La CEO del circuito professionistico femminile mette in guarda le giocatrici sui comportamenti da tenere, soprattutto in alcuni paesi. Di Peng Shuai, invece, nessuno parla più
Arriva un messaggio forte e chiaro da parte della WTA a tutte le giocatrici, nella figura della CEO Portia Archer, che lascia poco spazio alle interpretazioni. “I tornei e i paesi ci ospitano affrontando numerose e spese e con grande sforzo, ed è di assoluta importanza rispettare la cultura locale delle regioni in cui gareggiamo, tutte cose che rendono il nostro tour globale un successo. Contenuti sgradevoli di ogni tipo – testuali, foto o video – relativi alla cultura, alla storia o agli stereotipi offensivi di un gruppo di persone o di una regione non sono coerenti con i valori che la WTA rappresenta, e non saranno tollerati. Tali azioni hanno anche un impatto sul tennis professionistico femminile nel suo insieme. Sono azioni che possono rappresentare un rischio per l’intero torneo, mettendo a rischio la sicurezza e i trasporti. Non c’è spazio per questo nella WTA”.
Cosa si nasconde però dietro a queste parole tanto forti? Un delicato gioco di equilibri, che nel passato recente è stato minato dal comportamento di alcuni giocatrici. Nello specifico si parla di Paula Badosa e Magda Linette, che nell’ultima tournee asiatica sono state loro malgrado protagoniste di episodi spiacevoli, con il solito giro di polemiche annesse. La giocatrice spagnola aveva postato sui social una foto in cui sembrava imitare un volto asiatico mettendosi le bacchette agli angoli degli occhi, mentre la polacca nel mentre che si dirigeva a Wuhan per disputare il WTA 1000 aveva pubblicato una foto, poi rimossa, con una sgradevole battuta che faceva riferimento al periodo della pandemia. Comportamenti che, come sottolineato da Archer, non sono compatibili con i valori che il tennis e lo sport in generale vogliono promuovere, oltre a rischiare di minare delicati equilibri politici che non conviene a nessuno andare a rompere.
Nulla di male, se non fosse che la WTA stessa ha fatto cadere un velo di silenzio sul caso di Peng Shuai, che nessuno ha più visto in giro. Nessuna apparizione pubblica nei tornei che la WTA ha disputato in questo 2024 in Asia. A sottolineare la questione è Jose Morgado su X, in risposta a un tweet che parlava della questione sopra riportata.
Peng Shuai still nowhere to be seen around one of the many Chinese tennis events, though…. https://t.co/LnYwQKUMCs
— José Morgado (@josemorgado) December 4, 2024
Il caso legato alla tennista cinese è noto ai più, con le accuse di molestie sessuali nei confronti dell’ex vicepremier ed ex membri del Comitato permanente del Politburo comunista Zhang Gaoli nel novembre 2021. Da quel momento Shuai è scomparsa, il post è stato misteriosamente rimosso, e ancora ad oggi non è stata fatta chiarezza su quanto accaduto. Le apparizioni pubbliche della giocatrice cinese sono state limitate – e spesso all’interno di contesti molto serrati – e nelle successive dichiarazioni ha fatto cadere ogni tipo di accusa verso Gaoli, come un nulla di fatto. La WTA sospese momentaneamente i tornei asiatici, fino a metà del 2023 quando attraverso un comunicato si diffondeva la notizia che nell’anno in corso si sarebbe tornato a giocare in Asia. Quale sia la verità nessuno – per ora, o forse per sempre – può saperlo, ma sicuramente le parole di Portia Archer vanno anche in questa direzione, per evitare in ogni modo che qualcuno resti insoddisfatto per parole o gesti da parte delle giocatrici professioniste.