I quattro tornei del Grande Slam raddoppieranno i fondi per sostenere la lotta al doping. Martedì ci sarà un vertice a New York, anticipato di tre mesi a causa delle pressioni “dal basso”.
Il “nuovo” antidoping punterà sui controlli sul sangue
Di Riccardo Bisti – 28 febbraio 2013
Si possono avere tante opinioni sul Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, ma indubbiamente ha avuto il merito di catalizzare l’attenzione su argomenti un tempo sonnacchiosi. Oggi si parla di tutto, senza esclusione di colpi, in un svolta che promette di essere epocale. Nel loro piccolo, tanti tennisti sono stati dei “grillini”. A furia di chiedere una maggiore attenzione ai controlli antidoping, hanno obbligato le istituzioni (soprattutto l’ITF) a studiare un modo per migliorare i controlli. Da qualche settimana si parla di introdurre il passaporto biologico come nel ciclismo: i tempi non saranno rispettati, ma prima o poi verrà istituito. Le lamentele sono arrivate ai piani alti e hanno prodotto un risultato importante: Australian Open, Roland Garros, Wimbledon e Us Open raddoppieranno il loro contributo economico per dare un segnale forte e chiaro. “Noi facciamo la nostra parte, ma anche voi dovete fare altrettanto”. Il “voi” è riferito a ITF, ATP, WTA e magari a quei governi nazionali tanto criticati da Francesco Ricci Bitti. Secondo il presidente ITF, alcuni paesi non danno una mano sufficiente all’antidoping. Martedì 5 marzo si terrà un summit tra i rappresentanti dei quattro Slam. L’incontro è previsto e New York e si parlerà soprattutto di questo. Gli Slam non vogliono più leggere dati come quelli del 2011, quando sono stati effettuati soltanto 21 test sul sangue al di fuori delle competizioni. Pur senza rilasciare dichiarazioni, i rappresentanti di Wimbledon hanno confermato l’intenzione di aumentare i fondi del 100%. Attualmente, l’antidoping ha a disposizione circa 1 milione e 600 mila dollari. Di questi, 150.000 dollari provengono dagli Slam.
Non esistono cifre ufficiali sul contributo di ATP e WTA, ma alcune indiscrezioni parlano di circa 325.000 dollari a testa. Diversi giocatori credono che non si stia facendo abbastanza. I più indignati erano Roger Federer ed Andy Murray. Nel 2011 sono stati effettuati 2.150 test antidoping, ma soltanto il 10% sono arrivati fuori dai tornei e la stragrande maggioranza erano test sulle urine. La prossima settimana dovrebbero essere diffusi i dati del 2012, ma pare che l’incremento sia poco significativo. Adesso le cose potrebbero cambiare, anche grazie alla pressione che gli Slam metteranno all’ITF, ATP e WTA. L’aumento dei controlli riguarderà alcune aree in particolare: i test sul sangue (che – è giusto ripeterlo – servono soprattutto per scovare l’ormone della crescita), i controlli fuori dai tornei e l’agognata introduzione del passaporto biologico, utile per valutare le alterazioni dei valori del sangue. Si sperava che la novità fosse introdotta già con il Masters 1000 di Miami, ma il progetto è stato rinviato. Adesso si parla della primavera. Un portavoce ITF ha detto: “C’è stato un accordo per aumentare l’attività antidoping. A breve ci sarà un incontro per confermare i prossimi passi”. Tra i più contenti ci sarà Andy Murray, il quale aveva posto l’accento proprio sul discorso economico. “I controlli hanno un costo importante, ma io credo sia un investimento. La gente vuole vedere lo sport piuttosto che leggere tutto il tempo di scandali sul doping”. Secondo fondi attendibili, l’ente più difficile da convincere sarebbe stata la WTA.
Il problema è soprattutto economico. Stuart Miller, a capo del programma antidoping ITF, ha detto che gli aumenti devono essere mirati, ma per essere concretizzati c'è bisogno di più contributi. Miller parteciperà al vertice di martedì prossimo, cui prenderanno parte anche i rappresentanti di ATP e WTA. L’incontro si sarebbe dovuto tenere a giugno, ma è stato anticipato proprio a causa della pressione dell’opinione pubblica, scottata dal caso Armstrong e sempre più desiderosa di un antidoping serio e rigoroso. Simon Higson ha rilasciato una breve dichiarazione per conto dell’ATP. “Appoggiamo pienamente un sistema più rigoroso: se questo significa diversificare i test, saremo lieti di sostenere il progetto”. Per la WTA ha parlato Andrew Walker: “Il circuito WTA è stato molto aggressivo nel chiedere all’ITF di individuare e utilizzare nuovi sistemi per migliorare l’antidoping". Sarà davvero una svolta epocale?
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