Il punteggio finale dice 6-4 6-1 Coric, che significa appena cinque giochi vinti in poco più di un’ora e un quarto, ma Andrea Arnaboldi non è uscito affatto ridimensionato dalla sua quarta sfida in carriera contro un top-50. Quello che si è visto all’ATP 250 dell’Estoril si può sintetizzare più o meno così: il talento lombardo ci ha messo l’estro, Coric la consistenza, e nel tennis di oggi – a meno che ti chiami Roger Federer – la seconda pesa molto (troppo?) di più. Una differenza emersa in toto nel secondo set, quando il croato è scappato subito avanti di due break, i rischi dell’azzurro hanno prodotto più errori che vincenti (alla fine saranno il doppio: 26 contro 13) e il 6-1 è diventato presto inevitabile. Ma nel primo si è visto buon tennis, e in tutti i punti migliori c’è stata la mano mancina dell’azzurro, numero 168 del ranking, ma che in quanto a fantasia in campo ha pochi eguali nel circuito, ed è avanti anni luce anche rispetto a un futuro top-10 come Coric. Il teenager di Zagabria ha un tennis troppo monocorde, mentre quello dell’azzurro piace, diverte: la palla non gli scorre troppo, così sopperisce con grande varietà, un tagliente back di rovescio e intelligenti angoli mancini, a produrre un mix godibile, applauditissimo dal pubblico del Centrale. Oggi “Arna” ci ha provato con quello che aveva: ha dato fastidio a Coric, si è preso tanti rischi, si è presentato spesso a rete. Un break in avvio l’ha obbligato a rincorrere (invano) per tutto il set, e quando sul 5-4 ha avuto la prima e unica palla-break dell’incontro il rivale l’ha tenuto a distanza col servizio, cogliendo l’occasione per mostrare importanti progressi a livello di velocità. Ma nel complesso il ventottenne di Cantù ha mostrato segnali incoraggianti, in una stagione iniziata malissimo con sette sconfitte all’esordio nei primi sette tornei, ma che pian piano sta assumendo contorni interessanti.
DUE SETTIMANE FRA I GRANDI
Non sono ancora arrivate vittorie di spessore, o il classico torneo che può dare una sterzata positiva, ma qualcosa si muove. La scorsa settimana la qualificazione a Bucarest, prima della sconfitta in due set combattuti contro Robin Haase, sette giorni dopo il bis in Portogallo, con due match-point consecutivi cancellati a Salvatore Caruso all’ultimo turno delle “quali”. Significa due settimane di fila nel circuito maggiore, a mostrare le ambizioni e prendere ancor più coscienza delle sue possibilità. Le qualificazioni back-to-back del 2015 a Internazionali d’Italia e Roland Garros (con tanto di storico record di durata e primo turno superato in cinque set dopo una splendida rimonta) avevano alimentato le speranze di un rapido ingresso fra i primi 100, anche alla luce di una chiara predisposizione a rendere meglio nei palcoscenici più importanti. Invece il traguardo è ancora distante, ma forse più in classifica che nel gioco. Il tennis c’è e cresce in continuazione, come un carattere introverso che un tempo lo faceva apparire fin troppo timido persino in campo, ma dopo l’inizio del lavoro tecnico e mentale con la coppia Albani-Cadonati si è aperto, permettendogli di esprimersi ancora meglio e dare ben altra impressione a chi se lo trova dall’altra parte della rete. Ora serve l’ultimo step a livello di continuità, per far sì che il 2016 diventi veramente la stagione dell’attacco ai primi 100, come sperava coach Fabrizio Albani alla fine dello scorso anno. I primi mesi viziati da problemi personali l’hanno un po’ attardato, chiudendogli qualche porta. Ma il tempo è ancora dalla sua parte, e la capacità di esprimersi sugli stessi livelli in tutte le condizioni di gioco potrebbe diventare presto una chiave preziosissima.
ATP 250 ESTORIL – Primo turno
Borna Coric (CRO) b. Andrea Arnaboldi (ITA) 6-4 6-1
Stephane Robert (FRA) b. Thomas Fabbiano (ITA) 6-2 6-2
“Arna”, un primo set di speranze
All’Estoril, Andrea Arnaboldi si arrende in due set a Borna Coric, ma specialmente nel primo mostra un tennis incoraggiante. Dopo un avvio di stagione da dimenticare si è qualificato nel Tour maggiore per due settimane consecutive, segno che a certi livelli ci può stare. Ora serve un passo in più per attaccare i top-100, obiettivo della stagione 2016.