COPPA DAVIS. Il sorteggio ci dice bene: dall’1 al 3 febbraio ospiteremo la Croazia, team in fase discendente. Marin Cilic fa paura, ma oggi saremmo favoriti in tre punti su cinque.
Marin Cilic e il capitano Zeljko Krajan
Di Riccardo Bisti – 19 settembre 2012
Ci è andata bene, con sfumature di benissimo. Nel primo turno di Coppa Davis, l’Italia affronterà la Croazia. Giocheremo in casa, al coperto e sulla terra battuta, nel weekend dall’1 al 3 febbraio 2012. Una data particolare, subito dopo l’Australian Open, in cui potrebbe essere avvantaggiato chi perderà in fretta a Melbourne. Pochi minuti dopo il sorteggio, è arrivato il commento a caldo di Corrado Barazzutti: “E’ un sorteggio che ci lascia tante speranze. Sono convinto che contro la Croazia sarà una sfida aperta, che possiamo vincere. Avremo il vantaggio di giocare in casa e possiamo contare su una squadra solida e competitiva, soprattutto sulla terra rossa. I ragazzi si faranno trovare pronti e faranno di tutto per superare il turno”. Parole di circostanza ma tutto sommato condivisibili. E giocare sulla terra battuta, contro i croati, avrà un senso. Alla vigilia, abbiamo scritto che l’Italia avrebbe avuto il 55% di chance. Confermiamo. Gli azzurri partiranno con i favori del pronostico in tre partite su cinque. Gli unici match in cui partiamo sfavoriti sono i singolari di Marin Cilic. Il numero 1 croato, numero 13 ATP, è un ottimo davisman. E’ stato schierato per la prima volta nel 2006, quando aveva 17 anni. Dopo le prime (inevitabili) sconfitte ha raccolto vittorie importanti: Fish, Blake, Troicki, Mayer, Kohlschreiber e quest’anno Nalbandian. L’ultima partita la dice lunga sulle qualità mentali del croato. Battere l’argentino, nell’inferno di Parque Roca, dopo cinque ore di battaglia, significa avere testa e cuore. Per questo partirà favorito contro i nostri singolaristi, anche perché gioca piuttosto bene sulla terra battuta. Quest’anno ha vinto il primo titolo in carriera su questa superficie (a Umago) e vanta altre tre finali, sempre a Umago e due a Monaco di Baviera. Al Roland Garros ha raggiunto due volte gli ottavi e vanta un quarto di finale agli Internazionali d’Italia.
Cilic conosce bene il nostro paese. Nato a Medjugorie, la città delle apparizioni mariane, si è trasferito nel nostro paese all’età di 15 anni per farsi allenare da Bob Brett a San Remo. E’ un tipo tranquillo, dalla “grinta silenziosa”. Non urla, non si dimena, non mostra gli stati d'animo. Trasmette apparente tranquillità ma non molla mai. Poi gli capita qualche passaggio a vuoto, come al recente Us Open, quando ha sciupato un vantaggio di 6-3 5-1 contro Andy Murray. Ma nel complesso è più forte dei nostri singolaristi. Ci tocca ripetere la filastrocca già adottata per tanti giocatori: fosse stato italiano, sarebbe (di gran lunga) il più forte degli ultimi 30 anni. Numero 9 ATP, otto titoli, semifinalista Slam (Australian Open 2010), a 24 anni ha già ottenuto risultati preclusi a tutti i nostri top-players. Il problema di Cilic – e di tutta la Croazia – è l’assenza di un numero 2 davvero affidabile. La classifica ATP mette Ivo Karlovic al numero 90 e Ivan Dodig al 112. Ivo – il più alto di sempre a mettere piede (o testa?) tra i primi cento – è un ottimo giocatore, ma ha 33 anni, una famiglia e tanti acciacchi alle spalle. Un fastidioso problema al tendine d’achille lo ha fatto precipitare in classifica. Quest’anno è tornato, ma non ha fatto granchè. Molto di Italia-Croazia dipenderà dalle sue condizioni. Giocherà? E nel caso, in che condizioni si presenterà? Con il suo servizio-bomba può mettere in difficoltà chiunque, anche sulla terra. In carriera ha vinto il torneo ATP di Houston nel 2007 ma non ha mai avuto continuità. In Davis, tuttavia, è sufficiente giocare bene un paio di match. E lui lo può fare. Il terzo nome è Ivan Dodig, la cui notorietà è dovuta a due episodi: la distruzione di un trofeo dopo aver perso una finale al challenger danese di Kolding (era furioso con i giudici) e una vittoria su Rafael Nadal a Montreal. Dal 2008 in poi ha fatto progressi lenti ma costanti, arrivando a ridosso dei primi 30 sul finire del 2011. Quest’anno ha giocato maluccio, raggiungendo i quarti al Queen’s e poco altro. E’ uscito dai primi 100 e giusto oggi ha perso da Andreas Seppi al primo turno di Metz. Dice che la terra rossa è la sua migliore superficie, ma i risultati dicono il contrario. A parità di condizione, tra lui e Karlovic non avremmo dubbi a schierare Ivo lo spilungone.
Ad oggi, il tennis croato è tutto sulle spalle di questi tre. Sono finiti i tempi gloriosi di Goran Ivanisevic, Ivan Ljubicic e Mario Ancic, sfociati nella storica vittoria del 2005. Ancora oggi, la Croazia è l’unica squadra ad aver vinto la Davis senza essere testa di serie. Il presente è dignitoso, ma il futuro è incerto. Alle spalle di Dodig c’è il modesto Antonio Veic, improponibile a livello di World Group, poi ci sono onesti mestieranti senza grosse ambizioni: Nikola Mektic, Toni Androic, Dino Marcan, Marin Bradaric e i due Pavic, Ante e Mate (che non sono fratelli). Quest’ultimo, classe 1993, sembra il più futuribile. C'è poi Lovro Zovko, doppista così così. Nel ranking junior, il numero 1 croato è il 17enne Franko Miocic, numero 45 ITF. Insomma, il presente è traballante mentre il futuro è un’incognita. La brutta notizia, per l’Italia, è che il presente potrebbe bastare per batterci. Ma almeno ce la possiamo giocare.
ITALIA – CROAZIA, I PRECEDENTI
Nb. Diamo importanza ai precedenti sulla terra battuta. Anche se non è ufficiale, è molto probabile che sarà la superficie di Italia-Croazia.
Seppi-Cilic 4-5 (0-2 sulla terra)
Seppi-Karlovic 1-1 (1-0 sulla terra)
Seppi-Dodig 3-0 (1-0 sulla terra)
Fognini-Cilic 1-2 (1-1 sulla terra)
Fognini-Karlovic 0-1 (0-0 sulla terra)
Fognini-Dodig 0-1 (0-0 sulla terra)
Fognini-Veic 1-0 (1-0 sulla terra)
Bolelli-Cilic 1-5 (0-3 sulla terra)
Bolelli-Karlovic 1-0 (0-0 sulla terra)
Bolelli-Veic 1-1 (1-1 sulla terra)
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