Il sogno della Kerber diventa realtà: supera i propri limiti, gioca il match della vita e batte Serena Williams al terzo set, prendendosi il primo titolo Slam. Un risultato impensabile, una favola iniziata da quel match-point contro al primo turno. Lunedì sarà numero 2 Wta.Battere Serena Williams nella prima finale Slam, giocando un tennis superiore ai propri limiti, e riportare un Major in Germania a 17 anni dall’ultima volta, da quel 22esimo successo del suo idolo Steffi Graf, protetta dall’aggancio dell’attuale numero uno del mondo. Il tutto dopo aver annullato un match-point contro Misaki Doi al primo turno, e con in premio (anche) la seconda piazza del ranking WTA. Siamo seri: nemmeno nel più dolce dei sogni Angelique Kerber avrebbe potuto immaginare tanto. Invece è successo tutto in una splendida notte di Melbourne che l’ha incoronata come la regina dell’Australian Open 2016 dopo un match perfetto: 6-4 3-6 6-4 e Serena al tappeto. Dopo la semifinale contro la Konta aveva chiesto un aiuto proprio alla Graf, invece le è arrivato ‘solo’ un sms di incoraggiamento, “complimenti e in bocca al lupo”, così la strada l’ha dovuta trovare da sola con coach Torben Beltz. E ce l’hanno fatta, eccome. Raramente era capitato di vedere una giocatrice approcciare così la prima finale Slam, per di più con dall’altra parte della rete Serena Williams, una che negli ultimi 5 anni di finali ne aveva vinte qualcosa come 30 su 32, perdendone giusto un paio nel 2013 contro la Azarenka. Proprio quella che sembrava la principale antagonista al nuovo Slam di Serenona. Invece l’ha fatta fuori lei nei quarti, poi si è presa la prima finale Slam e ha messo il lieto fine a una favola che vale una carriera, togliendo alla Williams un altro primato. L'americana non aveva mai perso una finale Slam al terzo set, vincendone 8 su 8, ma stavolta non ha potuto fare altro che inginocchiarsi. E se lei ha qualche colpa, sono sicuramente di più i meriti della Kerber, perfetta quando lo doveva essere. Il lungo abbraccio a fine match, con tanto di sorrisi, dimostra che anche Serena le ha voluto rendere i giusti meriti.
 
QUELLE DUE SMORZATE NEL SESTO GAME
Angelique ha iniziato il match alla grande. Niente tensione, niente paura del grande palcoscenico o di fare una magra figura, come molti si attendevano. Ma tanta decisione e le idee chiare. È partita subito centrata, è andata avanti di un break e ha costretto la Williams a colpire tante palle, rispondendo sempre, da ogni angolo. Sorpresa, Serena ha pasticciato parecchio da fondo campo, sul 2-3 ha recuperato il break, poi l’ha ceduto di nuovo e mostrato qualche difficoltà più del solito. Visto che il tennis non funzionava ha provato a far pesare la personalità, con i suoi teatrali “come on” in ginocchio sul campo, però la Kerber non ci ha nemmeno fatto caso, ha raccolto i 23 gratuiti (contro i suoi 3!) e si è presa il primo set. Ma la reazione di Serena non è tardata ad arrivare. Si è rilassata, ha capito che non serviva colpire quattro vincenti per chiudere un game, ha ridotto la velocità dei colpi e del servizio (che con più angoli è diventato più efficace) e ha iniziato a giocare da Williams. I vincenti sono addirittura aumentati, mentre i gratuiti sono andati in picchiata (da 23 e 5) e il set è finito nelle sue mani senza grosse difficoltà. Rimaneva però un’incognita sulle sue condizioni in caso di terzo set, visto che nel corso del torneo non ne aveva mai avuto bisogno. E infatti quando sembrava l’ora di ‘ammazzare’ il match è arrivato qualche errore di troppo e la Kerber è tornata su, le gambe sono ripartite a mille e il match ha ripreso i colori tedeschi. È nuovamente salita di un break, 2-0 e servizio, poi si è lasciata riprendere, ma sul 3-2 ha vinto il game chiave dell’intero incontro. Ha provato ad allungare, Serena le ha negato due palle-break con due grandi punti, ma sulle due occasioni per il 3-3 l’ha freddata con altrettante splendide smorzate (le uniche due del match!), mostrando coraggio e meritando il vantaggio decisivo.
 
LO SCORSO ANNO PERSE AL PRIMO TURNO
La tedesca è salita 4-2, poi 5-2 in scioltezza, quindi 30-30 in risposta, a due punti dal miracolo. Invece ha dovuto attendere, perché Serena si è rifatta sotto, fino a costruirsi una palla del 5-5. Ma dopo grinta e tocco, Angelique ha mostrato anche sangue freddo. Tante colleghe sarebbero crollate, lei no. Non ha accettato che tutto potesse finire: si è presa la parità spingendo la risposta, e poi si è difesa alla grande. Un dritto in rete di Serena le ha dato il match-point, la successiva volèe lunga (solo 15 su 32 a rete per la statunitense) ha chiuso i conti, regalandole un traguardo insperato, quasi impossibile. L’ha reso possibile lei, giocando il match della vita, il match del riscatto, contro tutti quelli che l’hanno sempre sottovalutata, non reputandola in grado di poter vincere un torneo dello Slam. Invece ce l’ha fatta e nel modo più bello, di grinta, nella lotta, conquistandosi punto dopo punto anche l’affetto del pubblico. Volevano vedere qualcosa di nuovo, di diverso dal solito dominio, volevano accompagnarla nella sua favola, e alla fine hanno gioito insieme a lei. Per il 22esimo Slam di Serena c’è ancora tempo, probabilmente già al Roland Garros, mentre questa era l’ora del primo di Angelique, e non se l’è lasciato sfuggire. Diventa la seconda tedesca della storia a mettere le mani su un torneo del Grande Slam. Prima di lei solo Steffi Graf, che a tratti ha ricordato, coprendo il campo in maniera incredibile. E pensare che nel 2015 a Melbourne aveva perso al primo turno, chiudendo l’anno con appena sei match Slam vinti e senza mai raggiungere gli ottavi di finale. Stavolta ne ha vinti sette in un colpo solo. È una campionessa Slam, e non è un sogno. 

AUSTRALIAN OPEN – Finale femminile
Angelique Kerber (GER) b. Serena Williams (USA) 6-4 3-6 6-4