Maxi sospensione per la dottoressa Elena Dorefeyeva: due anni fa, fu lei a prescrivere uno stimolante alla giovane Kateryna Kozlova. Il suo appello è stato rigettato, perché “un medico sportivo si assume una grande responsabilità, specie se si occupa di giovani atleti”. Altra sospensione per doping. A ricevere una dura sanzione, stavolta, non è un tennista ma un dottore. La Federazione Internazionale ha sospeso per quattro anni Elena Dorofeyeva per aver somministrato uno stimolante proibito all’ucraina Kateryna Kozlova nel 2014. La giocatrice, all’epoca numero 102 WTA (oggi è 98esima) fu squalificata per sei mesi perché l’ITF riconobbe che non si era trattato di un doping volontario. La giocatrice disse di aver preso quello che le aveva ordinato la Dorofeyeva, credendo che si trattasse di vitamine. L’ITF ha rigettato l’appello della dottoressa, sentenziando che un dottore che si occupa di medicina sportiva si assume una forte e pesante responsabilità, specialmente quando lavora con giovani atleti. Al momento della sanzione, la Kozlova aveva 20 anni. Il test incriminato si è svolto nel febbraio 2014 a Dubai e nel corpo della Kozlova fu trovata la dimetilbutilamina, probabilmente celata in un supplemento alimentare. Curiosamente, pochi giorni dopo la stessa sostanza fu trovata nei campioni del tennista emiratino, senza classifica ATP, Hamad Abbas Janahi: nel suo caso non ci furono sconti: 2 anni di squalifica. L’udienza a carico della Dorofeyeva si è svolta il 20 maggio, in assenza dell’imputata, e non sono stati fatti sconti: potrà tornare a operare soltanto il 30 aprile 2020.