Con la sconfitta al primo turno ad opera di Pablo Cuevas nell’ATP 250 di Bucarest, finisce ufficialmente la carriera di Andrei Pavel
di Daniele Rossi

Con la sconfitta al primo turno ad opera di Pablo Cuevas nell’ATP 250 di Bucarest, finisce ufficialmente la carriera di Andrei Pavel. Il rumeno, classe 1974, lascia da numero 646 del mondo, lui che nel 2004 era stato numero 13 e top 20 fino all’inizio del 2005. Giocatore di stampo classico, buona attitudine su tutte le superfici e dotato di un ottimo rovescio, Pavel è stato il degno rappresentante del tennis rumeno, 20 anni dopo Ilie Nastase. Lo zenit della carriera, rimane la sorprendente vittoria a Montreal nel 2001, raggiunta battendo in finale Pat Rafter (che si ritirò sul 6-4 5-0 in suo sfavore), dopo aver eliminato Andy Roddick e Tommy Haas. Ma non bisogna dimenticare anche le vittorie di Tokyo nel 1998, in finale contro Byron Black, e a Kitzbuhel nel 2001 (a cadere fu Andrew Ilie), nonché la finale persa nel 2003 al Master di Parigi contro “Gentleman” Tim Henman in tre set. L’ultima soddisfazione per Pavel però è arrivata nell’ultimo incontro di Coppa Davis (dove detiene un record di 40-22) contro la Francia: oltre a essere stato designato capitano della squadra, al termine dell’incontro il pubblico gli ha tributato una commovente standing ovation di 5 minuti. “Non ho rimpianti e sono molto orgoglioso della mia carriera” ha dichiarato Pavel al termine della partita contro Cuevas. Ora tenterà di aprire una Tennis Academy negli Stati Uniti, dove si è trasferito con la moglie e due figli; ha ripromesso però di non dimenticarsi della sua madre patria “Voglio aiutare lo sviluppo del tennis in Romania, anche se so che non sarà facile. Abbiamo tanti giocatori di talento, dobbiamo solo cercare di migliorare l’organizzazione e dar loro la giusta esperienza fin dall’ìnizio”.