L’Australian Open ospiterà il capitolo numero 27 della più grande rivalità del decennio. Lo spagnolo supera Berdych in oltre 4 ore. Le analogie con la finale di 3 anni fa. DI RICCARDO BISTI
La cordiale stretta di mano tra Tomas Berdych e Rafael Nadal

Di Riccardo Bisti – 24 gennaio 2012


 “Ancora tu? Non mi sorprende, lo sai”. Roger Federer e Rafael Nadal potrebbero fare proprie le parole di Lucio Battisti. La loro rivalità, per quanto sportiva e “politically correct” è una delle più belle e importanti della storia. Quella di giovedì sera (alle 19.30 di Melbourne, le 9.30 del mattino in Italia) si troveranno uno contro l’altro per la 27esima volta (senza contare le esibizioni). Non c’è Djokovic che tenga: quando scendono in campo “Roger&Rafa” il mondo del tennis si ferma. Dopo la facile vittoria di Federer contro Del Potro, Nadal non ha deluso le aspettative e ha superato Tomas Berdych al termine di una partita bellissima, durata 4 ore e e 16 minuti e terminata con il punteggio di 6-7 7-6 6-4 6-3. Sarà la decima sfida tra i due in un torneo del Grande Slam, la seconda in Australia dopo l’epica finale del 2009, vinta in cinque set da Nadal e ancor più spettacolare – secondo noi – della leggendaria finale di Wimbledon 2008. Nell’intervista con Jim Courier subito dopo il match, Nadal ha ricordato con grande piacere il match di 3 anni fa (peraltro ampiamente descritto nella sua biografia). “E’ stata indimenticabile. Dopo la finale con Verdasco ero molto stanco, non credevo di vincere. Ma una volta iniziato il match mi sono sentito sempre meglio…e ho colto una delle mie vittorie più belle”. Avrà bisogno di un recupero lampo proprio come allora, giacchè avrà meno di 48 ore di tempo per riprendersi. E’ vero che il match con Berdych è stato meno sfibrante di quello con Verdasco, ma non c’è dubbio che Rafa arriverà più stanco all’appuntamento. Anche perché Federer non ha giocato il suo match di secondo turno per il ritiro dell’avversario. A 30 anni, è un dettaglio che potrebbe essere importante.


Potrebbe essere il match più pepato
di una rivalità "da ufficio stampa"



 “Sono molto felice di come ho finito questo match sul piano fisico – ha detto Nadal – sono riuscito a correre con grande intensità fino alla fine. Vincere il secondo set è stata la chiave di tutto, poi finalmente ho iniziato a giocare meglio”. In effetti, un Rafa così competitivo sul cemento non si vedeva da parecchio. I piccoli accorgimenti sulla racchetta hanno reso più “cattivo” il suo gioco, permettendogli di tirare più piatto e più forte, soprattutto dal lato del dritto. Per questo il match contro Federer si preannuncia interessante, vivo, emozionante. In questa rivalità “da ufficio stampa”, come l’ha brillantemente definita Marco Imarisio, ci sarà finalmente un po’ di pepe. Il torneo è infatti iniziato con le dichiarazioni piccanti di Nadal, indispettito con Federer per il suo atteggiamento in merito ad alcune questioni “sindacali” (la durezza del calendario su tutte). “E’ facile fare il signore senza esporsi” disse più o meno Rafa. I potentissimi organi di comunicazione, tuttavia, hanno rapidamente sgonfiato il caso gettando acqua sul fuoco. Ma la sensazione che sarà un match “diverso” resta, ed è un bene per tutti gli appassionati. Come detto, sarà il capitolo numero 27 della saga: Federer ha vinto più Slam (16 contro 10), ma Nadal è avanti negli scontri diretti (17-9), divario che diventa ancora più netto se limitato ai soli tornei del Grande Slam, in cui lo spagnolo ha vinto sette sfide su nove (Federer si è imposto solo nelle finali di Wimbledon 2006 e 2007.
 
Contro un ottimo Berdych (e questa è una pessima notizia per l’Italia di Coppa Davis, che dal 10 al 12 febbraio andrà ad Ostrava per sfidare la Repubblica Ceca), Nadal non è partito nel migliore dei modi. I suoi colpi atterravano troppo corti e faceva fatica in risposta. Poi, nel quarto, dopo aver rovesciato l’inerzia, ha ripreso a giocare bene. Molto bene. Di certo avrebbe potuto andare diversamente se Berdych avesse tenuto in campo la volèe di rovescio sul setpoint nel tie-break del secondo set: avesse vinto quel punto sarebbe salito due set a zero, e forse adesso racconteremmo una storia diversa. Ma la Storia principale, quella con la S maiuscola, sarebbe stata intaccata. Invece giovedì assisteremo al match più atteso. E non ce ne vogliano Novak Djokovic ed Andy Murray, che mercoledì giocheranno i loro match di quarti di finale, rispettivamente contro David Ferrer (alle 9.30 italiane) e Kei Nishikori (non prima delle 4.30, dopo i due match femminili).