Justin Gimelstob vorrebbe riportare il circuito ATP a Los Angeles. “E’ la città ideale per un prologo a Indian Wells”. Ma il calendario è intasato: non si capisce dove potrebbe essere collocato.
Justin Gimelstob al torneo ATP di Los Angeles: era il 2001
Di Riccardo Bisti – 5 marzo 2013
Noi ricordiamo Justin Gimelstob per aver giocato il doppio nella storica semifinale di Milwaukee, quando l’Italia raggiunse la sua ultima finale in Coppa Davis. Oggi, oltre a commentare per Tennis Channel, fa parte del Consiglio ATP in rappresentanza dei giocatori. Da americano, non gli è andata giù la morte dello storico torneo di Los Angeles. Oggi, nella Giornata Mondiale del Tennis organizzata dall’ITF per festeggiare i 100 anni della sua fondazione, Los Angeles parteciperà all’iniziativa. Presso il Pauley Pavilion si giocherà l'esibizione "LA Tennis Challenge". Gimelstob vuole pensare che sia un ponte verso il futuro, con il possibile ritorno del tennis nell città di Jack Kramer e Pete Sampras. Secondo Gimelstob, la loro eredità merita ben altro che date vacanti e campi vuoti. “E’ triste e deprimente che non ci sia un torneo a Los Angeles. Mi rifiuto di accettare che il tennis sia morto in questa città. Io e Mardy Fish non vogliamo verdelo morire”. Nato nel 1927, il torneo ATP di Los Angeles è andato avanti per oltre 80 anni con diversi nomi. Nel 1984 si era spostato presso lo UCLA Tennis Center, ma quest’anno è stato venduto ai colombiani. Nella settimana dal 15 al 21 luglio, si giocherà il torneo ATP di Bogotà. La data è stata venduta da Bob Kramer (figlio di Jack): l’incasso è stato di circa 3 milioni di dollari, utilizzati quasi interamente per ripianare il debito maturato nelle ultime edizioni, quando l’assenza dei migliori giocatori aveva dato un colpo mortale al torneo.
Con la morte del torneo di San Josè, la zona di Los Angeles è rimasta senza tornei ATP. Sono rimasti il WTA di Stanford e il maxi-evento di Indian Wells. Non basta, anche perché Indian Wells si trova nel deserto della California. Scoppia di salute, fa registrare ogni anno il record di pubblico, ma giocare all’ombra di Hollywood è un’altra cosa. Sia Gimelstob che Fish vivono a Los Angeles. Lo scorso anno, ancora prima che emergesse la notizia di Bogotà, Justin aveva iniziato a pensare al progetto. Era proprio il 4 marzo, e nei campi UCLA stava palleggiando con Fish, Djokovic e Almagro. Era la vigilia del torneo di Indian Wells “E ci siamo trovati concordi sul fatto che un torneo ATP in questo periodo dell’anno sarebbe la soluzione migliore per Los Angeles. Sarebbe perfetto per il calendario. I migliori verrebbero qui prima di trasferirsi a Indian Wells”. Djokovic non ha mai giocato a Los Angeles. Questa notte parteciperà la L.A. Tennis Challenge insieme ad altri campioni come Haas, Blake, i gemelli Bryan e addirittura Pete Sampras. Il programma è di lusso: inizieranno Haas-Blake, seguiti da Fish-Djokovic. In chiusura ci sarà un doppio-spettacolo: Djokovic-Sampras contro Bryan-Bryan. Da leccarsi i baffi.
“Avremo il numero 1 al mondo, il miglior americano di sempre e il miglior doppio maschile di sempre”. Sull’ultima affermazione, Hoad-Rosewall e qualche altra coppia avrebbero qualcosa da ridire. Al di là di questo, il campo di partecipazione è straordinario. “Novak è qui perché è un amico e ha capito quello che stiamo provando a fare” ha detto Gimelstob. Da giocatore, l’americano ha ottenuto buonissime vittorie nel torneo di casa: ha superato Andre Agassi e Patrick Rafter. Forse sta provando a farlo rinascere anche per questo. Presso il Pauley Pavilion ci saranno 7.000 spettatori e sarà il primo evento extra-universitario da quando l’impianto è stato ristrutturato, con una spesa di 136 milioni di dollari. L’evento si ripeterà l’anno prossimo e avrà durata di due giorni. Se per le esibizioni non c’è problema, entrare nel calendario ATP sarà ancora più complicato. A parte le difficoltà economiche, nella settimana prima di Indian Wells sono in programma ben tre tornei, tra cui due ATP 500: Dubai, Acapulco e Delray Beach. “Ci vorranno cinque anni – ha detto Gimelstob – a quel punto, potremmo dare un altro sguardo alla situazione. Los Angeles si adatta perfettamente alla strada che conduce a Indian Wells”. Parole piene di speranza ma che sembrano irrealizzabili, almeno oggi. Nessuno dei tornei ATP attuali si farà da parte, e il passaggio di Acapulco dalla terra al cemento renderà ancora più complicato il progetto. Senza dimenticare che Gimelstob non ha parlato di soldi: chi comprerebbe la data? E da chi? La Città degli Angeli rischia di rimanere senza tennis “ufficiale” ancora per un po’.
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