Rivoluzione in arrivo? Dopo test accurati il comitato composto da ATP, WTA, ITF e i tornei del Grande Slam ha approvato Foxtenn, sistema di line-calling automatico che vuole far concorrenza ad hawk-eye. Sarebbero riusciti a eliminare il famoso margine di errore di occhio di falco, ma il successo dipenderà inevitabilmente dai costi.Nel mondo dello sport l’utilizzo della tecnologia sta diventando via via sempre più importante. Fa particolarmente piacere che il tennis sia stato uno dei primi sport a stare al passo coi tempi, aprendo le porte al sistema hawk-eye già nel 2006, così, mentre il mondo del calcio sta cercando di abituarsi, l’ausilio dell’occhio elettronico è ormai un fedelissimo alleato dei giocatori. Difficilmente riuscirebbero a farne a meno, e anche se è stato stimato che abbiano ragione circa nel 25% dei casi, solamente una volta su quattro, ormai quella di alzare il ditino quando una palla importante è vicina alla riga è diventata un’abitudine, pronta a compiere undici anni. Tuttavia, mentre i giocatori possono stare tranquilli, se la notizia delle ultime ore sembra proprio destinata a rovinare la festa all’azienda produttrice del sistema. Con una nota stampa pubblicata sul proprio sito ufficiale e divulgata ai media di tutto il mondo, l’International Tennis Federation ha comunicato che dopo una lunga serie di accurati test il comitato composto da ATP, WTA, ITF e i quattro tornei del Grande Slam ha concesso il lasciapassare a un secondo sistema di line-calling automatico, denominato Foxtenn Top Real Precision System. Il sistema, prodotto dall’azienda Foxtennis Begreen, con sede a Barcellona, si presenta senza troppi giri di parole come “uno sbalorditivo sistema di arbitraggio ultra-accurato”, e utilizza un sistema diverso rispetto a occhio di falco, con telecamere poste ad altezza campo. Ricevuto l’ok, diventa di fatto il diretto concorrente al sistema utilizzato ormai da anni, inserendosi in un mercato che prima era interamente monopolizzato dalla “Hawk-Eye Innovations” del britannico Paul Hawkins (da lì il nome “hawk”), leader di settore nella grande maggioranza degli sport che utilizzano la tecnologia. “È stato un onore – ha detto Javer Simón, CEO di Foxtennis Begreen – lavorare con gli organi che governano il tennis per creare un prodotto stupendo. Sono sicuro che permetterà di fare un ulteriore passo avanti nella tecnologia applicata al tennis, migliorando l’arbitraggio e l’analisi delle prestazioni con un’accuratezza incredibile e nuove immagini e contenuti per tutti gli amanti del tennis”.
ELIMINATO IL MARGINE D’ERRORE?
Come si evince dal nome dell’apparecchio, la mission è quella di diventare un sistema senza precedenti nel mondo dei sistemi di line-calling, e c’è una differenza importantissima che gioca a favore di Foxtenn nell’ipotetico duello con occhio di falco: il sistema attuale, utilizzato in un’ottantina di tornei (ma solo a Indian Wells è presente su tutti i campi), ha un margine d’errore dichiarato di 3,6 millimetri, perché non riesce a lavorare sul punto d’impatto esatto, ma grazie al principio della triangolazione crea una proiezione, ricostruendo la traiettoria della palla con una sequenza di frame forniti da varie telecamere, calcolandone così il punto d’impatto e decretando se è dentro o fuori dalle righe. Processo che talvolta ha generato spiacevoli episodi, come palle dal segno interamente fuori (sui campi in cemento particolarmente ruvidi, dove rimane impresso) giudicate in realtà buone dell’occhio elettronico. Oppure è capitato che sulla terra battuta, dove fa fede il segno della palla e a decidere è il giudice di sedia, la sua decisione non coincidesse con quella del sistema elettronico, utilizzato esclusivamente dalla regia televisiva. Un problema di cui si è sempre discusso poco, ma che qualche malumore l’ha generato. Stando a quanto si legge nel comunicato, Foxtenn utilizza invece una nuova tecnologia basata sul reale rimbalzo della palla, e grazie a più di quaranta telecamere ultra-high-speed in grado di generare oltre 2.500 immagini al secondo (per un totale di più di 150.000 frame per secondo) riesce a stabilire il punto d’impatto con la massima precisione possibile. In attesa di scoprirne di più, per ora sembrano non esserci controindicazioni. Fosse veramente così, il nuovo sistema ha serie possibilità di mandare in pensione occhio di falco, a patto che riesca a presentarsi sul mercato a un prezzo concorrenziale: inferiore, uguale o almeno non troppo superiore a quello del prodotto abituale. L’installazione di occhio di falco si aggira sui 70.000 dollari per ogni singolo campo, quella di Foxtenn ancora non si conosce. Ma si può già dire che il futuro della “volpe” passerà anche da lì.
IL SITO UFFICIALE DI FOXTENN
LA NOTA STAMPA RILASCIATA DALL'ITF
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