da Madrid, Matteo Veneri
(In allegato all'articolo potete sentire l'audio dell'intervista realizzata)
A Madrid Andreas Seppi è stato abbattuto per 6-1 6-2 dal tedesco Tommy Haas, ma un'oretta dopo il match si è presentato comunque, come sempre gentile e disponibile, nella sala destinata alle conferenze stampa. Il sottoscritto era l'unico giornalista presente, e quindi ne abbiamo approfittato per parlare della partita di ieri e dell'attuale momento del tennista più forte d'Italia.
Andreas, 51 minuti di partita, solo 6 vincenti e 26 errori. Cosa è successo?
Lo dice il risultato, quando uno gioca bene e l'altro male finisce in questo modo qua. Ho avuto difficoltà generale a controllare la palla, a prendere ritmo. Poi soprattutto in queste condizioni, dove la palla vola un po' e non ti senti a tuo agio, è difficile fare un buon match. Poi nulla da togliere a lui, che sta giocando molto bene, anche negli scambi duri ha fatto vedere che è in un buon periodo. Match sicuramente da dimenticare, e si può guardare avanti.
Come ti sei trovato su questa terra?
Bene, i campi erano buoni. Meglio dell'anno scorso, sotto quell'aspetto lì non si può dire niente. Molto simili anche a Parigi come genere e quindi quello era buono.
Alla fine ho visto che hai scherzato con Haas alla stretta di mano. Cosa vi siete detti?
Gli ho chiesto quanto voleva per la lezione. Visto che è stato sotto un'ora gli ho chiesto se 50 euro andavano bene, e si è messo a ridere. Non sapevo cos'altro dire.
Non c'era Massimo Sartori oggi in tribuna, ma solo il preparatore atletico Dalibor Sirola. Qualche motivo particolare?
Doveva semplicemente tornare a casa per motivi familiari, aveva delle cose da fare e non poteva venire.
Arrivi a Roma in fiducia o non ti senti nel periodo migliore?
Non posso dire che non mi sento bene, a parte questa partita dove ho avuto difficoltà mi sentivo abbastanza bene. Magari non ho raccolto gli stessi risultati che ho raccolto negli stessi tornei l'anno scorso sulla terra battuta, però per il resto non posso dire che sto male. Arrivo a Roma con meno vittorie ed un momento non positivissimo in confronto all'anno scorso, però forse l'unica differenza che arrivo lì consapevole di poter fare un buon torneo.
Il tuo ultimo mese. Hai perso con Fognini a Montecarlo, con Rosol a Bucharest, e poi hai raggiunto la semifinale in Portogallo dove hai perso con Ferrer settimana scorsa. Ti aspettavi qualcosa in più dalla partita con Ferrer o è veramente troppo forte?
Sicuramente mi aspettavo qualcosa in più, anche perchè nel match precedente contro Robredo avevo fatto una buona partita. La partita è stata molto solida, e quando sono entrato in campo speravo di fare una buona partita, o anche e soprattutto batterlo. Lui nei primi turni aveva avuto un po' di difficoltà. Poi sicuramente ha fatto un buon match lui, ma quando vai sotto coi primi 10 del mondo è difficile recuperare. Negli ultimi due match è andata così, sono andato sotto 3/4 a 0 e poi è difficile tornare in partita. Mi aspettavo di più. Con Fognini è stata una partita con alti e bassi per entrambi, siamo arrivati lì dopo la Coppa Davis e non abbiamo avuto tanto allenamento sulla terra battuta, quindi ci sta fare una partita del genere, che comunque non è andata malissimo. Con Rosol invece era una partita che potevo anche portare a casa, che era importante, visto che alla fine lui è riuscito a vincere il torneo. Se riuscivo magari a gestire meglio il terzo set, in cui ho recuperato dal 3-0 al 3-3, potevo fare bene a Bucharest. Quelle due sconfitte un po' brutte, ma ho giocato abbastanza bene.