di Gabriele RivaUn dossier segreto, compilato da un misterioso bookmaker, e mostrato al Sunday Telegraph, ha sollevato sospetti su qualcosa come 140 match nel circuito a partire dal 2003
di Gabriele Riva

Un dossier segreto, compilato da un misterioso bookmaker, e mostrato al Sunday Telegraph, ha sollevato sospetti su qualcosa come 140 match nel circuito a partire dal 2003. E arriva proprio dal giornale che cominciò, quattro anni fa, questa campagna contro uno sport che stava prendendo una piega un po’ torbida, l’ennesimo colpo al tennis più che giocato, scommesso. Il dossier rivelerebbe i nomi dei coinvolti nelle presunte partite “truccate”, ma ovviamente come succede in questi casi, non ci sarebbero prove concrete che legherebbero le persone ai fatti.

Il pienone è scoppiato con la fine dell’estate quando l’Atp non ha potuto fare a meno di rendere pubblico un fatto quantomeno curioso, quello ben noto che riguarda Betfair, una delle aziende di scommesse leader in Europa, e il russo Nikolay Davydenko (impegnato nell’occasione contro Vassallo Arguello) che poi è stato mediaticamente massacrato. Hanno fatto seguito conferme, smentite e una serie di altre “denunce”, mezze dichiarazioni, frasi sibilline e quant’altro. A seguire, tra gli altri, sono usciti i nomi del belga Elseneer, è stato coinvolto anche Potito Starace (vedi l’articolo di lunedì, Italiani nel Mondo di Cristian Sonzogni) e si è parlato anche, come ovvio, di cifre. E si è sparato alto, 300.000 dollari, 110.000 sterline, insomma il tutto non lascia presagire nulla di buono. Il che, agli occhi del Telegraph, dovrebbe apparire come una piccola rivincita visto che, quando partirono le prime denunce in edicola, la testata fu accusata di danneggiare senza motivo un tennis senza macchia.

Di questo dossier, l’ultimo, un altro numero che sembra alto è il 138. Quello che riguarda appunto i match “sospetti”, anche qui come in precedenza, di prove vere nessuna, ma ci sono gli indizi. Di curioso c’è che comunque, in quattro anni di “cose poco chiare”, nessun provvedimento è stato preso nei confronti di giocatori, né di persone vicine agli ambienti del tennis. Per questo fatto però ci sono due letture differenti, e completamente avverse. Una sostiene che nessuno è stato condannato perché nessuno è colpevole e questa campagna assomigli più a una caccia alle streghe che non a una vera e propria indagine. L’altra faccia della medaglia invece mette in luce la difficoltà, evidente, delle autorità nel provare la colpevolezza degli indagati.

Cer to che in un momento storico come il nostro, in cui le scommesse sportive sono parte integrante dello sport stesso (e il tennis, dopo il calcio, è la disciplina su cui si punta di più on-line nel mondo) fa specie che le autorità tennistiche internazionali non abbiano un board preposto che verifichi e sappia intervenire in tematiche economicamente così calde. Basti pensare infatti che chi sta lavorando sul caso Davydenko-Vassallo Arguello è una coppia di ex-agenti di Scotland Yard, assunti solo per il tempo utile all’indagine: due membri esterni in pratica. In effetti con Etienne De Villiers si è cercato di far qualcosa di concreto a riguardo collaborando attivamente con la British Horseracing Authority, l’agenzia che in Gran Bretagna si occupa delle corse dei cavalli e delle relative puntate. Degli esperti in materia. L’Atp, attraverso un suo portavoce, ha fatto sapere che “si sta facendo tutto il possibile per rendere più chiare le cose nel tennis. In questo senso però c’è bisogno dell’aiuto di tutti”.

Una nota a margine, dei 138 match, per così dire, sotto i riflettori solo tre sarebbero del circuito femminile, insomma il tennis maschile è meno chiaro, anche se non convince del tutto la spiegazione fornita, tra il serio e il faceto, da un portavoce della Wta secondo cui “le ragazze non sopportano la sconfitta, nemmeno nelle esibizioni”. Vero o no, i numeri del Telegraph parlano chiaro, match sospetti: Atp 135, Wta 3…