I cronisti che l'hanno osservato in allenamento raccontano di un giocatore ancora lontano dalla miglior condizione, ma a 340 giorni dal suo ultimo match ufficiale Andy Murray ha deciso di tornare nel circuito. Lo farà all'ATP 500 del Queen's Club, dove ha vinto il titolo ben cinque volte. Per l'ex numero 1 del mondo esordio da pop-corn con Nick Kyrgios.Finalmente Andy Murray è pronto per tornare in campo. La possibilità di vederlo in gara al Queen’s Club è rimasta avvolta nel mistero fino all’ultimo, ma l’ex numero uno del mondo ci sarà, a 340 giorni dalla sconfitta contro Sam Querrey nei quarti a Wimbledon, e a poco più di cinque mesi dalla successiva operazione all’anca. “Voglio tornare solo quando sono in forma e pronto per competere, e non mettermi di nuovo nella stessa situazione di New York o Brisbane, quando sono arrivato ai tornei senza avere le idee chiare sulle mie condizioni”, aveva detto lo scozzese nell’annunciare il forfait a ‘s-Hertogenbosch, spiegando che avrebbe ripreso a giocare soltanto quando si sarebbe sentito al 100%. L’assenza di notizie sul suo conto non lasciava presagire nulla di buono, ma evidentemente l’allenamento di venerdì pomeriggio col connazionale Cameron Norrie ha dato a Murray le risposte che cercava, portandolo alla decisione attesa da mesi e mesi, e già rimandata almeno una manciata di volte. Doveva tornare allo Us Open, poi in Australia, quindi a un Challenger pre-Roland Garros, poi a Parigi, poi ancora in Olanda, mentre lo farà nel torneo vinto più volte in carriera (ben cinque: 2009, 2011, 2013, 2015 e 2016), da numero 157 del mondo, appena in tempo per non uscire del tutto dalla classifica ATP. Tuttavia, l’urna del Fever-Tree Championships non è stata affatto tenera, spedendolo immediatamente in pasto a Nick Kyrgios, che si presenterà a Londra dopo la buona settimana a Stoccarda. Saranno dispiaciuti gli organizzatori, che nel giro di pochi giorni hanno perso prima Nadal e poi Del Potro, ma che Murray si senta di nuovo nelle condizioni di competere resta una grande notizia per il mondo del tennis in generale.
NON È ANCORA AL 100%
Chi l’ha osservato nelle sessioni di allenamento di venerdì racconta di qualche evidente ruggine, come nel servizio e nella forma fisica, ancora lontana da quella ideale. Tuttavia, anche se la rapidità negli spostamenti non è la stessa dei tempi d’oro, è parso in condizioni complessive migliori rispetto a quelle di New York e Brisbane, quando si era allenato in loco con l’intenzione di rientrare nel Tour, ma poi era stato costretto dall’evidenza a cambiare idea. “Anche se è fuori dal circuito da parecchio tempo la sua palla non è cambiata, resta sempre un gran colpitore, anche se naturalmente l’aspetto più importante resta la mobilità”, ha detto senza sbottonarsi troppo Kyle Edmund, che nei giorni scorsi ha giocato con Murray sui campi dell’All England Club, lontano da occhi indiscreti. Una serie di indizi che lascia intendere come lo scozzese non sia ancora al massimo. Vien quindi da pensare che abbia deciso di rientrare per testare la sua situazione in almeno un match ufficiale, così da capire il da farsi in vista di Wimbledon. Un match sull’erba contro Kyrgios non è esattamente l’ideale, visto che di scambi se ne vedranno gran pochi, ma l’augurio è che l’incontro possa bastare a convincere Murray a partecipare ai Championships. Da ricordare che al Queen’s sarà in gara anche Novak Djokovic, che ha accettato una wild card e potrebbe dar vita a un secondo turno da urlo contro Grigor Dimitrov. A Cameron Norrie, Jay Clarke e Daniel Evans le altre tre wild card. Particolarmente significativa quella assegnata a quest’ultimo, subito brillante al rientro dalla sospensione per doping. Significa che la LTA ha l’intenzione di facilitarne il complicato ritorno ad alti livelli.