Uno splendido Lukas Lacko nega a Marco Cecchinato la finale a Eastbourne, imponendo alla partita un ritmo da erba insostenibile per azzurro. Tuttavia, per l'azzurro ci sono ben pochi rimpianti, e la consapevolezza tutta nuova di poter essere competitivo anche sull'erba. Gli servirà a Wimbledon, per provare a far lo sgambetto a De Minaur.Se sette giorni fa avessero detto a Marco Cecchinato che a Eastbourne sarebbe arrivato in semifinale, il siciliano ci avrebbe messo la firma, magari dopo una bella risata. Per questo, anche se la seconda finale ATP in carriera deve aspettare, il siciliano può e deve accontentarsi, lasciando da parte ogni tipo di rimpianto. Ce ne potrebbe essere qualcuno legato al nome dell’avversario, quel Lukas Lacko che sulla carta è il peggiore avversario affrontato dall’azzurro a Devonshire Park, ma le recriminazioni spariscono completamente di fronte alla gran prova dello slovacco, numero 94 del mondo, decisamente più bravo rispetto a Istomin e Millman a imporre alla partita dei ritmi da erba. Fra secondo turno e quarti di finale, infatti, Cecchinato era riuscito a giocare il tennis che gli piace, manovrando il gioco col diritto e con lo slice di rovescio, mentre il trentenne di Piestany – che mercoledì si è preso la miglior vittoria in carriera, battendo il n.11 ATP Diego Schwartzman – l’ha obbligato a un match completamente diverso. L’ha aggredito ogni volta che ne ha avuto la possibilità, spingendo con colpi piatti e alla costante ricerca del punto, ed è riuscito a imporre al duello un ritmo che Cecchinato non ha saputo tenere. Dice tutto il punteggio: 6-3 6-4 in appena 58 minuti di gioco, con un break per set e nemmeno l’ombra di una possibilità per l’azzurro. Lacko l’ha sempre tenuto a distanza, lasciandogli appena sette punti in dieci turni di battuta e riuscendo a trarre il massimo dalle palle-break a sua disposizione, fino a conquistare la sua seconda finale ATP in carriera, dopo quella persa nel lontano 2012 a Zagabria contro Mikhail Youzhny.
A WIMBLEDON PER VINCERE ANCORA
A differenza dei giorni precedenti, Cecchinato ha faticato anche dal punto di vista dell’atteggiamento. Sia mercoledì che giovedì era rimasto tranquillo e positivo anche nelle difficoltà, riuscendo a vincere due match in rimonta, mentre oggi è parso spazientito piuttosto rapidamente. Ma il motivo è semplice: si è accorto subito che le sue possibilità di successo dipendevano soprattutto dall’avversario, bravissimo a non concedere mezza chance, sbagliare poco e confermare che il motivo per cui non è mai andato oltre la 44esima posizione della classifica non sono certo i suoi colpi, quanto la mancanza di continuità. Quella continuità che invece potrebbe diventare una delle armi dell’azzurro, che comunque lascia Eastbourne con tanta consapevolezza in più. Al Nature Valley International ha capito di essere competitivo anche lontano dalla terra battuta, aggiungendo subito un risultato di spessore alla semifinale del Roland Garros, e presentandosi a Wimbledon con ambizioni ben diverse rispetto allo scorso anno. Dodici mesi fa ci era arrivato con un giorno d’anticipo e le scarpe sporche di terra rossa dopo la semifinale al Challenger di Milano, perdendo rapidamente contro Kei Nishikori, mentre stavolta si presenterà all’All England Club con dieci giorni di erba nelle gambe, e la testa di serie numero 29 che gli ha permesso di evitare almeno i giganti. Non avrà comunque un accoppiamento facile, visto che Alex De Minaur è in grande crescita e quest’anno sull’erba ha già vinto la bellezza di dodici partite (solo Jeremy Chardy come lui), ma visto quanto sta combinando nell’ultimo periodo non si può certo darlo per spacciato. Anzi…

ATP 250 EASTBOURNE – Semifinale
Lukas Lacko (SVK) b. Marco Cecchinato (ITA) 6-3 6-4