Già fuori dai top-100, Pablo Andujar centra una clamorosa semifinale a Madrid. Entrato in tabellone con una wild card, ha lasciato una commovente dedica sulla telecamera.
Gioia immensa per Pablo Andujar: lo spagnolo è in semifinale a Madrid
Di Riccardo Bisti – 11 maggio 2013
La pelle d’oca è arrivata quando Pablo Andujar ha firmato la telecamera, come ogni campione che si rispetti. Ci ha pensato su, era il suo momento di gloria. Non poteva limitarsi a uno scarabocchio. E allora ha espresso il pensiero più dolce. Ha ringraziato il CT Collao, il piccolo club dove ha iniziato a giocare quando aveva sei anni. Tutto è nato per caso: mamma Inma aveva un negozio di animali, e il maestro del club era un cliente abituale del negozio. Aveva un cane, un gatto, o chissà cosa. Vedeva sempre quel bambino, un po’ annoiato dal viavai di clienti. Allora propose alla madre di portarlo al club e praticare uno sport. Con il pennarello tremolante, Pablo il bello ha scritto “CT Collao”, seguito da un cuoricino. Il primo circolo è come la maestra delle elementari. Ti resta nel cuore. Ed è bello che Andujar se ne sia ricordato nel momento di felicità. Una vetta che segue un misero picco. E’ curiosa, la parabola di Pablo Andujar. Lo scorso settembre, a 26 anni, ha ottenuto il best ranking. Numero 33 ATP, mica male. Ma ha iniziato a soffrire di vertigini. E ha cominciato a perdere. 1,2,3 partite. Fino a 10. Ha interrotto la serie negativa durante la Gira Sudamericana, ma la svolta non è arrivata. E la classifica ha continuato a scendere. A Casablanca, dove aveva vinto le ultime due edizioni, ha dovuto giocare le qualificazioni. Le ha passate, ma ha perso al secondo turno, franando fuori dai top 100. E’ dura risalire dopo un flop del genere, specie se non sei più giovanissimo.
Ion Tiriac si è impietosito e gli ha voluto dare una wild card. Il baffo rumeno avrebbe preferito Federer, ma almeno potrà dire di non aver gettato via l’invito. Andujar è lì, tra i grandi, approfittando di un fortunato mix tra fortuna e bravura. Per battere Cilic ed Isner bisogna giocare bene, ma contro Gimeno Traver era in difficoltà. L’infortunio del connazionale gli ha spalancato le porte dei quarti, dove ad attenderlo non c’era Roger Federer, bensì il Samurai di Shimane. Era l’occasione della vita, e lo sapeva. Le quasi tre ore trascorse ad aspettare la fine di Nadal-Ferrer non devono avergli giovato. Su un Campo Santana quasi deserto, con pochi (e stanchi) spettatori, Andujar ha dato fondo a tutte le energie e ha giocato un match quasi perfetto fino al 6-3 5-3. Non si può neanche dire che Nishikori fosse demotivato, perché provava a disegnare il campo come negli ottavi. Ma i pallettoni arrotolati di Pablo gli davano più fastidio che le saette di Federer. Allo spagnolo riusciva tutto, persino passanti in corsa e pallonetti millimetrici. Tutto troppo bello. Al momento di chiudere, ha iniziato a tremare. Quando ha servito per il match sul 5-4 e 30-30, ha sparato in corridoio il più facile dei dritti. Nishikori è tornato a galla, ma Andujar ha capito che non poteva più sbagliare. Era certo di perdere al terzo set. Allora ha prodotto il massimo sforzo. Per sua fortuna, è stato sufficiente.
Andujar è cresciuto nel mito di Sergi Bruguera, e da junior prometteva bene. A 18 anni ha vinto il doppio al Roland Garros junior (in coppia con Granollers). “Credevo di essere un crack, ma poi a 20 anni mi sono trovato immerso in una nube di fumo. Giocando i futures e i challenger ho capito cosa significa fare il professionista. E non è facile”. Ha avuto bisogno di qualche anno, ma alla fine è diventato un ottimo professionista. “Speriamo che la Spagna continui ad avere buoni giocatori, altrimenti rischiamo di fare la fine della Germania del post-Graf”. La Spagna, poi, non ha la forza economica della Francia. I giovano ottengono contributi di 3-5.000 euro annui: cifra importante, ma non sufficiente per sovvenzionare una stagione. Pablo Andujar è partito da lì. Ha commesso i suoi sbagli, ma non si è mai dimenticato da dove arriva. Non dimentica nulla, compresi gli sforzi del Levante, seconda squadra calcistica di Valencia, per cui nutre una forte simpatia. Anche per questo, Andujar è l’eroe a sorpresa del Masters 1000 di Madrid. Il torneo che ha preso il posto di Amburgo, vinto da due carneadi spagnoli: Roberto Carretero nel 1996 e Albert Portas nel 2001. Nadal sembra un Everest, ma sognare non costa nulla. Proprio nulla.
Post correlati
Essere vulnerabili, e ammetterlo, è una grande risorsa
Vulnerabili lo siamo tutti, anche e soprattutto i tennisti, in un’epoca in cui la pressione per il risultato è...