Il torneo di Indian Wells punta a raggiungere 500.000 spettatori entro 5 anni, più di Parigi e Wimbledon. Si partirà dall’ampliamento dei parcheggi.
Uno scorcio dell'Indian Wells Tennis Garden, impianto inaugurato nel 2000
Di Riccardo Bisti – 22 marzo 2012
L’ultima edizione di Wimbledon ha fatto registrare 494.761 spettatori. Il Roland Garros si è “fermato” a 429.105. Dati importanti, ma che possono essere insidiati (e addirittura scavalcati) dal torneo di Indian Wells. La rivoluzione è partita nel 2000, quando il vecchio impianto è stato sostituito dal’Indian Wells Tennis Garden. Nelle ultime 13 edizioni, il record di spettatori è stato battuto in 12 occasioni. Il torneo appena terminato ha firmato l’ennesimo primato con 370.406 spettatori, sostanziale aumento rispetto ai 350.086 dell’anno scorso. Con la solidità finanziaria di Larry Ellison, “Mr. Oracle” e quinto uomo più ricco del mondo, Indian Wells ha un obiettivo molto chiaro: raggiungere il mezzo milione di spettatori entro 5 anni. Significherebbe avvicinarsi ai due Slam europei, ormai giunti al limite delle loro possibilità. A Wimbledon hanno fatto un grande lavoro, ma a Church Road lo spazio è quello che è. Va ancora peggio al Roland Garros, dove i lavori di ampliamento vengono continuamente rinviati. Problemi che non riguardano Indian Wells, dove l’impianto di 54 acri potrebbe essere ulteriormente ampliato. E i margini di miglioramento sono impressionanti, poiché delle 21 sessioni di gioco “soltanto” 6 hanno fatto registrare il tutto esaurito. Di solito il pubblico si fa vedere soprattutto nel weekend, ma quest’anno le cose sono andate ancora meglio.
“Il torneo sta crescendo proprio bene – ha detto il direttore Steve Simon – il nostro limite è dettato dal numero di parcheggi”. Ma c’è spazio per crescere, ed è proprio dai parcheggi che Indian Wells vuole ripartire. Attualmente il parcheggio ha una capienza per circa 10.000 vetture, il che consente un afflusso di 24.000 spettatori per ciascuna sessione. “La presenza di pubblico riflette la nostra disponibilità di parcheggi – aggiunge Raymond Moore, presidente di PM Sports, la società che si occupa dell’evento – perché la polizia locale ci blocca non appena abbiamo raggiunto il limite”. Il progetto è chiaro: acquistare alcuni terreni che circondano l’impianto e realizzare ulteriori parcheggi per almeno altri 8.000 posti auto. Secondo Simon, un intervento del genere potrebbe aumentare di circa 40.000 unità il numero di spettatori. Attualmente Indian Wells può già contare sul secondo impianto tennistico più grande del mondo. Con i suoi 16.100 posti a sedere, è inferiore solo rispetto all’Arthur Ashe Stadium di New York. Charlie Pasarell, patron del torneo, ha tuttavia ricordato che alcuni spettatori gli hanno detto che l’impianto è troppo grande. “Ma io non la penso così. Anzi, abbiamo bisogno di spazio per crescere". Una volta acquistato il terreno, gli organizzatori dovranno chiedere alla municipalità di Indian Wells l’autorizzazione a costruire i parcheggi, ma c’è un vivo ottimismo. Non potrebbe essere altrimenti: il torneo ha regalato una popolarità straordinaria a questo angolo di deserto. Una popolarità su scala globale.
Il parcheggio, tuttavia, è solo la prima pietra di un progetto ancora più ambizioso. Simon ha sottolineato che c’è l’intenzione di migliorare le infrastrutture per accogliere un numero sempre crescente di spettatori. “Noi vogliamo avere 40.000 persone in più, ma soltanto se la struttura sarà in grado di ospitarle nel modo giusto”. I dati sono straordinari. Nel 2000, prima edizione nel nuovo impianto, assistettero al torneo 187.000 persone. Oggi la cifra si è raddoppiata, e per questo bisogna valutare tante cose. “Ci sono alcuni aspetti di cui dobbiamo tenere conto prima che il torneo possa crescere – continua Simon – ci vuole il giusto equilibrio tra il desiderio di essere una massima competizione a livello internazionale e l’offerta di importanti servizi al pubblico. Il prodotto è realizzato da questo due aspetti”. Sanno di avere un grande torneo, ma evitano di fare il passo più lungo della gamba, sia nelle azioni che nelle dichiarazioni. Nessuno ha parlato di Quinto Slam, anche se intimamente sentono di esserlo. E la rivalità con Miami è sempre più accesa. C’è tanto da imparare, sia come stile che come capacità.
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