La triste parabola dell’Argentina di Daniel Orsanic: lo scorso novembre conquistavano una Coppa Davis inseguita per anni, ma dopo appena 10 mesi cadono nella trappola di Astana contro il Kazakhstan e un meraviglioso Kukushkin, pagando le troppe assenze. Era capitato solo due volte che i campioni in carica retrocedessero.Un triste capítulo del tenis argentino”, “un golpe durísimo”, “una tristísima noticia”, e chi più ne ha più ne metta. Sono solo alcune delle frasi che si leggono girovagando per i quotidiani online argentini, dopo che ad Astana, a 16.000 chilometri da Buenos Aires, anche l’albiceleste è caduta nella trappola del Kazakhstan di Coppa Davis. Nel 2016 i ragazzi di Daniel Orsanic trionfavano a Zagabria cancellando finalmente anni e anni di delusioni e finali perse, e conquistando un’Insalatiera che era diventata uno degli obiettivi più importanti dell’intero sport argentino, desiderata un po’ di più dopo ogni sconfitta. Tre mesi dopo sono passati dal paradiso dei festeggiamenti in strada davanti a una folla oceanica, al purgatorio, battuti dall’Italia e costretti a quei play-off conosciuti solo una volta dal 2002. E altri sette mesi più tardi eccoli dritti nell’inferno, sconfitti per 3-1 dai kazaki e spediti nel Gruppo 1 americano. A leccare le ferite e fare i conti con i troppi “no” che hanno cambiato faccia al team di Daniel Orsanic, e regalato al Kazakhstan un altro week-end da ricordare, impreziosito anche dal titolo al WTA di Tokyo di Zarina Diyas, prima giocatrice nativa del Kazakhstan a conquistare un torneo del Tour. Non si sa bene perché e nemmeno come, ma negli anni i padroni di casa hanno fatto un miracolo dopo l’altro, mostrando che lo spirito di squadra si può costruire anche fra giocatori nativi di nazioni diverse, e poi convogliati sotto la bandiera del Kazakhstan grazie alla garanzia di risorse economiche e servizi di prima classe. Giocano sempre dentro alle mura del National Tennis Center, e dal 2010 hanno vinto 8 volte su 9, battendo Italia, Austria, Svizzera, Belgio e ora anche l’Argentina campione in carica, che diventa solo la terza nazione nella storia dell’Insalatiera a retrocedere l’anno successivo a un titolo, dopo Francia (1997) e Svezia (1999).
KUKUSHKIN, UN VERO UOMO-DAVIS
Il simbolo del trionfo kazako, proprio come era successo due anni fa con l’Italia, è di nuovo Mikhail Kukushkin: nel circuito ATP è un giocatore “normale”, capace di mettere appena il naso nei primi 50 e vincitore di un solo titolo, ma in nazionale, in casa, può diventare un fenomeno. Nella prima giornata ha battuto in quattro set Guido Pella, risolvendo il secondo – e decisivo – set con una risposta che l’argentino ha definito “alla Federer”, nella seconda si è riposato mentre Aleksandr Nedovyesov e il debuttante Timur Khabibulin (numero 883 del mondo in singolare) battevano in quattro set il doppio argentino Gonzalez/Molteni, e nella terza è tornato il trascinatore. Non si è spaventato nemmeno con di fronte Diego Schwartzman, reduce dai quarti allo Us Open, fresco di un posto fra i primi 30 del mondo, e perfetto al venerdì contro Dmitry Popko. Anzi, l’ha battuto in tre set, 6-4 6-4 7-6, col solito tennis geometrico e ordinato. “Mi sento alla grande – ha raccontato il numero 78 del mondo – perché non mi aspettavo una vittoria così. I giocatori argentini hanno un ranking migliore del nostro, e poi sono i campioni in carica”. Schwartzman, visibilmente nervosissimo per il compito di dover tenere la sua nazionale nel World Group, ha reagito alla tensione con un sacco di errori, ma lui è stato perfetto. “Mi sentivo molto stanco (venerdì ha giocato quasi quattro ore, ndr), ma ho cercato di non darlo a vedere e di trovare un modo per vincere. Il pubblico mi ha spinto punto dopo punto”. Mentre al rivale, consolato dal povero Daniel Orsanic, scappava qualche lacrima in panchina, lui festeggiava saltellando con la bandiera kazaka, abbracciato a un altro russo (Popko), un ucraino (Nedovyesov) e un uzbeco (Khabibulin). Magie del tennis.
I TROPPI “NO” CONDANNO ORSANIC
Mentre i kazaki (o quasi) festeggiano, l’Argentina completa nel modo peggiore la favola del 2016, e il prossimo anno tornerà a giocare nella Serie B del tennis mondiale dopo 17 anni. Sarebbe stata più grave una retrocessione negli anni scorsi, quando l’obiettivo di vincere il titolo era più vivo che mai, ma la situazione non va comunque sottovalutata. “Urge un ragionamento, per rivedere le tante assenze di giocatori fondamentali per la squadra”, scrive in homepage il Clarìn, paragonabile – per importanza – al nostro Corriere della Sera. Niente di più vero. Quanto successo all’interno del team argentino è il simbolo più grande della pericolosa piega presa dall’Insalatiera: anche loro, che l’hanno sempre considerata come una religione, appena l’hanno vinta hanno immediatamente voltato le spalle a Orsanic. Il cittì si era preso buona parte dei meriti per il titolo, ripulendo lo spogliatoio dalle scorie negative lasciate dagli anni precedenti, e ora gli tocca anche qualche colpa sulle troppe assenze. Gli saranno sempre riconoscenti per quando fatto nel 2016, ma è un dato di fatto che dei quattro protagonisti del titolo di Zagabria, per la trasferta in Asia è riuscito a ottenere solo il “sì” di Guido Pella. Del Potro ha detto che la Davis non rientra più nelle sue priorità, facendo capire che gli piacerebbe non essere più considerato, e anche Leonardo Mayer, che a New York ha lottato per due set con Nadal e sul veloce indoor ci sta giocare eccome, ha preferito declinare. Il capitano si è trovato costretto a convocare Maximo Gonzalez, al debutto in Davis a 34 anni, e Andres Molteni, ex singolarista che si è riciclato discretamente come doppista, e la loro scarsa dimestichezza con la nazionale si è vista. Come quella di Schwartzman: aveva giocato in Davis solo nel 2015, perdendo tre match su tre, e contro Kukushkin non ha retto il peso della responsabilità. Ma l’Argentina non è certo retrocessa per colpa sua. È su questo che l’AAT dovrà ragionare.

KAZAKHSTAN – ARGENTINA 3-1
National Tennis Center, Astana (cemento indoor)
Mikhail Kukushkin (KAZ) b. Guido Pella (ARG) 6-7 7-6 6-2 6-4
Diego Schwartzman (ARG) b. Dmitry Popko (KAZ) 6-4 6-2 6-2
Nedovyesov/Khabibulin (KAZ) b. Gonzalez/Molteni (ARG) 5-7 6-4 7-5 6-4
Mikhail Kukushkin (KAZ) b. Diego Schwartzman (ARG) 6-4 6-4 7-6