Sarà Isner contro Harrison ad Atlanta. Nella semifinale più nobile "long John", apparso in grande spolvero nelle ultime settimane, elimina Gilles Muller in appena un’ora e 15 minuti di gioco, e andrà alla caccia del quarto titolo ad Atlanta. A contendergli il titolo Ryan Harrison, vittorioso in rimonta su Kyle Edmund.Vince, convince ed approda in finale per il quarto anno consecutivo. Nel BB&T Atlanta Open, John Isner conferma ancora una volta la tradizione positiva sui campi in cemento di Johns Creek cogliendo la settima finale in carriera nella città che diede i natali a Martin Luther King. Il bombardiere statunitense, infatti, ha regolato la testa di serie numero 3 del torneo, il lussemburghese Gilles Muller, in due comodi set con il punteggio finale di 6-4 6-2. Nonostante i precedenti piuttosto combattuti, con ben 9 tie-break giocati su 14 set totali, il tennista di Greensboro ha letteralmente domato e dominato l’avversario sotto ogni punto di vista: al servizio, in risposta e perfino da fondocampo. Nell’atto conclusivo, John Isner se la vedrà contro Ryan Harrison in un derby tutto statunitense.SUPREMAZIA TOTALE
Settima vittoria consecutiva e seconda finale nelle ultime due settimane. Dopo il titolo a Newport, John Isner conferma l’ottimo stato di forma senza pagare minimamente il repentino cambio di superficie. Sul duro di Atlanta, infatti, lo statunitense ha letteralmente passeggiato su uno spento Gilles Muller centrando la ventiquattresima finale in carriera nel circuito maggiore. Ha avuto bisogno di poco più di un quarto d’ora “Long John” per carburare al servizio e iniziare a prendere le misure in risposta. Dopo una prima chance di break non trasformata dal lussemburghese nel secondo game, è stato il numero 20 del mondo, nel gioco successivo, a strappare il servizio al proprio avversario. Lo statunitense custodisce gelosamente il break di vantaggio con assoluta autorità per poi conquistare sul velluto il primo set col punteggio di 6-4. Nel secondo set non cambia la musica, John Isner sale sempre più in cattedra sfoderando risposte a fulmicotone e sfruttando a dovere la giornata negativa alla battuta di un Muller poco efficace anche nel gioco di volo. Il primo allungo giunge puntuale nel terzo game del secondo parziale, proprio come nel set d’apertura. Il lussemburghese, ormai scoraggiato, cede nuovamente la propria battuta anche nel settimo game consentendo all’americano di andare a servire per il match sul 5-2. Malgrado tre palle break consecutive avute a disposizione di Muller per provare a recuperare uno dei due break di svantaggio, John Isner si aggrappa al servizio chiudendo magistralmente le sorti dell’incontro. Un mese da incorniciare per il tennista a stelle e strisce che avanza in finale ad Atlanta ancora una volta (la settima in carriera) e, così come a Newport settimana scorsa, senza cedere mai la propria battuta.
THREE IS THE MAGIC NUMBER
Se qualcosa è andato male per due volte di seguito probabilmente andrà male anche una terza. Ryan Harrison sconfessa il primo assioma della Legge di Murphy e, al terzo tentativo in carriera (2011 e 2013), riesce finalmente a sopravanzare in finale al BB&T Atlanta Open. L’americano vince in rimonta 6-7(5) 6-3 6-4 in due ore e un minuto di gioco spegnendo i sogni di gloria di Kyle Edmund, ancora a secco di finali nel circuito maggiore. A pensare che Harrison avrebbe potuto chiudere la contesa anche in due set, se solo non avesse perso il servizio nel primo set sul 5-4. Il primo parziale si è risolto al tie-break ad appannaggio del britannico, più lucido mentalmente e abile ad orchestrare la propria manovra da fondocampo col diritto. Nel secondo set è proprio quest’ultimo fondamentale ad essere meno incisivo e soprattutto a causargli i tanti errori non forzati nel computo finale del match. Dopo una palla break in avvio di parziale non sfruttata da Kyle Edmund, Harrison è più cinico che mai e nel quarto game opera il sorpasso, gestisce il vantaggio e porta il britannico al terzo set. Nel parziale decisivo il copione non cambia, lo statunitense limita i gratuiti da fondocampo mentre Edmund cala vistosamente complice anche un problema al braccio destro. L’allievo di Mark Hilton, ex coach di Daniel Evans, si salva dallo 0-30 nel quinto game del terzo set ma nulla può nel nono gioco quando cede di schianto consegnando, di fatto, il proprio servizio a zero al proprio avversario. Ryan Harrison non si lascia pregare, serve divinamente e stacca il pass per la seconda finale stagionale dopo il titolo colto a Memphis.

FINALE MADE IN USA
In Georgia non aspettavano altro alla vigilia delle semifinali. All’atto conclusivo della 30esima edizione del BB & T Atlanta Open, saranno John Isner e Ryan Harrison a contendersi il titolo all’insegna di un derby tutto a stelle e strisce. Il primo è giunto in finale per il quinto anno di fila e va alla caccia del quarto trofeo sui campi di Johns Creek, il secondo ha colto la seconda finale stagionale migliorando il pessimo ruolino di marcia che lo ha caratterizzato sino allo scorso febbraio. Prima del torneo di Memphis, il bilancio in carriera giunto a questo punto del torneo, ovvero alle semifinali, è stato a dir poco sconfortante: zero finali a fronte di sette battute d’arresto. In caso di successo, Ryan Harrison migliorerebbe ulteriormente il proprio best ranking raggiunto lo scorso 17 luglio assestandosi alla posizione numero 38 nel ranking ATP. John Isner, dal canto suo, vincendo questa sera entrerebbe nella storia del torneo di Atlanta laureandosi campione per ben quattro volte superando Andy Roddick e Pete Sampras fermi a quota tre. Il bombardiere di Greensboro è avanti nei precedenti 5 a 2 ma nell’ultimo confronto diretto dello scorso anno è stato Harrison a prevalere al Masters 1000 di Toronto. Comunque dovesse andare ad Atlanta, per il pubblico, sarà ugualmente un successo.

ATP 250 ATLANTA – Semifinali
John Isner (USA) b. Gilles Muller (LUX) 6-4 6-2
Ryan Harrison (USA) b. Kyle Edmund (GBR) 6-7(5) 6-3 6-4