La Federazione Internazionale ha diffuso il report trimestrale sull'attività riguardante il programma anti-doping. Il documento pubblicato in queste ore riporta una serie di statistiche e alcuni aggiornamenti su questioni ben note, oltre ad alcuni dettagli e curiosità. Vi segnaliamo gli aspetti più interessanti, mentre l'intero documento è consultabile online.
NUMERO DI TEST
Nei mesi di aprile, maggio e giugno sono stati effettuati ben 2086 controlli antidoping, quasi equamente divisi tra uomini (1104) e donne (982), anche se il piano di distribuzione dei test prevedeva più tornei maschili che femminili. La maggior parte sono i canonici controlli sulle urine durante i tornei, ma non manca un buon numero di controlli fuori dalle competizioni: in quel caso, c'è un perfetto equilibrio tra uomini e donne (nonché tra sangue e urine). Gli stessi controlli sono poi serviti come raccolta dati per il programma del passaporto biologico. Il numero complessivo dei test non tiene conto dei controlli effettuati dalle varie agenzie antidoping. Qualche settimana fa era uscito un articolo in cui si segnalava il presunto “accanimento” nei confronti di Serena Williams da parte della USADA, l'agenzia antidoping americana. Da segnalare che 687 campioni (circa un terzo del totale) sono stati conservati e portati nei laboratori accreditati WADA, in modo da poter essere controllati in futuro, qualora la tecnologia dei test antidoping fosse migliorata.
ESENZIONI TERAPEUTICHE
Uno degli aspetti più delicati dell'antidoping riguarde i TUE (Therapeutic Use Exemption): ogni atleta può chiedere di utilizzare una sostanza proibita se gli viene regolarmente prescritta da un medico: negli ultimi tre mesi, l'ITF ha ricevuto 32 richieste di esenzione. 30 sono state concesse, 2 sono state negate. Ovviamente, i nomi non vengono diffusi. Con orgoglio, l'ITF segnala la velocizzazione delle procedure: l'anno scorso serviva una media di 4,6 giorni, mentre nella prima metà del 2018 ogni pratica è stata evasa in 1,8 giorni. A proposito di educazione, nel periodo l'APP sul Tennis Anti Doping Programma è stata scaricata 1723 volte e il programma di educazione e conoscenza sulle tematiche è stato completato 580 volte.
RITIRI
C'è una notizia che riguarda il tennis italiano: con il loro ritiro, divenuto ufficiale, Karin Knapp e Roberta Vinci sono uscite dal programma antidoping e non sono più soggette ai test. Insieme a loro, anche Marion Bartoli (i cui propositi di rientro sono terminati ancora prima di cominciare) e Casey Dellacqua. In mancanza dell'annuncio del ritiro, un tennista è soggetto ai controlli per un periodo di 12 mesi. Ne esce automaticamente appena gli scade l'ultimo punto ATP-WTA. Per velocizzare l'operazione, si può ufficializzare il ritiro ed essere inseriti nella lista dei giocatori non più attivi. Al contrario, chi vuole tornare a giocare deve avvisare con almeno 6 mesi di anticipo (3, se il ritiro è avvenuto prima del 2015). A chiudere, l'ITF ha informato che la WADA ha iniziato il processo di rinnovamento del codice mondiale antidoping, il cui ultimo aggiornamento risale al 2015. La versione definitiva, tuttavia, entrerà in vigore nel 2021. Il tennis ha intenzione di partecipare attivamente al processo di rinnovamento.
DECISIONI
Oltre a informarci sulle vicende stra-note di Alize Cornet e Sara Errani, l'ITF informa che l'americano Dylan Scott, che non ha mai avuto punti ATP, si è preso una squalifica di 4 anni per un test positivo effettuato l'anno l'anno scorso (gli trovarono un agente anabolico, potrà tornare solo nell'agosto 2021). È andata un po' meglio all'ucraino Yurii Dzhavakian (n.1314 ATP), pure lui risultato positivo a uno stimolante in un test effettuato nel 2017. La sua squalifica è di 21 mesi. Nel frattempo, in attesa di giudizio, sono stati sospesi in via provvisoria il brasiliano Igor Marcondes (n.789 ATP) e il messicano Cesar Ramirez (ex top-400, oggi n.766 in doppio).