriera sul rosso due Lopez le ha giocate proprio a Gstaad, vincendo quella del 2016. Tuttavia, il Berrettini attuale può iniziare a porsi ambizioni importanti, entrando in campo per vincere anche contro tanti avversari che solo fino a qualche mese fa parevano ancora fuori portata. A piccoli passi se ne sta rendendo conto anche lui.

ATP 250 GSTAAD – Secondo turno
Matteo Berrettini (ITA) b. Andrey Rublev (RUS) 6-3 6-3