L’ex numero 2 del mondo è tornata a scavare nel passato: dagli allenamenti con la madre al sogno di quella top-100 che sembrava così lontana

Il 2022 di Anett Kontaveit si è chiuso con l’amaro in bocca. Tra infortuni e risultati non altezza di quelli ottenuti nella passata stagione, la tennista estone ha voglia di ricaricare le pile e guardare all’anno che verrà con rinnovato ottimismo. In un’intervista rilasciata a Tennis Magazin, l’attuale numero 17 del mondo è tornata a parlare del suo passato ma anche delle prospettive e degli obiettivi al fianco del coach Torben Beltz.

“L’Estonia è un Paese piccolo – racconta Kontaveit – e la gente mi riconosce quasi sempre, ma posso ancora camminare per strada senza preoccupazioni. La cosa più importante è che sempre più persone giochino a tennis da queste parti. Credo che anche Kaia Kanepi abbia avuto un ruolo molto importante in questo, mi ha aperto la strada e mi ha mostrato, in giovane età, che una giocatrice estone può raggiungere grandi traguardi nel tennis, cose che all’inizio sembravano impossibili. Io ho sempre giocato a tennis per divertimento. Quando ero junior non ho mai pensato che fosse possibile entrare tra le prime 100, mi sono solo goduta il momento. Mia madre è un’allenatrice di tennis e mi ha allenata fino a 12 anni, poi il rapporto è diventato più difficile. Ad un certo punto ho deciso di rivolgermi a un coach che mi aiutasse nel mio sviluppo, sebbene mamma sia rimasta la mia migliore consigliera”.

Inevitabile un confronto tra le ultime due stagioni. “Nel 2021 mi è davvero piaciuto stare in campo, mentre quest’anno ho accusato tanta stanchezza sia in partita che negli allenamenti. Il tennis femminile? Il livello è molto alto, nessuna ti regala niente e devi sempre essere al 100%. I risultati ottenuti da Swiatek negli ultimi mesi sono stati eccezionali. Adesso voglio ripartire e speriamo vada tutto per il meglio. Torben è una persona gentile ma mi fa lavorare molto. Penso stia riuscendo a darmi i giusti equilibri”.