Le parole del sanremese al termine del match vinto contro Alexander Muller tra un’interruzione di pioggia e l’altra
PARIGI – Una cosa è certa, non gli daranno la Legion d’Onore. Matteo Arnaldi si è confermato ammazza-francesi per eccellenza dominando – nella prosecuzione del match sospeso ieri sul 5-3 in suo favore, e anche oggi c’è stata una interruzione di pochi minuti all’inizio del secondo set – un Alex Muller (numero 90 del mondo, 55 posizioni sotto il nostro) troppo tenero per il ritmo del tennista ligure. Con i cugini transalpini sono ora otto partite e otto vittorie. «Mi hanno fatto notare questa curiosità qualche giorno fa, quando ho battuto Fils, il settimo della serie – sorride Arnaldi – non so che dire, naturalmente non c’è un motivo particolare. Una questione di “scuole”? Ormai non credo, dipende molto dai fisici dei giocatori e poi dai centri di preparazione dove uno cresce. Mi piace comunque affrontarli a casa loro, i francesi. Gli stadi sono pieni, il tifo per gli avversari non mi dà fastidio, c’è sempre una bella atmosfera. Sono contento perché non è mai facile gestire una partita interrotta due volte, ieri sono arrivato al Roland Garros alle 8 di mattina e sono uscito alle 19, oggi alle 8 ero di nuovo qui. Sento che sto alzando il livello del mio gioco. Già a Roma ero uscito con sensazioni positive, anche se ho perso troppo presto (con Jarry al secondo turno, ndc), qui le cose sono cominciate bene».
Per la seconda volta in carriera – dopo gli ottavi dell’ultimo Us Open – Arnaldi è arrivato al terzo turno di uno Slam. «Le partite sui cinque set non mi spaventano, anzi. Mi piacciono le maratone, mi sento a posto atleticamente, non ho paura a restare per ore in campo. E poi, se vado avanti verranno in Francia anche i miei genitori, ho una spinta in più».
Domani, pioggia permettendo, Arnaldi tornerà in campo contro il numero 6 del ranking, quell’Andrey Rublev che quest’anno sulla terra ha avuto un andamento piuttosto ondivago: fuori al primo turno a Monte Carlo e Barcellona, vincitore a Madrid poi terzo turno fatale a Roma, dove tra l’altro si è fatto sorprendere proprio da Muller. Un anno fa, sul campo indoor di Vienna, Rublev si impose per 7-5 6-3. «Inutile fare paragoni, qui le condizioni sono molto diverse – dice Arnaldi – poi bisognerà vedere se giocherò all’aperto oppure magari su un campo coperto. A Rublev comincerò a pensare da questa sera, è chiaro che dovrò cercare di variare il gioco, di non farlo colpire sempre colpi agevoli. Vedremo, mi farò trovare pronto».