A pochi giorni dall’inizio degli Australian Open Osaka deve fare i conti con un altro ritiro, lei che di recente ha ribadito che la competitività è l’aspetto principale per restare nel circuito
Un primo set vinto per 6-4 nella finale di Auckland, poi l’infortunio ai muscoli addominali e un’uscita dal campo condita dalle lacrime di chi era a un passo dal paradiso. Naomi Osaka era a un solo set dal vincere il primo titolo WTA dagli Australian Open 2021, a un anno di distanza dal suo ritorno nel circuito maggiore dopo la gravidanza e i tanti problemi di salute – anche mentale – patiti negli anni precedenti. Con un ritiro si era concluso anche il suo 2024, a Pechino contro la Gauff all’inizio del set decisivo.
Gli Australian Open – ammesso che riesca a partecipare – possono in questo senso rappresentare un vero e proprio banco di prova. Il 2024 della tennista nipponica non è stato entusiasmante, con due soli quarti di finale a Doha e S’Hertoghenbosch e l’incredibile match giocato a Parigi contro la Swiatek che è ancora negli occhi di tutti. Al momento Osaka è numero 49 nel live ranking, troppo poco per una quattro volte campionessa Slam ed ex numero uno al mondo.
Di recente infatti Osaka ha dichiarato di come restare nel circuito solo per partecipare non le interessa, e che la competitività deve essere conditio sine qua non per continuare a viaggiare in giro per il mondo, sottraendo tempo ed energie a sua figlia. Il 2025 in questo senso potrà dire tanto, se non tutto, del futuro della giocatrice nipponica, perché se lo scorso anno poteva essere di ritorno alle competizioni dopo un lungo periodo, ora è tempo di raccogliere i frutti e mettere insieme i pezzi del puzzle.