Nata per caso, la coppia composta da Julian Ocleppo e Andrea Vavassori sta iniziando a togliersi soddisfazioni importanti. Dopo il primo titolo Challenger, i due piemontesi si sono conquistati la wild card per gli Internazionali d'Italia, e hanno iniziato un progetto insieme dedicato al doppio. L'Italia non ha degli specialisti: una coppia di giovani potrebbe tornare utile per il futuro.Con l’attenzione proiettata sui tornei di singolare, al Foro Italico sono passate quasi inosservate le pre-qualificazioni del doppio, che mettevano in palio una wild card per il torneo maschile e una per il torneo femminile. Fra le donne l’hanno spuntata Alice Matteucci e Deborah Chiesa, che si è rifatta in parte della mancata vittoria in singolare, mentre la wild card maschile è toccata ad Andrea Vavassori e Julian Ocleppo, figlio d’arte dell’ex “pro” Gianni, numero 30 del mondo nel ’79 e oggi telecronista per Eurosport. Due coppie giovani, ma dalle ambizioni ben diverse, perché mentre la partecipazione di Chiesa e Matteucci è il semplice frutto di un torneo giocato meglio delle avversarie (era la loro prima volta insieme!), la wild card finita nelle mani di Ocleppo e Vavassori rappresenta invece una piacevole conferma. Certifica la buona qualità di una coppia giovane (il primo deve compiere 21 anni, il secondo ne ha appena festeggiati 23) che sta raggiungendo risultati sempre più rilevanti, tanto da aver iniziato a fare un pensierino alla specialità. È vero che il doppio ha perso buona parte della sua nobiltà, ma rispetto al singolare apre qualche possibilità in più, perché per riuscire a eccellere non bisogna necessariamente essere dei campioni. Per accorgersene basta scorrere la top-100 di specialità: è colma di tennisti che in singolare non sono mai riusciti a sfondare, e hanno trovato nel doppio un ottimo rimedio, anche dal punto di vista economico. I montepremi sono minori, ma emergere è più facile: senza arrivare ai livelli di Bob e Mike Bryan, che grazie a una carrellata infinita di successi sono nella top-30 all-time dei tennisti più pagati (con oltre 15 milioni di dollari incassati a testa), stando nei primi 70 della classifica si possono incassare oltre 100.000 euro all’anno. Non si diventa ricchi, ma si può vivere più che dignitosamente.
ERANO LA COPPIA DA BATTERE
Ocleppo e Vavassori hanno giocato per la prima volta insieme nel giugno del 2017 al Futures di Padova, vincendo il titolo. Subito dopo hanno raggiunto una finale al Challenger di Recanati e da allora hanno iniziato a fare coppia spesso e volentieri, vincendo un altro paio di Futures e soprattutto il Challenger di Francavilla al Mare, un paio di settimane fa. Dei due il vero doppista è Vavassori, nato a Rivoli e cresciuto a Pinerolo, e oggi di base al Centro Tecnico di Tirrenia. Ha sempre giocato volentieri il doppio come parte del progetto di crescita, ma da un paio d’anni ci ha trovato anche un valido mezzo per togliersi belle soddisfazioni. Oggi è numero 152 del ranking di specialità, alle spalle solo di Fognini, Lorenzi e Bolelli (Ocleppo invece è 211), e fra pochi giorni farà il suo esordio in un Masters 1000, grazie alle tre vittorie conquistate nelle pre-qualificazioni. Decisiva l’affinità col compagno costruita torneo dopo torneo, che ha permesso ai due di presentarsi al Foro Italico nelle vesti di coppia da battere. Dopo il successo su Capello/Bagarello, in semifinale hanno superato un duo esperto come Cipolla/Starace, che a Roma raggiunsero anche i quarti di finale nel lontano 2008, mentre in finale hanno sconfitto per 6-1 7-6 Pietro Rondoni e Walter Trusendi. “Siamo contentissimi – ha detto Ocleppo dopo la vittoria –, perché ci speravamo veramente tanto. Non ci sono parole per descrivere questa emozione, siamo felici e non vediamo l’ora di iniziare”. “Da un paio di mesi – ha aggiunto Vavassori – stavamo preparando bene questa occasione, e ora speriamo di fare bene anche nel torneo vero e proprio. Sarà un’occasione importante: un Masters 1000, in Italia, al Foro Italico. Siamo veramente soddisfatti e speriamo di poterci godere a pieno questa esperienza”. UN PROGETTO INSIEME
Fra i primi 100 della classifica di doppio ci sono specialisti da 34 paesi diversi, ma nessun italiano, segno che quella del doppio non è una specialità che attira particolarmente i nostri giocatori. L’ultimo a provarci sul serio è stato Daniele Bracciali, che smessi i panni del singolarista è arrivato al numero 21 del ranking di doppio nel 2012, prima che i suoi progetti venissero bruscamente stoppati dalla lunga vicenda scommesse. L’aretino è rientrato da poco, ma con una classifica da ricostruire da capo e a 40 anni compiuti (anche se il doppio permette di essere competitivi anche in età da pensione tennistica) è difficile credere che possa tornare a certi livelli. Un altro che ci ha provato col doppio è Alessandro Motti, che da dieci anni si dedica esclusivamente alla specialità ed è stato fra i primi 100, ma a febbraio spegnerà 40 candeline. Non è un caso che per anni il doppio sia stato uno dei punti deboli della nostra nazionale di Coppa Davis, incapace di trovare una coppia all’altezza del World Group. Poi Fognini e Bolelli hanno costruito un’alchimia meravigliosa che li ha resi un duo di spessore, capace di vincere un titolo Slam e qualificarsi per le ATP Finals di Londra, ma in futuro il problema potrebbe porsi nuovamente. Ergo, trovare una coppia giovane in grado di giocare con continuità a buoni livelli potrebbe diventare molto importante. Ocleppo e Vavassori vogliono provarci. Anche se nessuno dei sue è ancora entrato fra i primi 500 del mondo non hanno abbandonato le ambizioni da singolaristi, ma da qualche tempo hanno deciso di condividere la programmazione, in modo da continuare a giocare insieme con continuità a livello Challenger, per provare a scalare la classifica ATP di specialità. A Roma li attende un bel test, il primo della loro “nuova” carriera.