Nato in Sudafrica da genitori britannici, cresciuto in Nuova Zelanda, Cameron Norrie ha scelto di rappresentare la Gran Bretagna per ragioni soprattutto logistiche. Il Regno Unito avrà pure perso Aljaz Bedene, ma nel cambio potrebbe averci guadagnato: soltanto sei mesi fa era al College, oggi è a ridosso dei top-100 ATP.

Non sappiamo se in Gran Bretagna si stiano mangiando le mani per la recente scelta di Aljaz Bedene, che dal 2018 tornerà a giocare per la Slovenia. Tuttavia, si consolano con un giocatore che sembra avere prospettive ancora migliori. Cameron Norrie ha 22 anni ed è stato top-10 junior giocando per la Nuova Zelanda. Nato in Sudafrica, si è trasferito nel paese dei Kiwi da bambino e l'ha rappresentato fino al 2013, quando ha scelto la Gran Bretagna grazie all'origine dei genitori (entrambi nati nel Regno Unito). Da vero cittadino del mondo, risiede negli Stati Uniti e ha trascorso buona parte della offseason in Argentina, allenandosi con Juan Martin Del Potro e Diego Schwartzman. La sua patria tennistica, tuttavia, resta la Gran Bretagna: “Perché ci sono ottimi allenatori, poi l'Europa è il centro del mondo tennistico. Non mi manca nulla: ci sono fisioterapisti e nutrizionisti, senza dimenticare la possibilità di avere wild card al Queen's e a Wimbledon”. Norrie si è affacciato nel tour solo quest'anno, poiché ha trascorso alcuni anni al college americano, più precisamente presso la Texas University. Gli ottimi risultati negli ultimi mesi (con tre titoli Challenger: Binghamton, Stockton e Tiburon) gli hanno consentito di salire al numero 114 ATP. “Sono entusiasta di quello che sto facendo, nei primi cinque mesi dell'anno ero ancora al College, quindi sono sorpreso della rapidità con cui sono cresciuto nel ranking ATP – dice Norrie – il mio tennis è cresciuto costantemente. Sono migliorato sul piano della concentrazione e questo mi ha permesso di giocare più spesso il mio miglior tennis. Sono più maturo, sono migliorato fisicamente e tutto questo sta pagando”. Accanto a lui, il tecnico argentino Facundo Lugones (conosciuto all'Università), artefice della scelta di passare in Argentina il mese di dicembre.

VERSO L'ESORDIO IN COPPA DAVIS
A Buenos Aires ha potuto giocare con tutti i migliori tennisti locali, da Del Potro in giù. “Esprimono ogni giorno un gran livello. È stato bello ammirare la loro professionalità, direi che è stato il posto perfetto per lavorare duro. Sono stato fortunato”. Nonostante la scelta di giocare per la Gran Bretagna, Norrie sarebbe stato il benvenuto al torneo ATP di Auckland. In virtù del suo passato neozelandese, gli avevano riservato una wild card. Niente da fare: “Ci sarei andato volentieri, ma ho fallito l'accesso al main draw dell'Australian Open, dunque dovrò giocare le qualificazioni proprio in quei giorni. D'altra parte non potevo aspettarmi di essere già tra i top-100 nel mio primo anno da professionista. Tuttavia non ho mai giocato bene ad Auckland, e forse avrei scelto di giocare a Sydney”. I neozelandesi sono un po' seccati per le scelte di Norrie, anche perché non hanno un buon singolarista dai tempi di Brett Steven. La loro unica speranza sarebbe un caso simile a quello di Bedene, ovvero il richiamo della nazione d'origine. Per adesso non è aria, anche perché oggi è il terzo britannico nel ranking ATP alle spalle di Murray ed Edmund. Molto probabilmente esordirà in Coppa Davis nel 2018 (può farlo, visto che non ha presenze pregresse con altri paesi, a differenza di Bedene), ed è possibile che giochi in singolare nel primo turno contro la Spagna, vista la probabile assenza di Murray. “Seguo ancora il movimento neozelandese, a New York ho incontrato Michael Venus e gli ho fatto i complimenti per la vittoria al Roland Garros di doppio. Ha avuto un anno fenomenale”. Ma le sue priorità sono altre: ultimata la preparazione in Argentina, inizierà la stagione dal Challenger di Noumea, dopodiché tenterà fortuna nelle qualificazioni dell'Australian Open. Nel cambio tra lui e Bedene, la Gran Bretagna potrebbe anche averci guadagnato…