C'è il lieto fine nella favola di Marco Cecchinato: da lucky loser, il siciliano conquista l'ATP 250 di Budapest, superando in finale John Millman. Il 25enne di Palermo diventa il 23esimo tennista italiano capace di vincere un titolo ATP, e prova a cambiare la dimensione della sua carriera: salirà al numero 59 ATP. Il sogno top-50, ora, è alla portata.Nella primavera di tre anni fa, quando ancora lottava per conquistare un posto fra i primi 100 del mondo, Marco Cecchinato aveva già un obiettivo ben chiaro. “Dovrò ringraziare a vita i miei genitori per la possibilità che mi hanno dato – diceva – e spero di ricambiarli col mio sogno: entrare nella top-50”. Un traguardo rimasto chiuso a chiave nel cassetto per lungo tempo, col timore che fosse destinato a restarci per sempre, ma che invece una settimana da favola ha reso possibile, addirittura probabile. Quel che è certo è che ora il 25enne palermitano potrà inseguirlo con un titolo ATP in bella vista nel salotto di casa, conquistato al termine di un’edizione rocambolesca del Gazprom Hungarian Open di Budapest, chiusa dal successo per 7-5 6-4 contro l’australiano John Millman. Tutti i favoriti sono caduti in fretta e il più bravo ad approfittarne è stato Cecchinato, che a livello ATP aveva giocato appena un quarto di finale in carriera, nel 2016 a Bucarest (l’evento poi traslocato in Ungheria). Pareva faticasse a reggere il palcoscenico, ma ormai il discorso fa parte del passato: si è sbloccato al Masters 1000 di Monte Carlo e la settimana successiva ha fatto un vero e proprio capolavoro, diventando il nono lucky loser nella storia del tennis ATP a conquistare un titolo. Un dettaglio che aggiunge un altro pizzico di magia al suo torneo, che pareva terminato già lo scorso week-end, con la netta sconfitta nelle qualificazioni contro Jurgen Zopp. Invece è iniziato di nuovo martedì ed è finito col fortunoso nastro vincente che gli ha dato il titolo, dopo un match tecnicamente non spettacolare ma giocato meglio dell’avversario, che in mattinata era già sceso in campo per giocare il terzo set della semifinale contro Aljaz Bedene, vinta con tre match-point salvati.
MILLMAN CROLLA A UN PASSO DAL TERZO
Proprio le tante energie fisiche e mentali lasciate in campo in precedenza dal 28enne di Brisbane, anche lui alla prima finale ATP, hanno dato una mano a Cecchinato, bravo a interpretare meglio di Millman le prime fasi del match. Un break sull’1-1 non è durato a sufficienza per conquistare il set, perché da metà parziale il tennista del Queensland ha fatto un passo avanti, aumentando l’intensità del suo tennis. Ha recuperato lo svantaggio, è salito sul 5-4 e il primo a guadagnarsi un set-point è stato lui, nel decimo gioco. Ma Cecchinato è stato impeccabile: ha servito il solito kick da sinistra, ha colpito con sicurezza lo smash e una volta scampato il pericolo ha trovato la forza per accelerare ancora. Un brutto game di Millman gli dava il 6-5 e servizio, e cinque punti dopo uno splendido diritto lungolinea da lontanissimo sigillava il set. Nel secondo, invece, era Millman a partire meglio e scappare avanti di un break, mentre Cecchinato accusava la fase più difficile della sua partita. Le energie hanno iniziato a calare e per accorciare gli scambi il siciliano ha preso ad abusare della palla corta (che si è comunque rivelata l’arma fondamentale per sfinire l’avversario), mentre Millman ha trovato un filo di brillantezza ed è arrivato con un piede e mezzo al terzo, grazie a due chance consecutive per salire 5-1 e servizio. Sembrava avere il set in pugno, ma nel momento di ucciderlo definitivamente è andato in riserva, e la terza rimonta in tre giorni non gli è riuscita. Cecchinato è riuscito a salvare quel game, ha recuperato il break e poi ha impattato sul 4-4, risalendo da 0-30. Una mazzata morale dalla quale Millman non ha saputo riprendersi, crollando definitivamente nel nono game. Dal 30-30 ha regalato un nuovo break commettendo due doppi falli consecutivi, e nell’ultimo game è stato poco più di uno spettatore, fino a quando il nastro finale non gli ha dato il colpo di grazia. QUEL SOGNO ORA È UN OBIETTIVO
Nonostante una bella chance di conquistare il suo primo titolo ATP gettata al vento, dopo il KO Millman non era nemmeno seccato, perché sapeva di aver dato tutto. Semplicemente, ne aveva meno di Cecchinato, e anche in caso di terzo set la vittoria sarebbe comunque rimasta molto lontana. Buon per l’azzurro, comunque bravo a evitare di allungare la pugna grazie a una reazione di carattere nel momento più difficile della sua partita, fino a regalarsi il 58esimo successo del tennis azzurri nel circuito ATP. Cecchinato entra nel club dei 23 italiani capaci di vincere un titolo nel Tour, e diventa anche il miglior tennista siciliano di tutti i tempi. Nel 2007 Alessio di Mauro era salito fino al n.68 ATP, giocando una finale a Buenos Aires. Lui, invece, la sua prima finale l’ha vinta, raccogliendo 250 punti ATP che il prossimo lunedì lo porteranno al numero 59. “La scorsa domenica avevo perso – ha detto Cecchinato durante la cerimonia di premiazione – mentre ora sono qui col titolo in mano. Forse è un sogno, non lo so. Per me è un giorno speciale, e sono davvero felice”. La vittoria in Ungheria serve a confermare le qualità e i miglioramenti del tennista di Palermo, e anche la sua grande perseveranza. Aveva già assaggiato la top-100 nel 2015, ma poi – anche a causa della brutta vicenda scommesse – era stato ricacciato indietro, e per un anno e mezzo ha dovuto lottare nelle retrovie. Ma non ha smesso di crederci, e nell’estate di due anni fa ha scelto di puntare su un coach alle prime armi come Simone Vagnozzi, che aveva appeso la racchetta al chiodo da pochissimo. Hanno trovato presto l’intesa giusta e l’ascolano l’ha aiutato a ricostruire pezzo dopo pezzo tutte le sue sicurezze, fino a tornare fra i top-100 di prepotenza, passando dalla porta principale. Nel Tour ATP, ora, c’è posto anche per lui. E quel sogno che tre anni fa sussurrava a bassa voce, ora lo può gridare. Senza paura.

ATP 250 BUDAPEST – Finale
Marco Cecchinato (ITA) b. John Millman (AUS) 7-5 6-4