Dopo aver appeso la racchetta al chiodo lo statunitense si sta dedicando a tutte le sue passioni, le stesse che per oltre 20 anni ha dovuto ripetutamente accantonare… di MARCO CALDARA

di Marco Caldarafoto Getty Images

Fra i tanti campioni della racchetta che han detto basta nel 2012, il più blasonato è senza dubbio Andy Roddick, il miglior tennista statunitense dell’ultimo decennio. Lo yankee del Nebraska ha deciso di smettere con il tennis giocato dopo gli Us Open, lo stesso torneo che nel 2003 gli valse il primo titolo in una tappa del Grande Slam e il conseguente aggancio alla vetta del ranking Atp. Era numero uno del mondo a 21 anni, e da lui ci si aspettava tanto, specialmente perché aveva grandissimi margini di miglioramento. E infatti col tempo ha saputo perfezionare le proprie lacune (specialmente il rovescio), ma la progressiva perdita di incisività con servizio e diritto, unita all’arrivo sulla scena mondiale di un certo Roger Federer, ha fatto sì quello newyorkese rimanesse il suo unico exploit in un Major. Di rammarichi A-Rod ne porta con sé tanti, la finale di Wimbledon 2009 in primis, ma ora è giunto il momento di lasciarseli alle spalle. Dopo aver appeso la racchetta al chiodo sta riscoprendo tutti i piaceri della vita. Gli stessi ai quali ha dovuto rinunciare per un sacco di anni, avendo sin dalla tenera età il tempo scandito da tornei e periodi di allenamento.

A tre mesi dal ritiro lo statunitense non si è per niente pentito della propria scelta, e l’ha raccontato fiero ai microfoni di Espn. Ma guai a pensare che passi le sue giornate sul divano a guardare telefilm e ad ammazzarsi di cibo tipicamente statunitense. Cosa sta riempiendo la mia vita? Tutte le cose che avrebbero dovuto riempirla ogni anno”, ha spiegato Andy, di ritorno dalla Miami Tennis Cup, esibizione per la quale aveva detto sì prima del ritiro, e dove si è tolto lo sfizio di rifilare un secco 6-3 6-2 ad Andy Murray. La cosa che più apprezzo è avere tanto tempo da trascorrere con amici e famigliari. Mi sveglio alla mattina e so di avere a disposizione un giorno intero per fare quello che preferisco. La scorsa settimana con i miei amici abbiamo fatto una gara sui 5mila metri, e poi un campo di addestramento. Giusto il tempo per brunch con un paio di Bloody Mary e siamo ripartiti. Tre ore di laser tag e poi via con cinema e una cena fuori. Abbiamo iniziato alle 8.30 del mattino e abbiamo finito alle 22.45, ed è stato incredibile. È bello riempire il tempo con una serie di attività casuali”. Un’altra delle passioni a cui Roddick può finalmente dedicare tempo è quella per il golf. “Sto giocando molto – racconta Andy – e il mio gioco non è male. Però cerco sempre di migliorarmi. Penso ai tanti ragazzi che negli anni ho visto allenarsi accanto a me e dei quali ne ho giudicato le qualità, e immagino di essere come uno di loro, ma sul campo da golf”.

Ma oltre a divertimento e libertà, Andy si è buttato anche nella beneficenza, creando una fondazione benefica con l’obiettivo di costruire un centro sportivo per l’insegnamento a Austin (Texas), la sua città natale. Sembra proprio che il tennis giocato non gli manchi affatto, anche se pare non abbia cambiato del tutto il modo di trascorrere la propria off-season, tanto che nei giorni scorsi è stato avvistato a Los Angeles (dove la moglie si è dovuta recare per lavoro) ad allenarsi con l’amico James Blake, uno che malgrado i tre anni in più pare voglia continuare a provarci. “Mi diverto ancora a giocare, ma confesso di non aver invidiato per niente i ragazzi che a ottobre hanno fatto quindici ore di viaggio per andare a Shanghai”, ha raccontato. “Sono però certo, invece, che mi mancherà l’Australia. Nelle ultime tredici stagioni ho trascorso il mio gennaio lì, ma sono anche quindici anni che manco da casa l’8 gennaio, e quindi sono intenzionato a farla tornare un’abitudine. Di tornare nel tennis, come allenatore o in qualsiasi altra carica, per ora non ne vuole sapere, e francamente è difficile dargli torto. È stato nel circuito per quasi quindici anni (nei quali ha vinto 32 titoli e guadagnato oltre 20 milioni di dollari di soli montepremi), e grazie alla popolarità dovuta al tennis ha avuto la fortuna di conoscere una bellissima modella come Brooklyn Decker, poi diventata sua moglie. Cosa poteva chiedere di meglio a racchette e palline?