Il challenger di Forte dei Marmi non si farà. Nonostante l'impegno del presidente del Tennis Club Italia Sergio Marrai, del direttore del circolo Patrizio Mattioli e di Marco Fermi (che sarebbe stato il direttore del torneo), sono mancati i presupposti per la nascita di un evento che avrebbe riportato il grande tennis internazionale in Toscana. Il torneo, in programma dal 26 settembre al 4 ottobre e regolarmente inserito nel calendario ATP, ha ufficialmente chiuso i battenti con due mesi d'anticipo. Ma cosa è successo? Riavvolgiamo il nastro e raccontiamo come sono andate le cose. La figura chiave di questa storia si chiama Maurizio Maimura ed è il responsabile della società milanese BM Srl. Lo scorso febbraio, ammirato dalla bontà del torneo challenger di Bergamo (giunto alla decima occasione) ha contattato Marco Fermi chiedendogli supporto per svolgere un evento analogo a Forte dei Marmi, località di grande fascino e desiderosa di rilanciarsi anche tramite eventi sportivi. Maimura, dichiarandosi conoscente del sindaco di Forte dei Marmi, ha insistito con particolare vigore. Colpito da tanto entusiasmo, Fermi ha accettato e – sempre tramite Maimura – ha conosciuto i responsabili del TC Italia, uno dei club più importanti dello stivale, già Campione d'Italia nel 2012 e con una solida tradizione alle spalle. “Sono uomini di sport: con loro si è creata la giusta sintonia e – insieme – abbiamo creato le condizioni necessarie per chiedere all'ATP la data per l'organizzazione del torneo” dice Fermi.
L'IRREPERIBILITA' DI MAIMURA
A quel punto è partita la macchina organizzativa, con tutti i passaggi del caso (sito internet, ufficio stampa, ricerca fornitori, accordi con l'ATP per lo streaming e con la FIT per la gestione delle wild card). Tuttavia, al momento di chiudere gli accordi con i fornitori, Maurizio Maimura è improvvisamente diventato irreperibile. Per ben 40 giorni non è stato possibile avere un solo contatto con lui, dopo che aveva promesso che si sarebbe fatto carico di tutte le coperture necessarie. Sparito quello che avrebbe dovuto essere il proprietario dell'evento, Marco Fermi e la famiglia Marrai hanno cercato di salvarlo e trovare ugualmente le coperture necessarie. I tempi strettissimi (15 giorni) e le oggettive difficoltà del momento hanno reso impossibile l'obiettivo. A dire il vero, dopo aver ottenuto dall'ATP l'autorizzazione a rilevare la proprietà del torneo, il TC Italia aveva anche trovato i partner per garantire la copertura necessaria. Tuttavia, trattandosi soprattutto di Società per Azioni, c'era bisogno dell'approvazione dei vari consigli d'amministrazione. Un via libera che non sarebbe mai arrivato prima di settembre a causa delle imminenti ferie. “E' stata solo una questione di tempi – hanno spiegato dal Tennis Club Italia – se il torneo fosse stato in programma a fine anno saremmo riusciti a organizzarlo”. E così, dopo aver ottenuto un paio di proroghe dall'ATP, il torneo è stato costretto ad alzare bandiera bianca. Resta la grande delusione di chi si è sentito preso in giro, e sono in tanti: il Tennis Club Italia per aver messo a disposizione una struttura di primo livello, Marco Fermi per aver accettato un avventura a 300 km dalla sua residenza e – soprattutto – gli appassionati toscani che già pregustavano il ritorno del grande tennis nella loro regione. Per il futuro, tuttavia, non è da escludere che la sinergia TC Italia-Fermi non possa ricreare le condizioni per un evento altrettanto importante. La loro serietà è certificata dai prossimi appuntamenti: dall'11 ottobre il club fortemarmino sarà tra i favoriti nel Campionato di Serie A1, mentre il prossimo febbraio si svolgerà l'undicesima edizione del torneo challenger di Bergamo. Eventi di qualità, realizzati da uomini di sport. Senza l'ausilio di chi arriva dall'esterno, promette, millanta e poi sparisce.