Estratta dal numero de «Il Tennis Italiano» in edicola, ecco la rubrica di Fabio Della Vida, che ci porta ad Antalya, fra nuovi talenti da scoprire e iniziative molto interessanti come la Mesagaray Academy di Antalya

Attenti a Joao Fonseca

Ho trascorso una decina di giorni ad Antalya, in Turchia, dove si è giocata la Coppa del Mondo under 16 maschile e femminile, ma dove soprattutto ho visitato una Accademia megagalattica ma funzionale che si chiama «Megasaray», dal nome del resort che ne è proprietario. Ma andiamo con ordine e cominciamo dal torneo.

Innanzitutto i vincitori, Brasile tra i maschi Stati Uniti tra le femmine. È stato un torneo strano, perché di solito la gran parte delle squadre è omogenea mentre qui invece c’erano molti numeri 1 fortissimi e numeri 2, diciamo così, molto meno forti, tanto che sembrava di assistere a due tornei di categorie diverse.

Vi erano tre squadre con un buon numero 2: Italia, Francia e Stati Uniti che infatti sono state le semifinaliste, messe sotto però da un ragazzo brasiliano, Joao Fonseca, che ha confermato le sue enormi qualità.

Joao è un bel ragazzo, educato e simpatico, serio e soprattutto un ottimo prospetto.

Ha vinto quasi da solo e quello che mi ha colpito è come usciva dalle situazioni difficili. Se affrontava una palla break potevi star tranquillo che metteva una prima, e che prima; sa fare tutto, se proprio vogliamo trovargli un difetto è un po’ lento, ma può diventare un campione. Taka Hamaura della Yonex, mio grande amico e fantastico talent scout, ci spera molto e a ragione.

In campo c’era anche Martin Landaluce uno dei miei campioni under 18 preferiti, ma è stato male e la Spagna si è ritirata. A me è piaciuto moltissimo un ragazzone inglese mancino, Henry Searle, che ho trovato cresciuto moltissimo sia tecnicamente sia fisicamente: farà parlare di sé. Altri che sanno giocare sono Ray Sakamoto, giapponese molto promettente, nonché il ceco Maxim Mrva.

I nostri Cina’ e Carboni sono fisicamente un po’ indietro ma hanno ottime possibilità, devono solo crescere; così come Angelini, che ha avuto poco spazio ma sa giocare

Deludenti le femmine. Ad eccezione di una ragazzina americana, Iva Jovic, 15 anni che a me piace tantissimo e può essere qualcuno, solo la ceca Valentova mi dice qualcosa ma niente di speciale; mentre tutti parlano bene della serba Mia Ristic, che a me non fa impazzire. Per carità quelle scarse sono altre, ma forse mi sbaglio, vedremo.

Antalya mon amour

Devo dire invece che mi hanno colpito proprio Antalya, e il posto dove si è giocato.

Antalya e’ una città di vacanze sul mare, quindi molto turistica, con grandi alberghi un aeroporto che la collega a tutta la Europa. Una Rimini turca, se vogliamo, che ha fatto una scelta per farsi conoscere: il tennis. Vi si giocano una marea di tornei, specie da 15 mila a 25 mila dollari, e gli organizzatori vogliono crescere ed aumentare il livello. Il motore di tutto è un bellissima resort che chiamare hotel è riduttivo, il Megasaray appunto, dotato di camere molto confortevoli di un servizio discreto ma efficiente e dove trovi tutto: piscine coperte e scoperte, palestre, centri benessere, spiagge, negozi, ristoranti, bar, intrattenimento ad ogni livello. Il buffet enorme dove mangi bene ed è tutto compreso nel prezzo che e moderato ma se vuoi puoi andare ai ristoranti a pagamento ne trovi di buonissimi con cucina internazionale e locale (che è ottima). Poi trovi centri massaggi parrucchieri, barbieri, shopping, una nursery; insomma, non manca niente.

Solo nell’albergo ci sono una dozzina di campi sui quali durante la World Cup si è giocato un future maschile e femminile. L’evento giovanile invece si è svolto nella Accademia che sorge ad un paio di chilometri dall’ albergo, ed è ancora in fase di costruzione, ma già adesso di dispone di qualcosa come 35 campi in terra e veloce, dove si giocano tornei quasi ogni settimana.

Una Academy ideale

Ciò che rende Antalya un po’ diversa da Egitto e Tunisia è l’ Accademia, veramente bene organizzata, con già una quarantina di ospiti fissi. Il main coach si chiama Nika Kakulia, un georgiano cresciuto in Kazakistan che proviene da una famiglia di tennisti. Suo zio Teimuraz giocò la Davis per l’allora Unione Sovietica ai tempi di Lejus e Metreveli. Mi ha spiegato che la Accademia sponsorizza un élite group di una ventina di allievi tra maschi e femmine, a cui paga tutto, viaggi e tornei inclusi. Principalmente gli allievi vengono dall’ Europa dell’ est ma l’Academy è aperta a tutti e vi sono ancora otto posti liberi, che non hanno fretta di assegnare, per ragazzi o ragazze da 12 anni in su.

Lo spazio a disposizione è impressionante, in progetto ci sono tanti miglioramenti: strutture coperte – anche se lì servono poco – padel, pickleball, centro di medicina sportiva e tanto altro. Sono molto giovani, pieni di entusiasmo e voglia di crescere, e sono aperti ad ogni tipo di collaborazione. La Turchia del resto è un bellissimo paese, non lo scopro certo io, con cultura, tradizione, ottimo cibo, tanto mare e un bel clima, e non è solo Istanbul. Insomma, una bella vacanza ma anche per chi vuole giocare a tennis sia per divertimento puro che per provare a fare il giocatore Antalya e la Mta (Megasaray Tennis Academy) sono posti ideali.