Ospite d'onore nella serata della Newcombe Medal, la nota cantante Tina Arena ha sottilmente criticato le frasi e le opinioni sessiste di Margaret Court, aggiungendosi a chi vorrebbe cambiare nome al secondo campo di Melbourne Park, la Margaret Court Arena. Ma Tennis Australia non cambia idea: “Le sue opinioni personali restano tali”.

18 anni fa si era fatta conoscere dal pubblico italiano con un fortunato duetto insieme a Luca Barbarossa. Insieme al cantautore romano (peraltro grande appassionato di tennis), Tina Arena mandava “Segnali di Fumo”. Figlia di immigrati siciliani, tuttavia, non ha portato avanti un percorso discografico in Italia. Non ne aveva bisogno, visto che alcuni dei suoi successi sono finiti nella top-10 della Billboard americana e, soprattutto, è la cantante australiana di maggior successo all'estero. Oggi torna a far parlare di sé per quanto accaduto nella notte della Newcombe Medal, importante riconoscimento destinato al miglior tennista australiano dell'anno, vinto a mani basse da Ashleigh Barty. Ospite dell'evento, la Arena si è schierata a favore di un cambio di nome della Margaret Court Arena di Melbourne Park. Il motivo è noto: i commenti sessisti della ex campionessa australiana, fermamente contraria ai matrimoni tra persone dello stesso sesso. Le sue parole furono fortemente criticate, non solo da personaggi del mondo del tennis. La Court aveva rincarato la dose dicendo che lo spogliatoio femminile “è pieno di lesbiche che provano a portare sulla cattiva strada le giovani ragazze”, ed è tornata a far parlare di sé in questi giorni, dopo che si è espressa sulla possibilità della vittoria del “sì” (poi avvenuta) nel plebiscito postale per istituire i matrimoni legalitari. L'esperimento, non essendo vincolante per il governo a differenza di un referendum, è comunque chiaro sull'opinione degli australiani, visto che oltre il 60% dei votanti ha dato parere favorevole. Il governo ha recepito il voto e ha promesso una legge entro fine anno. “Scomparirebbero tutte le vacanze in Australia – ha detto la Court – non ci sarebbe la Festa della Mamma o la Festa del Papà. E nemmeno Pasqua o Natale”.

TENNIS AUSTRALIA NON CAMBIA IDEA
Tina Arena è intervenuta durante la Newcombe Medal, in cui ha cantato tre dei suoi più grandi successi. Tra un pezzo e l'altro, ha espresso la sua opinione sull'argomento, con un vero e proprio… segnale di fumo. Ha menzionato la Court, poi ha riempito di complimenti Evonne Goolagong, presente in sala e con idee opposte. “C'è stato molto da dire su Margaret Court: la gente potrà ancora dire la propria – ha detto, facendo calare il silenzio in platea – c una persona che, a mio parere, ha mostrato molte cose essendo una donna e con l'eleganza che ha portato nello sport. Lo sport non è sempre associato all'eleganza, ma non perché non lo sia. È perché non sempre ci concentriamo su questo, e voglio cogliere l'occasione per dire a Evonne Goolagong che è uno straordinario esempio di essere umano grazie alla sua straordinaria cultura, nonché livello di empatia e comprensione. Per questo la voglio ringraziare, insieme a tutti gli sportivi presenti in sala, per aver messo l'Australia sulla mappa. Gli australiani sono storicamente molto forti nel tennis, e questo ha reso l'Australian Open uno dei più grandi eventi al mondo”. Nonostante la pressione sia sempre più forte, la federtennis australiana (unico ente preposto, eventualmente, a cambiare nome all'impianto) non ha cambiato posizione. “Essendo una leggenda di questo sport, rispettiamo i risultati di Margaret Court e il suo record di vittorie – hanno detto tramite un comunicato – le sue opinioni personali restano tali e non si allineano con i valori di Tennis Australia in merito a uguaglianza, inclusione e diversità”. Non c'è dubbio, tuttavia, che la questione tornerà d'attualità durante l'Australian Open. Nei mesi scorsi si è parlato del possibile boicottaggio di alcuni tennisti nei confronti di quel campo. Diverse giocatrici si sono indignate, con Samantha Stosur che ha definito l'Australian Open 2018 come "spartiacque" della vicenda. "Vedremo chi accetterà di giocarci e chi no". Difficile immaginare una rivoluzione, ma in quel caso Tennis Australia avrebbe un bel problema…