QUELLE DUE SMORZATE NEL SESTO GAME
Angelique ha iniziato il match alla grande. Niente tensione, niente paura del grande palcoscenico o di fare una magra figura, come molti si attendevano. Ma tanta decisione e le idee chiare. È partita subito centrata, è andata avanti di un break e ha costretto la Williams a colpire tante palle, rispondendo sempre, da ogni angolo. Sorpresa, Serena ha pasticciato parecchio da fondo campo, sul 2-3 ha recuperato il break, poi l’ha ceduto di nuovo e mostrato qualche difficoltà più del solito. Visto che il tennis non funzionava ha provato a far pesare la personalità, con i suoi teatrali “come on” in ginocchio sul campo, però la Kerber non ci ha nemmeno fatto caso, ha raccolto i 23 gratuiti (contro i suoi 3!) e si è presa il primo set. Ma la reazione di Serena non è tardata ad arrivare. Si è rilassata, ha capito che non serviva colpire quattro vincenti per chiudere un game, ha ridotto la velocità dei colpi e del servizio (che con più angoli è diventato più efficace) e ha iniziato a giocare da Williams. I vincenti sono addirittura aumentati, mentre i gratuiti sono andati in picchiata (da 23 e 5) e il set è finito nelle sue mani senza grosse difficoltà. Rimaneva però un’incognita sulle sue condizioni in caso di terzo set, visto che nel corso del torneo non ne aveva mai avuto bisogno. E infatti quando sembrava l’ora di ‘ammazzare’ il match è arrivato qualche errore di troppo e la Kerber è tornata su, le gambe sono ripartite a mille e il match ha ripreso i colori tedeschi. È nuovamente salita di un break, 2-0 e servizio, poi si è lasciata riprendere, ma sul 3-2 ha vinto il game chiave dell’intero incontro. Ha provato ad allungare, Serena le ha negato due palle-break con due grandi punti, ma sulle due occasioni per il 3-3 l’ha freddata con altrettante splendide smorzate (le uniche due del match!), mostrando coraggio e meritando il vantaggio decisivo.
LO SCORSO ANNO PERSE AL PRIMO TURNO
La tedesca è salita 4-2, poi 5-2 in scioltezza, quindi 30-30 in risposta, a due punti dal miracolo. Invece ha dovuto attendere, perché Serena si è rifatta sotto, fino a costruirsi una palla del 5-5. Ma dopo grinta e tocco, Angelique ha mostrato anche sangue freddo. Tante colleghe sarebbero crollate, lei no. Non ha accettato che tutto potesse finire: si è presa la parità spingendo la risposta, e poi si è difesa alla grande. Un dritto in rete di Serena le ha dato il match-point, la successiva volèe lunga (solo 15 su 32 a rete per la statunitense) ha chiuso i conti, regalandole un traguardo insperato, quasi impossibile. L’ha reso possibile lei, giocando il match della vita, il match del riscatto, contro tutti quelli che l’hanno sempre sottovalutata, non reputandola in grado di poter vincere un torneo dello Slam. Invece ce l’ha fatta e nel modo più bello, di grinta, nella lotta, conquistandosi punto dopo punto anche l’affetto del pubblico. Volevano vedere qualcosa di nuovo, di diverso dal solito dominio, volevano accompagnarla nella sua favola, e alla fine hanno gioito insieme a lei. Per il 22esimo Slam di Serena c’è ancora tempo, probabilmente già al Roland Garros, mentre questa era l’ora del primo di Angelique, e non se l’è lasciato sfuggire. Diventa la seconda tedesca della storia a mettere le mani su un torneo del Grande Slam. Prima di lei solo Steffi Graf, che a tratti ha ricordato, coprendo il campo in maniera incredibile. E pensare che nel 2015 a Melbourne aveva perso al primo turno, chiudendo l’anno con appena sei match Slam vinti e senza mai raggiungere gli ottavi di finale. Stavolta ne ha vinti sette in un colpo solo. È una campionessa Slam, e non è un sogno.
AUSTRALIAN OPEN – Finale femminile
Angelique Kerber (GER) b. Serena Williams (USA) 6-4 3-6 6-4
