La lèttone vola in semifinale a New York, detronizzando Sloane Stephens in appena 84 minuti. L'ha riempita di palle corte e gestito meglio il gran caldo. Inoltre, risponde al servizio meglio di tutte. “Il merito è del mio sparring partner Marco Mirnegg, serve forte e mi sono abituata alle sue botte”. Le servirà contro Serena Williams.

Se nel 2015 ci fosse stata la norma che entrerà in vigore nel 2018, forse Anastasija Sevastova non sarebbe in semifinale allo Us Open. Un paio d'anni prima aveva annunciato il ritiro, stanca dei troppi infortuni e di una carriera che non decollava. In quel periodo si era messa a studiare, ma ben presto ha capito che i libri non facevano per lei. E così, per sfuggire al freddo del febbraio europeo, si è fatta una gita a Sharm El Sheikh, dove si organizzano una valanga di tornei che dall'anno prossimo avranno meno valore. A causa della riforma imposta dalla Federazione Internazionale, ci saranno punti ATP-WTA soltanto per chi arriva in fondo. Molti tornei spariranno e ci saranno meno chance per i tennisti senza classifica. Ma all'epoca si poteva andare in Egitto colmi di speranze. Vincendo quel torneo, la lèttone aveva capito di poter tornare competitiva, anche se non aveva particolari aspettative. “Non avevo grandi obiettivi, forse tornare tra le top-100 – racconta – mi ero detta che magari in due anni ce l'avrei fatta. Enjoy the game”. Tre anni e mezzo dopo, invece, è in semifinale allo Us Open dopo aver detronizzato Sloane Stephens, cancellando il cattivo ricordo dell'anno scorso. Sempre nei quarti, aveva perso 7-6 al terzo. Stavolta ha infilato un netto 6-2 6-3 in 84 minuti, nella canicola dell'Arthur Ashe. E così, al terzo tentativo, ha abbattuto il tabù dei quarti di finale. Third time lucky.

"LE SMORZATE MI VENGONO NATURALI"
La Sevastova non è soltanto una giocatrice buona per i nerd, che non ne possono più della forza bruta e allora si affezionano a una giocatrice che sa trattare la palla, accarezzandola senza maltrattarla. È una giocatrice vera, con il difetto di non essere un gran personaggio. È timida nella vita di tutti i giorni, figurarsi davanti a un plotoncino di giornalisti. Però sul campo si è tolta di dosso ogni tremore e gioca con personalità, utilizzando come poche la smorzata, la rotazione in slice, e la capacità di trovare angoli acuti. Insomma, è intelligente. Non poteva essere altrimenti, perché la cilindrata è quella che è. La Stephens picchia duro, ma il caldo l'ha disinnescata. Da qualche giorno, l'americana combatte con una fastidiosa sinusite, ma non ha cercato scuse. Faceva caldo per entrambe. “Ma soprattutto c'era grande umidità e le mani diventavano scivolose, non era facile impugnare la racchetta – ha detto la Sevastova – però non ho avuto grossi problemi di respirazione. Ok, magari boccheggiavo dopo un lungo scambio, ma è normale”. Oltre alla sinusite, la Stephens aveva una gamba fasciata e non era rapida come al solito negli spostamenti. “Ma non ho giocato tante smorzate per questo. Semplicemente, mi viene naturale” ha sorriso Anastasija, che in questi giorni indossa il cappellino dello Us Open. Si è concessa un vezzo: farsi cucire le iniziali “AS” su un lato. E se volesse imitare la connazionale Jelena Ostapenko, vincitrice al Roland Garros? “Non guardo troppo avanti. C'è ancora la semifinale da giocare, di sicuro guarderò il match di stasera per studiare le mie avversarie. Anche in passato ero arrivata nei quarti e non guardavo oltre. Gli Slam sono lunghi”.

"IL PRIMO BACIO? NON RICORDO…"
La sorte le darà un match complicato, il peggiore possibile, contro Serena Williams. Per questo, sarà importante rispondere bene. Lei lo sta facendo alla grande, avendo raccolto ben 23 break in tutto il torneo, più di tutte. “Mi ha aiutato molto il mio sparring partner, mi aiuta anche come vice coach. Serve molto forte, dunque rispondere al suo servizio è decisamente complicato. Questo mi ha aiutato”. Le servirà ancora di più contro le bordate della Williams, notevoli ma probabilmente non all'altezza di quelle di Marco Mirnegg, ex giocatore austriaco che nel 2005 è stato numero 204 ATP. 36 anni, ha smesso di giocare nel 2010. La timidezza della Sevastova è emersa quando ha dovuto parlare di lui. Ha ricordato che il suo coach è Ronald Schmidt, austriaco che fa base a Vienna. Ha omesso di dire che è anche il suo fidanzato. Ma lei è fatta così, incapace di aprirsi con le persone di cui non si fida. Anche nell'intervista con i bambini, realizzata da Eurosport, è arrossita quando le hanno chiesto del primo bacio. Risata imbarazzata, colorito imbarazzato e l'inverosimile risposta “non ricordo”. Fa niente, in fondo deve parlare con la racchetta. Il suo telaio giapponese ha fatto impazzire la Stephens con una serie di variazioni, rese ancora più letali dal caldo. L'americana, ben decisa a difendere il titolo conquistato 12 mesi fa, ha provato in tutti i modi a restare a galla nel secondo set. Si era anche portata sul 3-4. “Ma quel game è stato molto importante. Per fortuna, negli ultimi due game mi è toccato di giocare dalla parte dove c'era l'ombra”. E alla fine, la commozione è stata tutta per la Sevastova.

SERENA SALDA IL CONTO CON LA PLISKOVA
Nel match notturno, Serena Williams si è presa una gustosa rivincita su Karolina Pliskova. Due anni fa, la ceca l'aveva sorpresa in semifinale. Si è imposta 6-4 6-3, ma non è stato così semplice. All'inizio non ha saputo essere aggressiva e si è trovata in svantaggio 3-1, peraltro con tre palle del doppio break per la Pliskova. Si è salvata, poi ha messo il turbo a partire dall'ottavo game. Dal 3-4, è volata sul 6-4 4-0 con ben sette game consecutivi. Niente da fare. La ceca si è avvicinata fino al 4-2, ha avuto anche un paio di palle break per ridurre ulteriormente lo svantaggio, ma Serena era troppo motivata. “Un anno fa, di questi tempi, stava nascendo la mia bambina. Per questo, non ho niente da dimostrare – ha detto dopo il match – adesso sto giocando libera. Il pubblico mi ha dato un grande mano e sarebbe stato molto triste non farcela. Allora ci ho provato ancora più duramente”. L'aggancio a Margaret Court, dunque, dista appena due partite. Quella contro la Sevastova sarà una sfida inedita. Serena è l'ovvia favorita, ma dovrà essere disposta a correre molto, a essere umile quando la Sevastova proverà a ubriacarla di palle corte. E poi, la lèttone sembra avere la bacchetta magica sul servizio altrui…

US OPEN DONNE – Quarti di Finale
Anastasija Sevastova (LET) b. Sloane Stephens (USA) 6-2 6-3
Serena Williams (USA) b. Karolina Pliskova (CZE) 6-4 6-3