Ormai è guerra aperta. Siamo alle provocazioni più spinte. L'elezione di Gala Leòn a capitano della Davis spagnola ha fatto parlare il mondo intero, ma dopo qualche giorno la vicenda si è sgonfiata. Ovunque, tranne che in Spagna. A un mese dal primo match, una delicata trasferta in Russia (con i padroni di casa che hanno pensato bene di complicare le cose, scegliendo Vladivostok), la vicenda si arricchisce di ulteriori polemiche. Nei giorni scorsi si era diffusa la voce che i tennisti si sarebbero riuniti a Wimbledon per chiedere ufficialmente le dimissioni della Leòn. A quanto pare, la nomina di Julian Alonso come vicecapitano, incaricato soprattutto ai tenere i rapporti con i giocatori (anni fa, in Francia ricopriva questo ruolo Lionel Roux), non è servito a nulla. A mettere ancor di più in crisi l'entourage federale è arrivata una sentenza del Tribunale dello Sport di Madrid, che ha sospeso per un mese il presidente federale Josè Luis Escanuela. Motivo: non avrebbe presentato allo stesso Tribunale i documenti relativi al denaro speso per un paio di enti di promozione creati da lui stesso. Attaccati da tutte le parti, Escanuela e la Leòn hanno organizzato una conferenza stampa presso il Comitato Olimpico Spagnolo. Nessuna difesa, ma soltanto un vivace contrattacco.
"LA MIA NOMINA E' SOLO UNA SCUSA"
A parte le vicende politiche, ha colpito una frase della Leòn. Apparentemente, metterebbe le spalle al muro i giocatori. “Dobbiamo chiarire una cosa: tutto questo si riduce a un problema economico. Chi mi esprimano i loro desideri, altrimenti mi lascino lavorare. Se i vari Nadal e Ferrer giocassero in Davis con le mie dimissioni, lascerei anche domani. La verità è che i giocatori hanno cercato una scusa per non giocare in Coppa Davis: la mia nomina”. Sarà interessante ascoltare l'eventuale replica dei tennisti: a parte gli oggettivi impedimenti (in quel weekend ci sarà il matrimonio di Feliciano Lopez, cui parteciperanno alcuni giocatori), davvero i tennisti tornerebbero se la Leòn uscisse di scena? “Non sono stata io a sollevare il problema del machismo – ha continuato – il primo a parlare di una donna in uno spogliatoio di uomini è stato Toni Nadal”. Questo è vero, così come è vero che la Leòn si trovò ospite a un programma radiofonico cui era presente anche Toni Nadal senza essere prima avvisata. Le sue dichiarazioni hanno fatto arrabbiare i giocatori, soprattutto la frase in cui la Leòn chiede che venga rispettato il suo lavoro. Alcune reazioni su Twitter sono state clamorose.
“Rispettiamo il suo lavoro ragazzi! Per creare scompiglio nel tennis spagnolo, creare brutte situazioni e chiamarci machisti!” (Tommy Robredo)
“Non sapevo che Gala Leòn fosse un'icona in tanti paesi. Qualcuno sa a quali paesi si riferiva?” (Marcel Granollers)
“Dopo averci chiamati machisti, assetati di soldi e accusatori, il “distruttore” del tennis spagnolo e la sua “icona” minacciano di lasciarci!" (Feliciano Lopez)
Da parte sua, Escanuela ha ribadito che la sua federazione ha sempre agito nella massima trasparenza. “La nomina di Gala Leòn è stata sottoposta al Capo del Governo, al Segretario di Stato per lo Sport e la Tribunale Amministrativo. Gala è stata ratificata molte volte, probabilmente è la capitana più ratificata della storia. Adesso, a un mese dal match di Davis, il signor Cardenal vuole che si annulli tutto. Ma non accetto che mi faccia passare per truffatore. Utilizzare un tribunale per farmi fuori mi sembra allucinante. Hanno attaccato lo sport, Gala e il sottoscritto in persona”. Appare dunque chiaro che non ci sarà un riavvicinamento, almeno sul breve termine. Il prossimo 17 luglio, sulla panchina spagnola a Vladivostok si siederà regolarmente Gala Leòn. Semmai è difficile capire chi scenderà in campo. Ad oggi, dopo i sondaggi effettuati da Alonso, l'unico disponibile sembra Daniel Gimeno Traver. Un po' poco per pensare di vincere in Russia. I primi risultati di questa conferenza? Rafael Nadal e David Ferrer hanno ufficializzato la loro assenza. Lo ha confermato la stessa Leòn in un'intervista radiofonica, ribadendo che la decisione sarebbe avvenuta soltanto per le rispettive esigenze di calendario. Nel frattempo, la RFET ha annunciato che, in questi 30 giorni di sospensione, le attività del presidente saranno assunte dalla vicepresidente Olvido Aguilera. La nostra impressione è che entrambe le parti abbiano le loro ragioni. Il problema è che rischia di rimetterci la Davis spagnola, la più titolata degli ultimi dieci anni. Con i protagonisti arroccati sulle loro posizioni, c'è il rischio di arrivare a una conclusione cruenta.