Un dispiaciuto Matteo Arnaldi commenta la sconfitta analizzando i punti chiave del match
MALAGA – Perdere così fa male, molto. Arnaldi sognava un’altra giornata trionfale, dopo le due vittorie di settembre a Bologna, però il ventiduenne di Sanremo prova a guardare avanti, a tirarsi subito su. «Non ho molti rimpianti. Sono triste per la squadra, certo, perché costringo i compagni alla rimonta (e mentre parla guarda verso il monitor per cercare di carpire il punteggio di Sinner, ndr), ma sono soddisfatto della mia prestazione». Vincere il primo set recuperando da 3-5 nel tie break, uscire dal match dal 3-3 del secondo fino all’1-3 del terzo set, di nuovo tornare in testa fino ai tre match point sprecati nel nuovo tie break: un frullato di emozioni in puro stile Davis.
«Il mio calo nel secondo set? Non giocavo da tre settimane, alti e bassi sono inevitabili. Ero stato bravo a riprendere il filo della partita, ho lottato per quasi tre ore, non posso che essere contento della mio rendimento». Qualcuno gli chiede il motivo di quella smorzata apparsa un po’ avventata, sul secondo match point. Matteo sembra innervosirsi, i sorrisi diventano più stirati, si fa ripetere la domanda. «Mi ricordo che è stato uno scambio molto duro – la sua risposta – alla fine ho fatto quella scelta e non è andata bene. Se però avessi vinto il match, ora direste che avevo azzeccato tutto». Ma alla fine, cosa resta di questa sconfitta? «C’è poco da spiegare – l’analisi di Arnaldi – non giocavo a tennis da tre settimane (e allora perché schierarlo?, viene da domandarsi, ndr) e non sapevo bene cosa aspettarmi. Ho perso perché alla fine lui è stato più bravo». Accontentiamoci.