di Giorgio Spalluto – foto Getty Images
Che il torneo di Amburgo portasse bene ai giocatori di casa nostra, lo si era capito da tempo. Senza nemmeno andare a scomodare il successo di Paolo Bertolucci del 1977, l’ex Master1000 (degradato ad Atp 500 dopo l’irruzione a gamba tesa della Caja Magica di Madrid by Ion Tiriac) è rimasto sempre benevolo e foriero di ottimi risultati per i nostri colori anche in questi bassi tempi, dove si contano sulle dita di una mano anche i quarti di finale in un Atp250. Ebbene il Rothenbaum Club, questa settimana, ha visto l’Italia per la prima volta giungere nei quarti di un torneo “500”, addirittura con 2 rappresentanti. Potito Starace (eliminato nei quarti) ha fatto compagnia a quello che ormai è un vero habitué delle fasi finali del torneo tedesco, Andreas Seppi, ottimo semifinalista a due anni di distanza da quello che rimane l’ultimo exploit di un azzurro in un Masters1000, lui che già nel 2005 si era issato sino ai quarti in questo stesso torneo.
Non è italiano, ma vive e si allena dal 2002 sul suolo nostrano (Bra in provincia di Cuneo), Andrey Golubev, straordinario protagonista della settimana tedesca che lo ha visto cogliere il suo primo successo nel circuito maggiore senza cedere un set, ostentando anche in finale un atteggiamento aggressivo e vincente. Dall’altra parte della rete c’era uno Jurgen Melzer vecchia maniera, pavido e arrendevole come ai “bei tempi”, reduce da un filotto di ottimi risultati (inaugurato dalla semifinale di Parigi e proseguito a Wimbledon con il successo nel doppio) ma paralizzato dall’obbligo di dover vincere. Il russo (naturalizzato kazako anche per poter competere in Coppa Davis) non si è così accontentato della prima vittoria ai danni di un Top10 contro il numero 1 del torneo, Nikolay Davydenko nel giorno del suo 23°compleanno.
A differenza del suo avversario, in campo per la nona volta nell’atto conclusivo di un torneo Atp (con un bilancio però pessimo: 2 vittorie e ben 6 sconfitte), Golubev disputava solo la seconda finale in carriera nel circuito maggiore (la prima l’aveva persa a San Pietroburgo nel 2008 contro Murray). Il russo, però, non ha assolutamente pagato lo scotto emotivo, partendo subito alla grande e mettendo a segno due vincenti di rovescio in apertura di match, quasi a voler spaventare l’avversario ed a volergli comunicare sin da subito le sue intenzioni bellicose. L’atteggiamento spavaldo di Golubev, peraltro efficacissimo al servizio, non consente a Melzer di essere aggressivo come nei giorni precedenti contro Starace e Seppi. Nell’ottavo gioco, sul 4-3 per il russo, l’austriaco concede la prima palla break del match e decide di giocarsela con il serve&volley. La risposta bloccata di rovescio del russo, lascia di sasso il viennese che cede il primo parziale con il punteggio di 6-3, con all’attivo soli 5 punti sul servizio avversario.
Nel secondo ci si attende la reazione del campione austriaco. Il “crucial game” si disputa sul 3-2 in suo favore. Jurgen si procura ben 5 palle break (le prime 2 consecutive), senza però riuscire a strappare il servizio al suo avversario. I fantasmi delle occasioni mancate (in particolare le due chance sprecate malamente sul 15-40) si palesano sul 5-5. Tre errori di rovescio lo fanno precipitare a 0-40. Ancora il serve&volley tradisce il numero 15 del mondo che, nel game successivo, riesce a salire 0-30, più per demerito di Golubev, ma poi subisce il ritorno del russo-kazako-italiano che mette a segno 4 punti di fila, l’ultimo dei quali (un servizio vincente di poco largo, non giudicato fuori dal giudice di linea) viene fatto ripetere dal “chair empire” quando i festeggiamenti ed i preparativi per la cerimonia finale stanno già per cominciare.
Con questo successo Andrey irrompe clamorosamente nei Top40, lui che fino a questa settimana poteva vantare un best ranking di numero 56 e nel 2010 si era aggiudicato la miseria di soli 8 match.
Mai il Kazakhstan aveva trionfato a livello Atp. Lo fa con un giocatore nato e cresciuto tennisticamente in Italia.
Caro Andrei, quando ti sarai stufato di disputare la Davis per il Kazakhstan, potresti fare un pensierino alla nazione che ti ha adottato, di cui saresti di gran lunga il numero 1…
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