Pur travolta dalla pressione, Ashleigh Barty vince una partita molto delicata contro Aryna Sabalenka. Salva l'Australia da una pessima giornata e adesso attende Camila Giorgi al secondo turno. “È migliorata tantissimo”. Le previsioni ipotizzano un gran caldo per giovedì. “A noi australiani piace. Magari ci fossero 38 gradi…”

Non c'era tanta gente ad applaudirla. L'effetto Federer è stato più forte del richiamo della patria: dopo l'esordio dello svizzero, tanta gente ha abbandonato la Rod Laver Arena. Eppure giocava Ashleigh Barty, maggiore speranza australiana nel tabellone femminile, forse in assoluto insieme a Nick Kyrgios. I canguri venivano da una pessima giornata, con tante sconfitte e persino qualche polemica (come quella di Jordan Thompson contro il giudice di sedia). Non erano in tanti, ma si sono fatti sentire. Ashleigh ne aveva bisogno, opposta a una giocatrice dal gran futuro ma già pericolosa. Aryna Sabalenka non ha paura di buttarsi in avanti, di colpire ad occhi chiusi, di lasciar prevalere l'istinto sulla ragione. Per un po', ha avuto l'illusione di poter vincere ed essere lei a sfidare Camila Giorgi al secondo turno. Invece giovedì ci sarà ancora l'aborigena, le cui origini sono state individuate nella tribù degli Ngaragu, che qualche secolo fa stazionavano al confine tra Victoria e Nuovo Galles del Sud. La loro lingua si è estinta, ma oggi è come se fossero rinati grazie a una ragazza che ha vissuto una parabola particolare. Baby fenomeno, ex giocatrice, di nuovo tennista, oggi stella. La è ancora di più dopo una giornata in cui l'Australia ha raccolto sette sconfitte a fronte di una sola vittoria. “Ashleigh Barty è la grazia salvifica, termine appropriato perché lei gioca con grazia” ha scritto la stampa australiana. C'è del vero, anche se con il dritto sa trovare una pesantezza di palla che non sfigurerebbe nel circuito ATP. Però sa accarezzarla con lo slice, si trova a suo agio a rete, ha una notevole lucidità tattica.

I GRUGNITI NON DISTRAGGONO
Non era facile venire a capo della Sabalenka, anche perché la bielorussa può distrarre con il suo violento grunting, non meno rumoroso di quello di Maria Sharapova o Victoria Azarenka. Gli strilli di Aryna sono stati accolti da sorrisi morbidi, quasi ironici. “Sapevo che avrebbe fatto rumore, ma era più forte di quanto pensassi” ha detto la Barty, uscita ammaccata ma indenne. Il punteggio dice 6-7 6-4 6-4: non è mai andata davvero vicino alla sconfitta, ma dopo aver bruciato un break di vantaggio nel primo set (3-0), ed essere stata avanti 2-0 nel secondo, si è trovata in svantaggio 7-6 3-2. Il clima si era fatto pesante, scosso solo dagli strilli della Sabalenka. Il pubblico rumoreggiava, la giudice di sedia invitava al silenzio, e la gente replicava imitando i grugniti della Sabalenka. La Barty ha vinto perché è rimasta calma, non ha perso lucidità e ha saputo tenere per sé l'orda emotiva tipica di chi ha conosciuto i sentieri della depressione. Nel terzo set, le è bastato un break al terzo game e tanta attenzione per portare a casa il successo. La Sabalenka prende tanti, troppi rischi. Nei tornei non è come in Fed Cup, dove il pacioso Edouard Dubrou ne contiene gli ardori. E allora si espone a tanti errori. Oggi è numero 66 WTA e salirà in fretta, secondo l'ex giocatore bielorusso Alexander Vasilevsky può addirittura chiudere l'anno tra le prime 10. Ma oggi la stellina si chiama Barty, e davvero non poteva deludere la sua gente. “Ho avuto bisogno di un po' di tempo per adattarmi ai suoi schemi, capire dove avrebbe colpito”. A quanto pare, i grugniti della Sabalenka sono stati un fattore. “Non la conoscevo bene, ma il mio allenatore l'aveva visionata – racconta la Barty – per me non è stata una fonte di distrazione e non mi ha irritato in alcun modo. Se una cosa così piccola è in grado di distrarre, significa che hai un problema. Io ero preparata”.

IN ATTESA DEL CALDO
È ancora presto per dire se Ahsleigh potrà davvero essere l'erede di Evonne Goolagong, che in tempi non sospetti l'aveva designata come nuova grande giocatrice aborigena. Di sicuro la sua storia ha conquistato gli australiani. Più che tifarla, la stanno coccolando. Lei ha sempre detto che la pressione è un privilegio e non un peso, forse perché i due anni in cui si è dedicata al cricket le hanno fatto capire cosa stava perdendo. Ci sarà un gran tifo nel match di secondo turno, contro Camila Giorgi. “È una grande colpitrice, l'ho affrontata un paio di volte, ma è passato del tempo. Dovremo aggiornarci, osservare le sue caratteristiche. Io mi dovrò muovere bene, sin dalla prima palla”. Le hanno chiesto se ha seguito la marcia di Camila a Sydney, dove è giunta in semifinale. “Ho seguito il punteggio quando giocava prima di me e ho dato un'occhiata al match contro la Kerber. Direi che ha effettuato grandi miglioramenti, soprattutto sul servizio. Tuttavia ritengo di avere un piano di gioco chiaro. Anche se lei è migliorata, mi auguro di aver fatto altrettanto”. Dicono che giovedì farà molto caldo a Melbourne, con punte di 38 gradi. Ashleigh ne è ben contenta “A nessuno piace giocare con quel caldo? Sbagliato, a noi australiani piace. Io lo adoro, essendo cresciuta a Brisbane, dove fa veramente molto caldo. Se ci fossero 38 gradi sarebbe perfetto”.

AUSTRALIAN OPEN DONNE – Primo Turno
Ashleigh Barty (AUS) b. Aryna Sabalenka (BLR) 6-7 6-4 6-4