Paolo Lorenzi si conferma un mostro di concretezza, regola Andrey Kuznetsov con un doppio 6-4 e si guadagna a Budapest la quinta semifinale ATP in carriera. In tre delle quattro precedenti non si è fermato, anche se contro Lucas Pouille servirà una mezza impresa. Intanto, solo il sistema di calcolo della classifica gli nega il nuovo best ranking.Col senno di poi, la sconfitta di Fabio Fognini contro Andrey Kuznetsov a qualcosa è servita. E non solo a tenere il russo in campo per un paio d’ore, ma anche a confermare a Paolo Lorenzi quale fosse la chiave per avere la meglio sul numero 87 del mondo: la regolarità. Non che il toscano non lo sapesse, visto che a intelligenza tattica è da top ten, ma un ripasso fa sempre bene. Fognini ha perso perché ha accusato troppi alti e bassi, dominando il match nel momento di “up” ma perdendolo appena il braccio ha iniziato a funzionare meno, mentre Lorenzi l’ha vinto con un doppio 6-4, con la solita prova estremamente consistente. Magari non sarà bello da vedere, e nemmeno divertente da ascoltare (visti i versi sempre più profondi), ma muovergli delle critiche è davvero impossibile. Quando deve vincere, il 99% delle volte lo fa. Sembra una banalità, invece è una delle chiavi del suo successo, che a 35 anni e mezzo non conosce sosta. Come la sua programmazione: dopo la Coppa Davis è stato l’unico a giocare subito, centrando i quarti a Marrakech, poi è andato a Monte Carlo, e quindi eccolo a Budapest, a raccogliere la sua quinta semifinale in carriera a livello ATP, la quarta nel giro di poco più di un anno. Inizialmente programmato sul Centrale, l’incontro è stato dirottato sul Campo 1 a causa della pioggia caduta in mattinata, in modo da sveltire il programma ed evitare di sospenderlo in caso di nuove precipitazioni, e il terreno pesante ha certamente aiutato l’azzurro, frenando il rovescio di Kuznetsov e offrendogli qualche frazione di secondo in più in fase di manovra.
STESSI PUNTI DEL N.34, MA SARÀ 35
Il match non è stato così semplice come racconta lo score, ma Lorenzi è stato sempre avanti, fin dal primo game. Si è lasciato recuperare per due volte un break di vantaggio, ma quando è stato il momento di chiudere l’ha fatto, risalendo da 0-40 in un delicatissimo decimo game. Nel secondo, invece, è volato rapidamente sino al 5-1, prima di accusare di nuovo un passaggio a vuoto nel finale, come già all’esordio contro Mikhail Kukushkin. Ma se contro il kazako il calo gli era costato l’obbligo di giocare un tie-break, stavolta il rivale è riuscito a risalire solo fino al 4-5, dopo aver cancellato un paio di match-point. Kuznetsov ha detto “no” anche sul terzo, ma Lorenzi non ha cambiato strategia, continuando con scambi lunghi e palle cariche fino a quando a quando il rivale gli ha offerto uno spiraglio, lui ha piazzato il diritto vincente e raccolto un altro risultato di spessore. A Monte Carlo il numero due azzurro aveva detto che l’obiettivo per il 2017 è solamente quello di migliorare il proprio best ranking, e grazie ai 90 punti ungheresi ci andrà più vicino che mai. Dovesse perdere in semifinale, contro lo stesso Lucas Pouille che l’ha eliminato nove giorni fa proprio dal Masters 1000 del Principato, il prossimo lunedì – Khachanov permettendo (ma al russo servirebbe un risultatone a Barcellona) – Lorenzi sarebbe comunque al numero 35 del mondo, che vuol dire eguagliare il record fatto registrare lo scorso settembre. Non lo supererà soltanto per le regole del sistema di calcolo: il suo bottino sarà di 1.120 punti, gli stessi di Fernando Verdasco, che lo precede al numero 34, ma in caso di parità conta il numero di tornei giocati: chi ne ha disputati di più (Lorenzi) va dietro. Uno scherzo della classifica che non si porrebbe in caso di vittoria contro Pouille…

ATP 250 BUDAPEST – Quarti di finale
Paolo Lorenzi (ITA) b. Andrey Kuznetsov (RUS) 6-4 6-4
Lucas Pouille (FRA) b. Martin Klizan (SVK) 6-4 6-3