Gli ultimi match di cartello di Serie A trasmessi in chiaro hanno registrato ascolti che tratteggiano una realtà, se confrontata con il tennis, che mai avremmo sospettato anche solo la scorsa stagione

foto Ray Giubilo

Continuo a pensare che l’obiettivo del Presidente Binaghi di “superare” per popolarità e numeri il calcio in Italia sia irrealistico, anche se utile come motivazione per non sedersi sugli allori. Gli ultimi dati degli ascolti televisivi però qualche (piccolo) dubbio, in positivo, lo insinuano.
Lazio-Inter, partita di cartellone della serie A, l’altro giorno ha raccolto la “miseria” di 1 milione e 347 mila spettatori, nonostante Dazn avesse deciso di trasmetterla gratis, mentre l’altra partita gratuita di quest’anno, Milan-Napoli, altro supermatch, era arrivata a 1 milione e 883 mila.

Alle Atp Finals la sfida (della fase a gironi) fra Sinner e Medvedev lo scorso novembre ne ha raccolti 2,8 milioni fra Rai 2 (2,2 milioni) 2 e Sky a pagamento (626 mila), eppure è durata appena un’ora e 13 minuti e aveva contro il match della Nazionale su Rai 1 (quindi irraggiungibile).

Il match d’esordio contro De Minaur è arrivato a 2,3 milioni, contro l’1,7 di Napoli-Inter su Dazn, quello con Ruud a 2.1. E la finale con Fritz ha sfiorato i 5 milioni (4 milioni e 911 mila). Insomma, quando di mezzo c’è Sinner, ma non solo, e con tutti i distinguo del caso (trasmissioni in chiaro, a pagamento, in simulcast…) televisivamente, il tennis con il calcio sta tranquillamente “in partita”. E inizia a mettere la freccia.