Clamorosa sconfitta per la canadese, battuta 6-0 2-6 6-0 da Shelby Rogers. L'enorme attesa del pubblico di casa l'ha fatta sciogliere come neve al sole. Per la prima volta, ha mostrato segni di umanità.

Di Riccardo Bisti – 6 agosto 2014

 
Un dramma sportivo. Non si può definire altrimenti quanto accaduto martedì notte presso l'Uniprix Stadium di Montreal. Dire che Eugenie Bouchard fosse la giocatrice più attesa è un eufemismo. Hanno costruito l'evento attorno a lei. In fondo, il Canada non aveva mai avuto una giocatrice così forte. E per essere al 100%, "Genie" aveva rinunciato al torneo di Washington della settimana scorsa. Tra interviste e impegni vari, tuttavia, si è presentata al match d'esordio già svuotata di energie. Lo si vedeva dallo sguardo, dal modo di camminare mentre entrava in campo. Ma nessuno avrebbe mai immaginato l'incredibile 6-0 2-6 6-0 con cui si è arresa a Shelby Rogers. Buona giocatrice, per carità. Ma la finalista di Wimbledon avrebbe dovuto farne un sol boccone. Invece è stata vittima di un black-out, simile a quello che aveva colpito la sua città natale per otto ore, lasciando totalmente isolata quella zona di Montreal. Il match è stato spostato di un'ora e si è potuto giocare grazie ad alcuni generatori di emergenza. Buona parte del match si è svolta in silenzio perchè non funzionavano microfoni e tabelloni elettronici, rendendo ancora più surreale una vicenda agonistica che potrebbe avere effetti devastanti per la Bouchard. Fino a ieri, ancor più che per il suo tennis, la canadese era esaltata per la sua solidità mentale, per quell'ostentata sicurezza che le ha consentito di sfiorare il titolo ai Championships. Soltanto Petra Kvitova ha saputo bloccarla a Londra. E Montreal, laddove è nata e cresciuta, avrebbe dovuto essere il torneo della consacrazione. Invece, nel silenzio surreale dei canadesi, si è sciolta senza combattere. "Ho sentito un po' di pressione sul campo – ha detto a fine partita – imparerò molto da questa situazione, non solo sul piano tennistico". 

RIPRENDERE IL CONTROLLO
Eugenie sembrava impermeabile alle pressioni, invece si è sgretolata all'improvviso. La sconfitta può essere devastante o magari catartica. Vedremo come affronterà la vicenda con coach Nick Saviano. Di sicuro, questo drammatico (per lei) martedì notte l'ha resa più simpatica. Abbiamo scoperto che anche il robottino Bouchard ha paure e incertezze…insomma, un cuore. E le parole di Serena Williams, anzichè esaltarla, l'hanno mandata nel pallone. 24 ore prima, l'americana l'aveva definita "il volto nuovo del tenis. Ma ha già dimostrato di poter essere una protagonista. Perchè aspettare il futuro?". La Bouchard ha vissuto pericolosamente la sua permanenza a Montreal. Le avevano assegnato due guardie del corpo per tenere a bada una folla scatenata. Erano le conseguenze di una popolarità schizzata in alto grazie ai risultati e alla pressione dei media. Le hanno regalato la copertina della versione canadese di "Elle" e i suoi tifosi organizzati, la "Genie Army", si erano presentati a Montreal più agguerriti che mai. Tra loro c'erano anche cinque ragazzi giunti direttamente dall'Australia. Anche per questo, la Rogers si è quasi scusata nell'intervista sul campo. "Probabilmente sono l'ultima persona che vorreste ascoltare in questo momento". Se non avesse avuto un lampo d'orgoglio nel secondo set, Genie avrebbe intascato tre 6-0 di fila. Già, perchè a Wimbledon si era arresa 6-3 6-0 alla Kvitova. Eppure le avversarie la temono per la sua aggressività e la capacità di colpire la palla in anticipo. Inoltre serve bene e si muove meglio. Ma a Montreal si è paralizzata. Eugenie ha ammesso che a sua vita è cambiata dopo Wimbledon, che l'ha issata al numero 7 WTA. "Ma questa è la situazione in cui voglio trovarmi. La prossima volta cercherò di fare meglio". Dopo aver mostrato le sue debolezze, ha ripreso il controllo, almeno davanti ai giornalisti, ostentando ambizioni e sicurezza nei propri mezzi. Per sua fortuna, il tennis non si ferma mai e tra pochi giorni potrà rifarsi a Cincinnati. Dove sarà una delle tante. Quello di cui ha bisogno.