Se negli anni 80 e 90 i maggiori problemi erano causati dal dolore al gomito, nel nuovo millennio questo si è spostato all’anca. Guga Kuerten è stato tra i primi a soffrirne, tanti altri ne sono stati limitati: «Ero consapevole che certi movimenti non avrei più potuto farli – ha detto ancora Murray – ma potrei comunque andare avanti pur con questi limiti. Ma con questo dolore…». In particolare, se ricordate il movimento di dritto dello scozzese, non sarà difficile capire perché sono nati questi fastidi (diventati molto dolorosi a partire dal match di semifinale perso contro Stan Wawrinka a Roland Garros nel 2017).
Clicca qui per vedere il dritto di Murray in slow motion
Esattamente un anno fa, sempre a Melbourne, Murray decise di dare ascolto a John O’Donnell, da tanti anni suo consulente medico e specialista proprio nei problemi all’anca. Decise di operarsi ma non è stato sufficiente. È rientrato nel circuito, ha giocato dodici match (vincendone cinque, due contro top 20) ma si è capito che sarebbe stato difficile, se non proprio impossibile, tornare al top della condizione. Durante la preparazione invernale del mese scorso, la situazione è perfino peggiorata, col dolore che è diventato persistente anche nelle attività quotidiane, fuori dal campo da tennis. «Un’opzione sarebbe quella di operarmi un’altra volta, ma sarebbe ancora più critica rispetto a quella precedente. Però sto valutando questa possibilità perché mi consentirebbe di vivere senza avvertire tutto questo dolore. Ci sono atleti che, dopo questo genere di intervento, sono tornati a competere, ma ovviamente non ci sono certezze. E comunque, dovessi operarmi non sarebbe per tornare a giocare ma solo per non sentire più dolore». Murray ha poi aggiunto: «Ho sofferto a lungo, ormai sono circa venti mesi. Ho provato qualunque cosa potesse aiutare a sentirmi meglio. La situazione è in effetti migliorata rispetto a sei mesi fa, ma ho ancora tanto male. A metà dicembre ho parlato col mio team e ho detto che non me la sentivo di andare avanti così. Non potevo continuare senza sapere se questo dolore sarebbe mai passato. Vorrei ritirarmi a Wimbledon ma non sono certo di poterci arrivare».
Clicca qui per vedere la prima vittoria di Murray a Wimbledon nel 2013
Murray si è però detto abbastanza sicuro di scendere in campo all’Australian Open per il suo primo turno contro Roberto Bautista Agut, un match molto complicato, con lo spagnolo reduce dal successo a Doha. Anche se Murray ha vinto i tre precedenti scontri diretti. «Sono convinto di poter giocare a un buon livello, anche se non al massimo». L’anno scorso, anche Roger Federer disse che in quel momento Murray stava giocando da top 30, troppo poco per chi è stato numero uno. «Mi avete visto correre tanto su un campo da tennis e non era così facile. Ma quando senti dolore se ti allacci le scarpe, ti infili un calzino… Se deciderò di operarmi nuovamente, mi impegnerò in una riabilitazione completa perché la mia anca torni efficiente. Ma sono anche realista e so quanto sarebbe difficile tornare ad alto livello nello sport professionistico. Certo è possibile: Mike Bryan si è operato l’anno scorso dopo Wimbledon e ora è tornato a giocare. Ci siamo parlati spesso ma c’è differenza nel giocare in singolare e in doppio».

* Andy Murray, scozzese, 32 anni, in carriera ha vinto tre titoli del Grand Slam (Wimbledon 2013 e 2016, US Open 2012) e ha raggiunto altre otto finali (cinque in Australia e una ciascuna negli altri tre Slam) perdendone tre contro Roger Federer e cinque contro Novak Djokovic. Ha vinto anche un Masters (2016), due medaglie d'oro olimpiche (Londra 2012 e Rio 2016), 14 Masters 1000 e un totale di 45 tornei. È stato numero uno del mondo per 41 settimane e in carriera ha guadagnato oltre 60 milioni di dollari in soli montepremi.